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Francesco Bianco, un cammino tra verità nascoste

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sabato, 13 luglio 2019 06:58

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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
FtNews ha intervistato Francesco Bianco, cultore delle vicende storiche nazionali, in particolare quelle riguardanti il territorio di Castellammare del Golfo (TP). Questa profonda passione l'ha indotto all'approfondimento e alla ricerca di circostanze, spesso occultate e negate, che hanno caratterizzato il XIX secolo nell'ex Regno delle Due Sicilie.
Laureato in Scienze Politiche, lo studioso ha pubblicato saggi e romanzi storici di successo: Castellammare del Golfo 1 gennaio 1862. Surci e Cutrara; Turriciano Brigante o Partigiano; Cento uno... Centouno... I Casi nascosti di Castellammare; Jaco e altre storia di Sicilia. Nel corso della nostra intervista, lo storico si è soffermato proprio su queste sue pubblicazioni, di cui ha svelato aneddoti e curiosità.
Recentemente nominato membro della Commissione Comunale per la Toponomastica, Bianco si augura che nei cittadini possa maturare una presa di coscienza sempre più profonda dell'importanza della storia di Castellammare del Golfo.

Dott. Bianco, lei è uno degli storici più apprezzati a livello locale del XIX secolo nell'ex Regno delle Due Sicilie. Di cosa si occupa precisamente? Quando è maturato il suo vivo interesse per la ricerca storica?
Mi occupo di ricerche storiche inerenti il periodo a cavallo dell'Unità d'Italia e connesse con il mio territorio. Sono sempre stato animato da interesse e passione per l'indagine storica e ad un certo punto della mia vita ho deciso di dedicarmi alla ricerca. Finora ho scritto quattro libri, precisamente tre saggi storici e un romanzo storico: Castellammare del Golfo 1 gennaio 1862. Surci e Cutrara; Turriciano Brigante o Partigiano; Cento e uno... Centouno... I Casi nascosti di Castellammare; Jaco e altre storia di Sicilia.

Partiamo dalla sua prima pubblicazione: Castellammare del Golfo - 1 gennaio 1862. Surci e Cutrara. Cosa avvenne l'1 gennaio 1862 a Castellammare? A cosa si fa riferimento con i termini Surci e Cutrara?
Siamo nella Sicilia a cavallo dell'Unità d'Italia; liberali e borbonici si contendono il potere nella città di Castellammare del Golfo. Quel giorno si verificò una sommossa contro lo Stato unitario orchestrata e organizzata dai filo-borbonici a difesa dei loro privilegi e contro i cosiddetti "Cutrara", la nuova classe borghese e liberale emergente che acquisisce il potere politico ed economico. Questa massa di circa cinquecento disperati, manovrati dalla fazione dei "Surci", assaltò e incendiò le case dei notabili e gli edifici pubblici. Da una parte i liberali, cosiddetti "Cutrara": i Marcantonio, gli Asaro, parte dei Borruso, i Galante, i Calandra. Dall'altra i borbonici, soprannominati "Surci": i Di Blasi, i D'Anna, i Costamante, i Plaja, i Coniglio.
"Cutrara" furono chiamati i notabili della ricca borghesia castellammarese della seconda metà dell'Ottocento che traevano ingenti benefici dalla privatizzazione dei beni ecclesiastici e demaniali previsti dalla politica economica del neo Regno dell'Italia Unita; "Surci", invece, furono definiti i filoborbonici, appartenenti alla vecchia aristocrazia che cercavano di mantenere il proprio prestigio di casta e il potere politico ed economico cittadino. Questi due schieramenti si vennero a costituire con i moti rivoluzionari del 1848 e si svilupparono e affermarono meglio dopo le vicissitudini dell'Unità d'Italia. Saranno loro a contendersi la supremazia paesana. Per meglio dire, "Surci" e "Cutrara" sono la stessa cosa, perché sono la classe elitaria della città.
Il libro ha ottenuto la menzione speciale dalla giuria al XXV Premio Nazionale Letterario "F. Florio" 2012.
Strada Mastra di Castellammare, 1896
Quanto al libro Turriciano - Brigante o Partigiano, com'è strutturato? Chi erano allora i "briganti"?
Il libro in questione è stato premiato con il terzo posto al XXVI Premio Nazionale di Letteratura "F. Florio" 2013. Il libro parla di un gruppo di giovani renitenti alla leva obbligatoria istituita dallo Stato unitario, che per 8 anni tennero in scacco le forze dell'ordine e l'esercito in tutto il territorio che va da Alcamo e Castellammare fino a San Vito lo Capo. Chi non si arrese e non rinunciò all'onore fu chiamato "Brigante": oltre ai renitenti alla leva, i contadini che da sempre reclamavano la terra, i soldati di Francesco II e Maria Sofia di Baviera. Tra i briganti: Pasquale Turriciano, Camillo Cajozzo, Nino Mistretta e tutti gli altri che tra Inici, Baida, Lo Sparacio e Fraginesi ebbero il loro rifugio sui monti e sulle vallate. Nella seconda parte del libro vengono ripercorsi, anno per anno, tutti gli eventi più o meno rappresentativi dell'Ottocento per meglio inquadrare le problematiche del brigantaggio a Castellammare del Golfo e nell'ex Regno delle Due Sicilie.

