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Il nuovo romanzo di Maristella Lippolis: Raccontami tu

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martedì, 07 novembre 2017 16:56

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Francesca Bianchi
Giovedì 16 novembre, presso la libreria Tuba di Via del Pigneto, a Roma, la scrittrice Maristella Lippolis presenterà Raccontami tu, il suo ultimo romanzo pubblicato il mese scorso dalla casa editrice L'Iguana. All'appuntamento, che inizierà alle ore 18, interverranno le scrittrici Maria Rosa Cutrufelli, Nadia Tarantini ed Emilia Bersabea Cirillo, che nell'occasione presenterà la sua raccolta di racconti Potrebbe trattarsi di ali.
FTNews ha incontrato Maristella Lippolis, che ci ha rivelato qualche dettaglio in merito alla genesi e alla trama di questa sua nuova pubblicazione, evidenziandone le peculiarità rispetto agli altri tre romanzi. Da sempre attiva nel movimento delle donne ed impegnata nell'organizzazione di iniziative di valorizzazione della storia e della cultura di genere femminile, durante la nostra conversazione ha parlato del suo grande amore per la scrittura, nato in lei sin dall'infanzia insieme a quello per la lettura. Vincitrice del Premio Piero Chiara con la raccolta La storia di un'altra, la scrittrice ha espresso l'auspicio che i suoi romanzi, ispirati a ciò che accade nella vita di tante donne e dominati dalla presenza costante di figure femminili, parlino all'esperienza di molte lettrici, sostenendone le scelte di libertà.

Maristella, Lei ha al Suo attivo tre romanzi, Il tempo dell’isola, Adele né bella né brutta, Una furtiva lacrima. Come e quando è nata l'idea di cimentarsi nella stesura di Raccontami tu, un nuovo romanzo, dove protagonista indiscusso è sempre l'universo femminile?
L'idea del romanzo è maturata parecchio tempo fa, per tappe successive. All'inizio c'era una donna in fuga che vedevo muoversi in una città sconosciuta. Poi ho iniziato a chiedermi da cosa stesse fuggendo e come se la sarebbe cavata, e via via sono entrate in scena altre personagge, ognuna con la propria storia che si è intrecciata a quella delle altre.

Cosa ha determinato la scelta del titolo?
Quando stavo riflettendo sul titolo che avrei voluto dare al mio romanzo, tra i molti che mi si presentavano, sapevo che stavo cercando non un titolo ad effetto, ma qualcosa capace di racchiudere in poche parole il cuore più profondo della storia. Una storia in cui tre donne entrano in scena, agiscono e reagiscono, ma il motore di questo loro agire è il racconto di sé, l’una con l’altra. Il loro parlare non è un semplice sfogo o la ricerca di una consolazione che può venire dall’altra che ascolta, cosa che le donne fanno da sempre tra loro. E’ un parlare che svela, anche a sé stesse, il nocciolo duro della propria vicenda, un consegnare all’altra con fiducia la propria storia perché l’altra che la guarda dal di fuori sia capace di vederla meglio e trovarne il senso. Parlando con l’altra, il senso della propria storia si fa più chiaro, e questa comprensione cambia il corso della propria vicenda. Mentre svolgevo questi pensieri, mi è tornato in mente il libro di Adriana Cavarero Tu che mi guardi, tu che mi racconti, libro che conservo da sempre tra i miei più preziosi, letto, sottolineato e riletto, in particolare la parte in cui si racconta la storia della cicogna, di Karen Blixen. Ho capito che era lì la chiave, il cuore del romanzo, e il titolo è venuto da sé.

Qual è il filo conduttore del romanzo?
Io direi che i fili sono più di uno: c'è il bisogno di ciascuna delle protagoniste di ridefinire il percorso della propria vita, anche ponendo rimedio a decisioni sbagliate che l'hanno condizionata; c'è il tema delle relazioni tra donne e uomini, spesso segnate dalla violenza o dal mancato riconoscimento dell'autonomia femminile e della difficoltà di riconoscersi; il desiderio di libertà, e soprattutto le relazioni tra donne, grazie alle quali le scelte anche difficili delle protagoniste trovano una sponda, un sostegno, un rifugio.
Si è ispirata a qualcuno per la creazione di questa storia?
Alla vita. La mia fonte di ispirazione è la vita concreta, che conosco. E poi credo che la materia dei miei romanzi e racconti affondi le radici in ciò che mi inquieta, e nell'inventare storie tento di trovare risposte. Perché, come scriveva Karen Blixen, tutti i dolori sono sopportabili se li si può inserire in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi.

Qual è la peculiarità di Raccontami tu rispetto agli altri tre romanzi?
Di contro, ci sono punti di contatto tra questo libro e i precedenti?

Qui analizzo con più profondità le figure maschili, che negli altri libri avevano ruoli più marginali o comunque di supporto alle protagoniste indiscusse, sempre donne. La scena era sempre loro esclusiva, qui invece gli uomini sono fondamentali.
Tra queste quattro pubblicazioni, ce n'è una a cui si sente particolarmente legata?
I libri sono come i figli, li si ama tutti, di amori uguali e diversi.

Cosa L'ha spinta a passare da una Casa Editrice affermata, come la Piemme, con cui ha pubblicato Adele né bella né brutta e Una furtiva lacrima, ad una piccola realtà editoriale di recente fondazione, come L'Iguana?
La grande editoria ormai segue logiche puramente commerciali e io desideravo da tempo fare un'esperienza con una casa editrice più attenta ai contenuti. Pubblicare con L'Iguana, una comunità editoriale femminile, è una scelta che rappresenta al meglio il mio percorso di impegno nel mondo delle donne, una scelta basilare nella mia esperienza di vita.

In passato ha anche curato la pubblicazione di libri di narrativa e saggistica, scrivendo prefazioni e recensioni, ed è stata impegnata nell'organizzazione di iniziative di valorizzazione della storia e della cultura di genere femminile. Collabora con la rivista Leggendaria, con il LetterateMagazine e con il Magfest (Festival di donne nel teatro). Organizza laboratori di scrittura creativa ed autobiografica. Cosa rappresenta per Lei la scrittura?
Quando è nata in Lei la passione per la scrittura?

La scrittura è una passione con cui convivo da sempre, insieme alla lettura. Ho imparato a leggere da sola all'età di cinque anni per il desiderio e la curiosità di sapere cosa c'era scritto nei libri. Dalla lettura è scaturita molto presto la scrittura: poesie, racconti, abbozzi di romanzi. Poi le prime vere prove, con i primi racconti pubblicati sulla rivista diretta da Maria Rosa Cutrufelli, e la raccolta La storia di un'altra con cui ho vinto il Premio Piero Chiara, e non mi sono più fermata.
La scrittura è il mio modo di esprimermi, rappresenta me stessa. Una passione, una gioia.

Quale messaggio si augura possa giungere alle lettrici dei Suoi romanzi?
Io scrivo storie di donne. Spero che le lettrici trovino nelle mie storie qualcosa che parli anche alla loro esperienza, se pure per un piccolo aspetto, e che possa sostenere le loro scelte di libertà. Ma ho anche dei lettori, e una volta uno di loro ha scritto che da quella storia un uomo avrebbe imparato qualcosa di più sulle donne. Anche questo mi sembra importante.


Chi volesse entrare in comunicazione con Maristella Lippolis può trovare i suoi contatti sul suo sito: www.maristellalippolis.it
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