Redazione     Informativa     Link  

Olimpia Biasi, la Viriditas di Ildegarda in mostra all'Hortus Patavinus

Invia una email ad un amico
DA
A
Messaggio

mercoledì, 25 aprile 2018 15:09

condividi su facebook
Olimpia Biasi nel suo studio
Francesca Bianchi
Resterà aperta fino al 1° maggio, presso l'Orto Botanico di Padova, Viriditas, la mostra che Olimpia Biasi ha voluto dedicare ad Ildegarda di Bingen e allo scienziato Stefano Mancuso. Viriditas, "viridità", è la vitalità, la forza vitale presente in tutte le creature, ed è proprio l'impenetrabile mistero della natura vibrante e vitale il protagonista assoluto di questa mostra promossa dall’Università di Padova e curata da Virginia Baradel. Ciò che la Badessa di Bingen pensava sulla Viriditas delle creature, Stefano Mancuso lo conferma con esperimenti scientifici. Questo ha consentito ad Olimpia Biasi di creare un legame ideale tra le opere divulgative di Mancuso e la figura di Ildegarda.
FtNews ha intervistato l'artista, che ha spiegato come è riuscita a far coesistere sulla tela il visionario e mistico universo della "Sibilla del Reno", tipico del Medioevo, con le nuove frontiere del sapere naturalistico, sostenendo che l’Hortus Patavinus, primo orto botanico universitario al mondo, istituito nel 1545, e da vent’anni Patrimonio Unesco, era il luogo più evocativo per ospitare una mostra di tale portata.
La Biasi ha raccontato dell'interesse per la Badessa di Bingen, scaturito dalla lettura del Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum, che l'ha indotta, poi, ad approfondire altri aspetti della vita e del magistero di colei che era ed è ancora considerata una delle personalità più affascinanti del suo tempo.

Sig.ra Biasi, come è nata l'idea di allestire una mostra sulla figura di Ildegarda di Bingen? Perché per questa esposizione ha scelto proprio l'Hortus Patavinus, un concentrato di varietà botaniche e di conoscenze scientifiche e filosofiche, di sapienze medicinali ed influenze esoteriche?
L’idea di allestire una mostra su Ildegarda di Bingen all’Orto Botanico di Padova mi é scaturita leggendo ilLibro delle creature. Differenze sottili delle nature diverse, pubblicato nella collana medioevale curata da Francesco Zambon, filologo romanzo ed amico. Il libro, scritto in un Medioevo remoto da questa mistica eclettica, mette in stretta connessione animali, vegetali e minerali con i bisogni dell’uomo, ma ciò che più mi ha affascinato è stato il termine viriditas, che poi ha dato il titolo alla mia mostra. L’Hortus Patavinus è nato nel 1500 con lo scopo di fornire alla facoltà di medicina "i Semplici", cioè le erbe curative. Quale altro luogo sarebbe stato più congeniale per allestire una mostra con tema la Natura, filtrata attraverso la cultura? Mi occupo di natura da sempre; coltivo un giardino ampio, documentandomi puntualmente di botanica.

Perché Viriditas? Cosa si intende con questo termine?
Viriditas, "viridità", è la vitalità, la forza vitale presente in tutte le creature, è vigore legato al colore verde che connota questa forza. Questa mostra, che ho voluto dedicare ad Ildegarda e a Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale, parte dalle intuizioni medioevali sulla viriditas delle creature, per arrivare alle conferme scientifiche attraverso esperimenti concreti che confermano questa vitalità intelligente che interagisce anche con l’uomo. Come contrappunto tra questi due poli, le soavi poesie di Emily Dickinson, che ha spiegato la natura con la poesia.
Opera Olimpia Biasi su Ginkgo biloba (Foto Claudio Mainardi)
Come è strutturato il percorso espositivo? Partendo dall'esterno dell'Orto Botanico, nel periodo invernale ho creato delle installazioni, due Teleri di 8 metri appesi agli alberi storici (Platanus orientalis e Ginkgo Biloba), pittura su tela industriale, materica ed espressionista, per indicare la forza della natura; due sculture su vetro: una lastra piatta contenente un telero di 2,5 metri, stesa a pelo d'acqua sulla lastra delle ninfee (omaggio a Goethe), sotto la palma di Goethe, e una scultura di vetro di 2,5 metri, Ode al Papavero, nel prato. All'interno, nella grande sala a due piani, ho esposto le mie Garze (collages polimaterici su garza), dove è interpretato il mondo degli incolti con insetti e tutto il brulicare vegetale minimale, quello a cui non prestiamo attenzione. Se il Telero colorato esprime la forza, la Garza vuole rappresentare la leggerezza della natura. Una grande garza di otto metri cala dal primo piano fino a terra e vi si adagia con strascico. Altri due Teleri rosso corteccia, pittura su tela industriale, allertano sulla forza; uno, appeso tra i due piani, contiene un enorme onda, e un altro, nero, titola Dalla notte dei tempi. Vi sono, poi, delle stele in vetro che racchiudono garze ed accentuano il senso di immatericità e leggerezza. In omaggio agli erbari ho composto dei libri dipinti e disegnati su supporti cartacei, legnosi o di stoffa: indagini dal vivo sulla natura. Nel piano superiore ho allestito dodici disegni a grafite 150/50 su legno, rappresentanti animali citati da Ildegarda: lupi, orsi, volpi. Si termina con un telero di plastica trasparente disegnato a fumetto con animali fuori scala. L'Ariete mistico chiude la mostra.