Nel libro Cento e uno... Centouno... I Casi nascosti di Castellammare si fa riferimento
a un "Libro dei Morti". Di cosa si tratta? Quali sono i casi nascosti menzionati nel sottotitolo?
Cento e uno... Centouno... è un approfondimento del saggio Castellammare del Golfo - 1 gennaio 1862, sulla scorta di documenti inediti e mai scoperti. La sommossa del 1° gennaio mise a ferro e fuoco il paese per tre giorni con fenomeni di violenza terribile. Sarà repressa dai soldati del Re d'Italia con la massima ferocia, colpendo prevalentemente vittime innocenti, tra cui la bambina Angela Romano. Quello della piccola Angela Romano è un caso che ho portato alla ribalta nazionale. L'elemento più caratterizzante di quello che successe, però, è un altro: in un certo contesto territoriale come quello di Castellammare, come per incanto, non morì più nessuno. Nel registro degli atti di morte del Comune di Castellammare dell'anno 1862 le trascrizioni dei decessi iniziano a partire dall'1 febbraio. Nel mese della sommossa, delle stragi e delle repressioni tutto viene cancellato con un'operazione chirurgica. Quello che noi sappiamo lo sappiamo grazie al coraggio di due preti, l'arciprete Girolamo Galante e il suo collaboratore Padre Michele Carollo, che per tre giorni, nel registro della Chiesa Madre, trascrissero i decessi. Poi dovettero fermarsi perché rischiavano la fucilazione (il giorno tre un prete, Benedetto Palermo, era stato fucilato ai Quattro Canti). In quei tre giorni lasciarono dei segnali quasi in codice sui luoghi degli eccidi e su cosa potesse essere successo. Massacri, eccidi, fucilazioni, gente in fuga sulle montagne; servì un mese per ristabilire l'ordine. Neanche i nomi dei componenti delle forze dell'ordine vennero trascritti; tutto doveva essere cancellato per sempre.
Il capitano dei Bersaglieri Carlo Mazzetti morì nella fase di sbarco, insieme a sette bersaglieri, nello scontro con i rivoltosi. Notizie dell'esistenza del capitano Mazzetti, livornese, decorato nella battaglia di Crimea, scomparvero anche dalla sua Livorno. Sono riuscito a rintracciare sue notizie solo grazie alla diocesi di Livorno con il suo certificato di battesimo, per il resto è come se non fosse mai morto. Il capitano Mazzetti è sepolto nella cappella comunale del cimitero di Castellammare, in un luogo di rilevanza pubblica, dato che mediamente ogni quindici giorni viene visitato da un figlio di questa terra, che oggi è Presidente della Repubblica Italiana: Sergio Mattarella. Ho trovato notizie sulla vita del Capitano Mazzetti anche attraverso un libro pubblicato nel 1862 da un suo amico, tale Emidio Cardinali. Queste informazioni, in molti casi, sono state fatte sparire anche dagli archivi delle forze dell'ordine. Un mio amico ha cercato notizie in merito presso l'Associazione Bersaglieri di Livorno, ma non ha trovato nulla. Pensi che gli riferirono di avere qualche notizia del capitano Mazzetti grazie alla lettura di un libro di un certo Francesco Bianco!
Lo storico Francesco Bianco
Dopo tre approfonditi saggi storici si è cimentato nella stesura di un romanzo storico dal titolo Jaco e altre storia di Sicilia. Chi è Jaco? Quali temi vengono affrontati nel libro?
Jaco sarebbe il presunto figlio segreto di Corradino di Svevia. Ho legato questa storia di fantasia a due eventi storici: la battaglia della Falconara dell'1 dicembre 1299, nell'ambito della guerra del Vespro, e la battaglia di Calatafimi. Dal momento che la nostra storia è stata rimossa per 800 anni, dall'anno 1059 al 1861, la guerra del Vespro viene storicamente ridotta a una sommossa palermitana, quando invece fu una guerra che durò 90 anni, dal 1282 al 1372. Nel nostro territorio la più grande battaglia campale è quella della Falconara, dove furono presenti tutti i potenti dell'epoca. Gli Angioni, guidati dal re Filippo I d'Angiò, erano favoriti, in quanto avevano la famosa cavalleria pesante francese, che però venne sorprendentemente massacrata dagli Almogàveri, soldati mercenari in parte africani, in parte siculi, votati alla morte con il loro equipaggiamento leggerissimo: indossavano solo una tunica, una lancia, una spada e un elmetto di cuoio. Quando la cavalleria francese caricò, gli Almogàveri la affrontarono buttandosi sotto i ventri dei cavalli, che squarciarono, facendo cadere e massacrando i cavalieri. In questo contesto la nostra fortezza di Castellammare del Golfo subì due assedi: il primo nel 1314 da parte degli Angioini, l'altro due anni dopo da parte degli Aragonesi per la riconquista del Castello. Il primo capitolo di questo libro è stato inserito in una raccolta di "racconti siciliani" curata dalla Historica Edizioni.

