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Fabrizio Federici
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Stando a quanto riportato da Olivia Headon, portavoce dell’Oim, l’Organizzazione internazionale sui migranti, il numero delle vittime nel naufragio d’un barcone lungo le coste libiche è ancora incerto: 8 dei cadaveri rinvenuti sulle coste della Libia sarebbero pakistani, e 2 libici, mentre in totale risultano dispersi 90 migranti, in gran parte pakistani.
L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) commenta, attraverso la voce del Presidente, prof. Foad Aodi, che parla anche per le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e per la Confederazione Internazionale Unione Medica Euromediterranea (UMEM, di cui è fondatore): "Basta con la catena di morte nel Mediterraneo. Quel che ci auguriamo, come medici di origine straniera, ma, ancora prima, come cittadini europei aventi rispetto per la vita, è che i Governi, italiano, libico e sovranazionale, lavorino su più fronti, per incrementare i servizi socio sanitari su ambo le Sponde. Sollecitiamo l’urgenza di una legge Europea per regolare l’immigrazione”, prosegue, “che trascenda i personalismi, i colori e i partiti (specialmente in questa campagna elettorale in Italia). Urge una legge salvavita. Le sole armi che abbiamo “in mano” per contrastare l’immigrazione irregolare sono la prevenzione e l’unione, senza fare allarmismo e senza divulgare notizie infondate su terrorismo e immigrazione. Siamo al corrente, in realtà, solo del 30-35% dei decessi nel Mediterraneo; dei molti che muoiono a inizio del viaggio o prima di intraprenderlo, in Libia, e che sono sottoposti a torture e violenze, non abbiamo alcuna notizia. Amsi e Umem invitano a una maggiore cooperazione, per contrastare il dramma comune dell’immigrazione irregolare, contro la violenza sulle donne e la scomparsa dei minori non accompagnati (oltre 20 mila nell’ultimo anno)”.
“No alla giustizia fai da te, no al razzismo e le discriminazioni. Siamo angosciati per questa pericolosa atmosfera che riguarda l’immigrazione e i cittadini di origine straniera in Italia”, sottolinea ancora, con forza, il Presidente delle Co-mai, commentando la sparatoria di Macerata ed esprimendo “solidarietà ai 6 feriti”, tutti stranieri. Aodi auspica che “la giustizia faccia il suo percorso”, e manifesta la preoccupazione delle Co-mai per “la strumentalizzazione politica eccessiva che crea allarmismi e fobie nei confronti dei cittadini di colore o di diverse religioni, in particolar modo in questa fase pre-elettorale. Alcuni partiti – incalza – attaccano immigrati, musulmani, arabi, donne con il velo, altri invece non parlano più di immigrazione e integrazione per paura di perdere voti”.
Dunque l’appello delle Co-mai: “Invitiamo tutte le forze politiche a una maggiore responsabilità nelle loro dichiarazioni”, conclude Aodi, richiamando alla responsabilità anche i mass-media.
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