Come e quando è nato il Suo interesse per la "Sibilla del Reno"? Da quali opere ildegardiane ha tratto maggiore ispirazione per questa mostra?
Il mio interesse per Ildegarda, scaturito dalla lettura iniziale del Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum, si è andato via via consolidando, consentendomi di approfondire la biografia, le visioni, la musica e le altre opere, ma sono state soprattutto la dignità attribuita ad ogni singola creatura e la vitalità ad attrarre le mie riflessioni. Ho lavorato alcuni anni a questo tema, ma la preparazione della mostra per l’Orto è durata un anno e mezzo. Alla fine sono state selezionate delle opere che costituiscono il percorso espositivo.

Come è riuscita a far coesistere sulla tela il visionario e mistico universo di Ildegarda, tipico del Medioevo, con le nuove frontiere del sapere naturalistico?
Dalla lettura delle opere divulgative di Stefano Mancuso ho creato un legame ideale con Ildegarda. Ciò che la Badessa di Bingen pensava sulla Viriditas delle creature (vitalità consapevole, personalità, intelligenza), Mancuso lo conferma con esperimenti scientifici. La nostra supposta superiorità sulla natura che ci circonda è smentita ogni giorno in maniera sempre più evidente. In realtà siamo dipendenti in  modo indissolubile dall’ossigeno che ci procurano le piante ed ogni essere sulla terra ha una funzione precisa di reciprocità. Durante il percorso di realizzazione delle opere ho socializzato con piccoli insetti, con vermicelli, foglie, lacerti, fiori, rospi, lucertole, lupi, volpi, topi; man mano che uscivano dalle mie mani andavano formando un microcosmo immaginario di animali veri, mai esistiti.
Opera Olimpia Biasi su Platano Orientale (Foto Claudio Mainardi)
Come è riuscita a legare perfettamente umano, vegetale, animale, minerale e ad esprimere visivamente il mistero della natura e dell’infinito?
Per esprimere il mistero della natura e legare visivamente vegetale, animale, minerale ho estrapolato due elementi comuni: la forza e la leggerezza (con leggerezza intendo il senso poetico). La forza l’ho estrinsecata con colori forti, quasi espressionistici, pittura materica ad acqua ed olio su tela industriale (i Teleri Rosso corteccia, uragano, notturno). Per la leggerezza ho usato collages polimaterici su tela di garza trasparente arricchita da acquerello, disegni a penna, inserimenti vegetali, fili, impunture.

Un prezioso catalogo, edito da Grafiche Antiga, accompagna l’esposizione. Come è strutturato?
Nel catalogo le immagini testimoniano il minuzioso lavoro svolto, ma il percorso è mirabilmente descritto da Virginia Baradel, critica e curatrice della mostra. Sono presenti contributi di Claudio Magris, G.Folena, Nico Naldini.

Perché, secondo Lei, ancora oggi c'è tanto interesse nei confronti di Ildegarda di Bingen?
L’interesse per Ildegarda sta aumentando perché le persone, allertate anche da inquinamento e degrado, stanno diventando sempre più attente ai temi che riguardano la natura; questo le induce a cercare soluzioni di intesa e di compatibilità con il mondo vegetale ed animale, approfondendone la conoscenza. In particolar modo, il regno vegetale sta acquisendo una fisionomia sempre più completa e diversificata: presenze che davamo per scontate e subalterne, ora si percepiscono con più considerazione. La scienza indaga le caratteristiche dinamiche e fisiche di piccoli animali per utilizzarle nella progettazione di macchine sostenibili o adatte allo spazio. Ci sono traiettorie affascinanti nel volo delle farfalle, nello spostamento a propulsione dei semi, nel disegno perfetto dei fiori. Dalla natura, da sempre, si estraggono sostanze e rimedi utili all’uomo, e questi sono sempre gli stessi dei tempi di Ildegarda.

Ultimamente si sta riscoprendo sempre di più il potere terapeutico della natura e delle sue erbe. Quanto è importante oggi ristabilire una connessione con la natura, cercando di sentirci una sola cosa con le sue bellezze e vivendo in comunione con tutte le sue creature?
Oggi più che mai il sodalizio e l’interazione con la natura possono darci ristoro materiale e spirituale, aiutandoci a sedare le ansie e a creare un rapporto di reciprocità e benessere con il mondo circostante.

Quali riflessioni si augura che questa mostra possa suscitare in tutti coloro che avranno il piacere di visitarla?
Mi auguro che questa mostra induca alla lettura di Ildegarda e di Stefano Mancuso: le creature non sono solo oggetti da conoscere, classificare, studiare, ma veri e propri concentrati di principi e sostanze che servono all’uomo per sopravvivere e di cui abbiamo un bisogno anche spirituale.
Mostra altri Articoli di questo autore
info@freetopnews.it
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO
Invia un commento alla Redazione
Email
Nome e Cognome
Messaggio
Gentile lettore, prima di inviare il Suo messaggio:

compilare il codice di sicurezza sottostante copiando l'immagine raffigurata;

CAPTCHA 
cambia codice

inserisci codice



Per pubblicare, in fondo all'articolo, il suo commento selezionare il pulsante sottostante.

Pubblicazione
  Si    solo nome
  Si    nome e cognome
  No


Grazie della collaborazione.

2014 - ftNews una testata di libera informazione.
2014 - FreeTopNews una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre pi ricchi i contenuti e accrescere la qualit del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione. (Continua)

Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.