A quali fonti ha attinto e attinge per le sue ricerche? Mi baso su archivi statali, comunali ed ecclesiastici. Un ruolo molto importante, inoltre, spetta alle testimonianze tramandate dai discendenti di questi protagonisti: alcune famiglie hanno gentilmente messo a mia disposizione documenti, raccontandomi storie e dettagli di cui raramente si parla nei libri.

Attualmente sta lavorando a qualche progetto?
Sì, sto lavorando alla stesura di un testo che si intitola Surci e Cutrara. Ieri e oggi. E' un approfondimento sui fatti dell'800, a cui si collegano anche fatti recenti. E' in lavorazione, ma non so se e quando lo pubblicherò.

Da qualche mese fa parte della Commissione Toponomastica del comune di Castellammare del Golfo, recentemente ricostituita. Di cosa si occuperà in questa veste?
Sì, la Giunta comunale mi ha nominato membro della Commissione comunale per la Toponomastica. La commissione è incaricata di supportare, a titolo gratuito, l’amministrazione comunale nella scelta dei nomi per strade, piazze ed edifici pubblici. Questa nomina rappresenta un onore e un gradito impegno nei confronti di Castellammare e della sua storia. Voglio che si rivalutino personaggi della storia di Castellammare, intestandogli vie e spazi pubblici cittadini.

Cosa si augura per il futuro di Castellammare del Golfo?
Castellammare può avere soltanto un tipo di sviluppo, che è quello turistico. Per il resto mi auguro una presa di coscienza dell'importanza della storia di questo paese: i fatti della storia di Castellammare hanno rilevanza europea, tanto che all'università di Heidelberg, in Germania, studiano e approfondiscono la storia della sommossa di Castellammare e del brigantaggio ottocentesco. La comunità castellammarese degli Stati Uniti d'America è una delle più forti e compatte, con un profondo e sincero radicamento nel territorio. Questo deve inorgoglirci e spronarci a conoscere sempre più approfonditamente la nostra storia e il nostro passato.
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