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Angelo Vintaloro: La Sicilia, il Mediterraneo, l'Europa nella preistoria e protostoria

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mercoledì, 03 gennaio 2024 17:46

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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
FtNews ha intervistato Angelo Vintaloro, ricercatore in ambito archeologico e membro della commissione scientifica "Le età dei metalli in Europa e nel Mediterraneo" dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche. Specializzato in archeologia preistorica e protostorica della Sicilia e del Mediterraneo del Sud, lo studioso corleonese ha lavorato con il compianto archeologo Sebastiano Tusa dal 1992 al 2019. Vintaloro ha presentato ai nostri lettori il suo ultimo libro, intitolato La Sicilia, il Mediterraneo, l'Europa. Dinamiche, interazioni e organizzazione territoriale nella preistoria e protostoria (Edizioni Strillone, 2023).

Dott. Vintaloro, recentemente ha pubblicato il libroLa Sicilia, il Mediterraneo, l'Europa. Dinamiche, interazioni e organizzazione territoriale nella preistoria e protostoria. Con quali finalità è nato e come è impostato questo libro?
Il libro fornisce una prospettiva nuova e aggiornata sulla storia della Sicilia, dall'arrivo dei primi uomini alla fine della protostoria. Negli ultimi anni in Sicilia sono stati organizzati alcuni convegni sul tema, di cui sono stati pubblicati gli atti. Questi, però, sono fruibili perlopiù dagli addetti ai lavori. Io ho scritto il libro La Sicilia, il Mediterraneo, l'Europa con l'intenzione di raggiungere una platea più vasta: il mio è un testo scientifico, ma accessibile a tutti. Ho cercato di soffermarmi su ciò che già è noto in merito alla preistoria e protostoria siciliane legate al Mediterraneo, all'Europa, all'Africa e al Medio Oriente, dando spazio anche alle ultime acquisizioni. Ho pensato di fare luce sulle realtà con cui i nostri popoli ebbero rapporti commerciali e di emigrazione. Ho voluto approfondire una problematica finora raramente affrontata nella sua complessità, raggruppando metodi e ricerche per dare una visione d'insieme ad un settore complesso, ma stupendo nella sua dinamicità. La prefazione del libro è curata da Andrea Govinda Tusa, figlio del celebre archeologo Sebastiano, scomparso nel 2019 in un incidente aereo, a cui mi ha legato un trentennale rapporto di stima e amicizia.

Nel sottotitolo si parla di 'dinamiche' e 'interazioni'. A cosa fa riferimento?
L'inesistenza di un libro completo di tutti gli aspetti europei e indoeuropei, mi ha indotto a soffermarmi sulle dinamiche, sulle rotte commerciali nel Mediterraneo, che poi generarono l'arrivo degli artigiani specializzati e di conseguenza le società guerriere, perché la ricchezza che si diffuse portò a una differenziazione sociale notevole. La Sicilia orientale ha avuto sempre un rapporto diretto con Malta e con Cipro. Malta ha assorbito tutto ciò che proveniva dalla Sicilia. Rapporto diretto c'è stato anche con la Sardegna, con la Calabria, con l'Anatolia. In Sicilia ci sono diverse attestazioni provenienti dall'Anatolia fin dal Neolitico, che successivamente transitavano a Malta, così come avveniva per gli altri input che in Sicilia arrivavano dall'Africa che si affacciava sul Mediterraneo. La Sicilia, essendo al centro del Mediterraneo, rappresentava la cerniera tra l'est e l'ovest, fungendo anche da tappa di transito di rame e stagno provenienti dalla penisola Iberica e diretti verso l'Egeo.
Anfore. Cultura Egeo-Castellucciana
Quando arrivò l'uomo in Sicilia? Dove si concentrano le prime attestazioni della presenza umana in Sicilia?
Sull'argomento il dibattito tra gli studiosi è piuttosto acceso. Abbiamo un'unica certezza: l'uomo è arrivato in Sicilia circa 18.000 anni fa, ma è possibile, come sostengono alcuni studiosi, che ci sia stata una frequentazione anche un milione e mezzo di anni fa, quando la Sicilia era collegata direttamente al continente africano. Probabilmente, però, si trattò di casi sporadici e isolati.
Le testimonianze archeologiche sono concentrate nelle zone costiere: le più importanti sono alle isole Egadi, lungo la rotta di Levanzo, alla Grotta dei Cavalli, dove ci sono pitture rupestri molto importanti. Abbiamo testimonianze anche lungo la rotta di San Teodoro, vicino Messina; lì è attestata la presenza umana più antica della Sicilia, precisamente lo scheletro completo della donna più antica di Sicilia, chiamata Thea, risalente a 13000 anni fa. Poi abbiamo testimonianze importanti nelle zone costiere del Siracusano. Recentemente sono state trovate testimonianze risalenti al Paleolitico superiore anche nelle zone interne, ad esempio a Corleone. Non si capisce perché quei primi uomini si siano spinti fino a queste aree.

