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La Musa Inquieta, il corto dedicato a Marta Marzotto

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martedì, 23 febbraio 2021 14:58

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Marta Marzotto all'Hotel Metropole di Venezia
Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
Il 24 febbraio Marta Marzotto avrebbe festeggiato il suo 90° compleanno. Per celebrare la ricorrenza verrà presentato l’ultimo trailer del docu-film La Musa Inquieta, dedicato a Marta e alla sue amate Dolomiti. Il corto, scritto e diretto dal regista Massimiliano Finazzer Flory, è stato fortemente voluto da Diamante, figlia di Marta, per ricordare la madre dal punto di vista culturale. Sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia.
FtNews ha intervistato il Maestro Finazzer Flory, che svela qualche dettaglio sul docu-film, raccontando come la Contessa, scomparsa il 29 luglio 2016, attraverso la sua personalità eclettica e libera abbia ispirato l’estetica, il design, la moda italiana e i protagonisti di un’epoca, come Renato Guttuso, Salvatore Quasimodo, Roman Polanski, Vittorio Gassman.
Il film si concentra sugli abiti, i gioielli, i quadri, le case e i paesaggi amati da Marta e rievoca la vita di una mecenate dell’arte che ha vissuto l’esperienza del bello come sentimento di stupore che educa. In un'epoca come la nostra che non sa più meravigliarsi e stupirsi e sembra ignorare la funzione educativa del bello, dovremmo fare nostra l'eredità di una donna che ha influenzato un'epoca, attraversando da protagonista oltre mezzo secolo di cultura e storia italiane. È la storia di un rapporto tra l’arte come madre di tutte le cose e la nostra vita, - dichiara il regista - storia vera che ha al centro la relazione tra Marta Marzotto e il quadro di Sandro Botticelli “Madonna del Libro. In memoria della figlia Annalisa, uccisa dalla fibrosi cistica nel 1989, a soli 32 anni, la Contessa finanziò il restauro di questo quadro custodito nel Museo Poldi Pezzoli di Milano, da lei considerato una seconda casa. Come afferma il Maestro Finazzer Flory, le riprese si sono concentrate in questo Museo, nella sua ultima casa romana, a Venezia, nell'amata Sardegna e a Cortina d'Ampezzo, uno dei luoghi che più le erano cari. Non è un caso che mercoledì prossimo, giorno in cui Marta avrebbe festeggiato le 90 primavere, verrà presentato proprio l’ultimo trailer dedicato a Cortina e alle Dolomiti.
Amante della vita, che ha "divorato" fino all'ultimo istante, Marta Marzotto ha saputo donarsi l'immortalità nel ricordo di tutti coloro che l'hanno conosciuta e che oggi custodiscono nel cuore la sua generosità, la sua accoglienza, il suo amore per la vita, l'inesauribile voglia di conoscere e apprendere cose nuove, il sorriso gioioso che illuminava il suo volto. E proprio col sorriso, secondo Finzzaer Flory, vorrebbe essere ricordata, quel sorriso con cui ha sempre affrontato la vita, che le ha donato tanto, ma non le ha risparmiato dolori e sofferenze. Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre, diceva: un invito a non lasciarsi vivere e a reinventarsi sempre, anche quando si ha la morte nel cuore, guardando avanti con fiducia e facendo del bene agli altri. E lei ne ha fatto veramente tanto, ovunque, donando una parte di sé a chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerla e frequentarla.
Marta Marzotto sale lo scalone del Museo Poldi Pezzoli di Milano
Maestro Finazzer Flory, mercoledì 24 febbraio, giorno in cui Marta Marzotto avrebbe festeggiato il suo 90° compleanno, verrà presentato l’ultimo trailer del docu-film La Musa Inquieta, da lei scritto e diretto in onore di una donna che ha attraversato da protagonista oltre mezzo secolo di cultura e storia italiane, conoscendo i grandi del mondo, senza mai rinnegare le umili origini. Come è nata l'idea di questo documentario?
L’idea è nata dagli “influencer”. Si parla di chi influenza e meno degli influenzati. Marta Marzotto è stata contessa democratica. Amata dal popolo, aveva un’idea del potere associato alla bellezza. “La Musa Inquieta” è un titolo in cui mi riconosco. Questo film, dunque, ha queste premesse, ma una maternità, Diamante, la figlia che ha voluto ricordare dal punto di vista culturale la madre.

Lei considera la Contessa la prima "influencer" italiana. In che modo Marta Marzotto, con la sua personalità eclettica e libera, ha ispirato l’estetica, il design, la moda italiana e i protagonisti di un’epoca, come ad esempio Renato Guttuso?
Guttuso? Sì, ma molti altri ancora di cui non sappiamo, perché purtroppo il rapporto con Guttuso fa più gossip. In questo film indirettamente ricordo i suoi rapporti con Quasimodo, con Polanski, con Gassman, solo per dire che il suo approccio all’arte era totale, spiazzante, improvviso, passionale, misterioso, come spero sembrerà questo film.

Il 29 luglio scorso, in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa, nella villa della figlia Diamante, a Cala di Volpe, nell'amata Costa Smeralda, si è tenuto l’evento in ricordo della Contessa con la proiezione in anteprima del trailer del corto. Marta era profondamente innamorata della Sardegna, in particolar modo di Porto Rotondo, dove trascorse tante estati felici e spensierate. Anche Cortina d'Ampezzo ha rappresentato uno dei luoghi del suo cuore. Con quali altri posti aveva un rapporto altrettanto speciale? In quali luoghi si sono concentrate le riprese del corto?
Roma e Milano le città, ma non solo… In particolare, dagli interni della sua ultima casa a Roma, a Milano e il museo che per lei era una seconda casa e famiglia, il Poldi Pezzoli, scrigno d’arte che Marta apriva per offrire l’esperienza del bello come sentimento di stupore che educa… anche al mecenatismo…
Massimiliano Finazzer Flory
Chi ha conosciuto bene la Contessa ne racconta sempre la profonda e spontanea generosità. Lei che ricordo ne conserva?
Donare e non dare mi sembra il passo di Marta che tutta la famiglia Marzotto ha trasmesso all’Italia come modello di capitalismo umano e segnato dalla sensibilità verso la storia. Va aggiunto che la sua proposta di generosità spesso trovava forma nel suo design, perché va chiarito che al netto della sua popolarità glamour Marta era non solo musa degli artisti, ma anche di sé stessa. In altri termini, la Marta designer non è stata ancora del tutto compresa. Mi pare che sia questa la sfida che i figli stanno affrontando, in particolare Diamante nell'ambito dell’arte e Matteo in quello del sociale.

La morte della figlia Annalisa, uccisa dalla fibrosi cistica nel 1989, a soli 32 anni, fu la vera, grande tragedia della vita di Marta Marzotto. In memoria di Annalisa finanziò il restauro del quadro di Sandro Botticelli “Madonna del Libro", custodito nel museo Poldi Pezzoli di Milano. È stata una grande mecenate dell’arte...
Mecenatismo? Sì, ma strategico e non fine a sé stesso. Come responsabilità per conto di una società civile degna di questo nome, non succube di logiche opportunistiche, ma al tempo stesso moderna, convinta che la reputazione legittimata dall'arte duri nel tempo.

Secondo lei, come vorrebbe essere ricordata?
Con un sorriso e con un ammonimento: non dimenticatevi… ovvero con l’autoironia.

Quale messaggio si augura possa arrivare a tutti coloro che vedranno il docu-film La Musa Inquieta?
Le donne che noi amiamo hanno sempre più valore di quello che capiamo.
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