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Hussein Mohamad Ali Ghamlouche, nuovo Ambasciatore internazionale di Pace.

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sabato, 15 aprile 2023 08:12

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Da sinistra, Louis Armand de Jary e Hussein Mohamad Ali Ghamlouche
Fabrizio Federici
“Sono onorato che mi è stato assegnato questo incarico, che definisce nuove prospettive nella mia vita. Inoltre, tengo a dirvi che sarò all'altezza della vostra fiducia e del vostro rispetto, e farò del mio meglio per condividere con voi tutto ciò che favorisce la pace e la giustizia e promuove l'umanità dei popoli, delle società e dei Paesi”.
Al Teatro di San Luca, nel quartiere Prenestino di Roma, così è intervenuto il libanese Hussein Mohamad Ali Ghamlouche, investito nella carica di Ambasciatore internazionale della Pace. Da parte di Daniel Santu Biko, Direttore generale del CULPAC, Consiglio Universale per la Pace delle Nazioni e dei Continenti: organizzazione non governativa internazionale, con sede a Bruxelles, che, fondata nella Repubblica Democratica del Congo, da 44 anni realizza iniziative umanitarie per la pace, la promozione dei Diritti dell’Uomo e lo sviluppo delle più varie attività culturali, sociali, sportive e del tempo libero. La cerimonia d’investitura – cui ha assistito un pubblico di circa 200 persone, fatto sia di rappresentanti delle varie Comunità straniere di Roma, che di cittadini italiani - è stata moderata dall’editore italo- libanese Nizar Ramadan.
“Ringraziamo l’Unione Europea e l’Italia per il loro impegno a favore della pace”, ha esordito Daniel Santu Biko, precisando la natura dell’azione del CULPAC, che non è su base né politica, né confessionale, né filosofica: ma, con forte senso pratico, punta a valorizzare tutto quel che può promuovere la pace e l’armonia tra le nazioni, e la nascita d’una vera coscienza universale della dignità umana, senza discriminazioni di sorta. “Su questi temi, così”, ha proseguito Il Direttore generale, ”organizziamo periodicamente giornate di riflessione sulla pace, con la consegna anche di attestati a persone fisiche o giuridiche distintesi nella perenne guerra alla guerra”.
Papa Giovanni Paolo II, Abdou Diouf, negli anni ’90 Presidente del Senegal, la Croce Rossa e la Croce non Rossa internazionali con la Fondazione Damien, Louis Michel, nei primi anni Duemila ministro federale belga degli Affari Esteri e delle Riforme istituzionali, Nelson Mandela e Desmond Tutu, Lady Diana Spencer, la Fondazione Martin Luther King: ecco solo alcuni dei destinatari degli importanti attestati rilasciati, nel tempo, dal CULPAC. ”Oggi – ha sottolineato Biko – è giornata memorabile, perché riconosciamo nuovamente l’ìmportanza capitale della pace nel progresso di qualsiasi attività umana. E, per decisione dell’ assemblea generale del CULPAC a Bruxelles, nel giugno scorso, consegniamo il titolo ufficiale di ambasciatore della Pace anche ad Hussein Mohamad Ali Ghamlouche: coi complimenti per il suo impegno a favore dei diritti umani, da parte anche dell’Unione Europea”.
Louis Armand de Jary, alto dirigente del CULPAC ed emissario dell’Unione Europea, ha ricordato che all’idea stessa della Pace è legata, sin dalla sua nascita, la UE (“Beati i costruttori di pace”, ha sottolineato ripetendo una delle storiche frasi di Cristo nell’evangelico “Discorso della montagna”); e che, sin dal suo avvio negli anni’50, integrazione europea ha significato anzitutto creare una nuova civiltà giuridica basata sul diritto e sui diritti inalienabili dell’uomo. “Ma oggi – ha aggiunto – altra sfida che attende i fautori dell’integrazione europea è appunto difendere questo modello di civiltà, e la nostra visione del mondo, contro altri modelli che si fanno sempre piu’ aggressivi”.
“Vorrei ricordarvi – ha precisato, in chiusura, Hussein Mohamad Ali Ghamlouche - che per affrontare tutti i problemi e i disastri del mondo il primo, indispensabile presupposto è il mantenimento della Pace. E questo significa anzitutto, ribadire la necessità e l’urgenza del ruolo attivo delle Nazioni Unite per riaffermare il primato del diritto e dei valori universali contro la logica delle guerre, dell’oppressione e delle ingiustizie sociali. L’ONU, quindi, deve far sentire maggiormente la sua voce in difesa dei diritti umani in tutto il mondo, anche perché è proprio il mancato rispetto di questi diritti…una delle prime cause dell’immigrazione incontrollata; e deve investire in disarmo, difesa dell’ambiente, sicurezza sanitaria contro le pandemie La pace, poi, è davvero l'unico mezzo per garantire il progresso e lo sviluppo e l'instaurazione di giuste relazioni economiche e commerciali tra i Paesi; e la presenza della pace aiuta nel progresso tecnologico e nella creazione di un ambiente rispettoso e rassicurante per le menti creative ed i pensatori.
La pace, quindi, preserva le civiltà dei popoli, la loro storia, e permette a tutti di diffondere le proprie culture. Le guerre, invece, violano la sacralità della storia, la dignità e l’unità delle famiglie; mentre le bombe non fanno distinzioni tra edifici moderni e monumenti eretti centinaia di anni fa. Lasciando la terra contaminata per altre centinaia di anni da tossine mortali per il suolo, l'aria, le piante e l'uomo.
Insomma..... La pace fa emergere il meglio dell'uomo, della sua sublimità e della sua alta spiritualità".
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