Con quali aree la Sicilia ebbe più interazioni?
Alla fine dell'età del Rame, attorno al 2200 a.C., arrivarono genti dall'Egeo: ne sono testimonianza la civiltà castellucciana della Sicilia orientale e la cultura del vaso campaniforme che proveniva dalla Spagna e, attraverso la mediazione della Sardegna, arrivava alla Sicilia occidentale. Queste due grandi culture, che ebbero una durata di oltre cinque secoli, arricchirono la Sicilia anche dal punto di vista monumentale. Risale a quest'epoca, infatti, l'introduzione degli ipogei, le sepolture con più stanze con un unico corridoio di accesso. Hanno portato innovazioni importanti dal punto di vista strutturale. Da allora, poi, la Sicilia ha avuto rapporti continui con l'Egeo fino alla colonizzazione greca.

Dove si concentrarono i rapporti commerciali della Sicilia?
La Sicilia si è sempre divisa in tre parti: la Sicilia occidentale, la Sicilia orientale e le isole Eolie. La Sicilia occidentale ha sempre avuto rapporti con la Sardegna, la Sicilia orientale con l'area dell'Egeo. Le isole Eolie hanno avuto un andamento a sé stante; hanno sempre avuto la ricchezza dell'ossidiana prima e poi della posizione strategica, in quanto, attraverso lo stretto di Messina, diventarono un emporio di quella che guidò la preistoria siciliana nell'età del Bronzo. Le isole Eolie hanno avuto rapporti con tutti, persino con i Liguri: esportavano l'ossidiana fino in Liguria e anche oltre. Non dimentichiamo che la ricchezza arrivò in Sicilia con l'ossidiana di Pantelleria e delle isole Eolie. L'ossidiana, considerata l'oro nero di Sicilia, è stata molto importante per la realizzazione di utensili.
Anello in oro. Cultura di Sant'Angelo Muxaro
Prima ha parlato della nascita delle società guerriere. Come si affermarono?
L’approdo stabile di genti e artigiani provenienti dalle varie aree del Mediterraneo, soprattutto dall’Egeo, portò nuova linfa nella realizzazione di oggettistica e nella pittura parietale del vasellame, arricchendoli di forme e motivi sia incisi che dipinti. Questa ricchezza produsse una grande differenziazione sociale: nacquero le élite familiari per il controllo del territorio, ma si formarono anche le società guerriere, sia di attacco che di difesa, adottando le più possenti fortificazioni dell’epoca, anche con l’apporto di un fossato e torrioni sporgenti per colpire il nemico dall’alto e in posizione laterale. Spade, elmi, pugnali, mazze, parti di corazze, ci danno la testimonianza di quello che fu un fenomeno sconvolgente per quel periodo, dove sia per terra che per mare, con l’attività piratesca, questi gruppi crearono nuove e imprevedibili dinamiche. Spesso la popolazione doveva spostarsi in aree più tranquille, portandosi dietro le maestranze e gli artigiani più qualificati, esportando quindi in altre zone un tipo di arte specializzata associata ad un commercio di alto profilo.

Cosa si sa delle credenze religiose diffuse nella Sicilia antica?
Di questo aspetto non si sa molto. Fino al Paleolitico era diffuso il culto della Dea Madre, ma la religiosità in Sicilia è attestata soprattutto nelle sepolture. Il morto veniva tinto con dell'ocra rossa in faccia e posizionato in una tomba a fossa. In Sicilia fu diffusissimo il culto di Demetra, la dea del grano. Nell'area dell'Alto e Medio Belice è attestato un culto che parte dalla Dea Madre, passa poi a Demetra, come attestano i ritrovamenti di numerose statuette di Demetra, e da lì arriva alla Madonna: a Corleone, su 57 chiese, 19 sono dedicate alla Madonna. Io ho cercato di indagare le cause della prevalenza del culto femminile.

A proposito della questione femminile, qualche mese fa ha pubblicato il libro Storia della donna nella Sicilia antica. Dalla preistoria al medioevo. Con quale intenzione è nato questo volume?
Vari studi hanno appurato che il ruolo della donna nel Paleolitico superiore era molto più importante rispetto a quello dell'uomo. Per la sua intelligenza sopraffina, la donna dirigeva le strategie di caccia. Si è visto anche che molte incisioni rupestri sono state realizzate da mani femminili. Ho voluto scrivere un libro sulla storia della donna in Sicilia, partendo dalla Preistoria fino ad arrivare al periodo medievale, per far capire che la donna nella Sicilia antica ha avuto un ruolo molto più importante di quanto finora si è creduto. Il libro ha sempre un taglio divulgativo.

Attualmente sta lavorando a qualche altra pubblicazione?
Sto scrivendo un libro sull'Italia preistorica. Vorrei pubblicarlo il 21 marzo in occasione delle Giornate Fai di Primavera. Sarà un lavoro molto simile a La Sicilia, il Mediterraneo, l'Europa, con l'unica differenza che il nuovo libro sarà incentrato su tutta l'Italia. Avrà sempre un taglio divulgativo, perché i libri di archeologia non devono essere letti solo dagli archeologi, ma penso sia fondamentale renderli accessibili a tutti, senza che si perdano il rigore e la scientificità del contenuto. La cultura è di tutti.
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