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Mr. Anno 2016, prego, si accomodi all'uscita e... a mai più rivederci!

sabato, 31 dicembre 2016 07:39

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Mafalda Bruno
Troppe. Ne sono successe troppe di cose, e tutte pesanti come macigni in questo 2016. Si potrebbe fare un elenco dei fatti più salienti, a partire dai decessi illustri in vari campi come scienza e musica, la Brexit, le elezioni negli USA, i terremoti che ci hanno devastato case e speranze, il Referendum costituzionale e gli attentati terroristici che tante lacrime hanno fatto versare in tutta Europa. Ma sappiano i nostri lettori che, per chi volesse, il web è già pieno di queste liste: basta digitare avvenimenti 2016 e se ne possono leggere a volontà.
In ogni caso, i tre sconvolgimenti (a nostro avviso) più evidenti sono stati la Brexit, l'elezione di Trump e il nostro Referendum costituzionale. Tutti e tre con un comune denominatore: la ribellione verso il potere costituito, contro i poteri forti, soprattutto a livello politico. E di prevedibile, a monte, c'era solo una cosa che ora emerge da questa triade di fatti: la nascita e la proliferazione di populismi, nostrani e stranieri, di ribelli a prescindere, di esasperati che urlano contro l'establishment e intendono abbatterlo, pur non avendo neanche la più remota idea di cosa fare dopo: il che ricorda una gag romana di uno che diceva "io intanto, te riempio subito de botte, poi ne parlamo".
Sia per la Brexit che per Trump, è ridicolo affermare "io l'avevo detto". La sorpresa ha colto tutti: certamente gran parte degli inglesi e lo stesso Trump. Mentre per il referendum del 4 dicembre scorso non poteva che andare com'è andata: Renzi aveva tutti contro, persino una fetta del suo stesso partito, quindi era prevedibile una sua sconfitta, ma, per quanto si esaltino a crederlo, non hanno vinto i NO. Ha vinto la rabbia, la protesta, in molti casi l'invidia e le ripicche, e sicuramente il disagio sociale diffuso.
Da tutta quella caciara referendaria, appare tuttavia un poco strano il silenzio che ora aleggia sulla legge elettorale. Ma come? Non si doveva andare subito alle urne? Non erano pronti tutti i partiti a fare la loro proposta di legge elettorale? Non si doveva fare in fretta? Pare come se tutta la fregola pre- referendaria ora si sia assopita tra i bagordi natalizi. Se ne riparla quando? Dopo la Befana e aver tolto albero e presepe? Siamo davvero un paese di buontemponi, se non esistessimo bisognerebbe che ci inventassero.
Ma gli italiani mica mettono in tavola la legge elettorale!! (altro slogan very cool). Giusto, ma proprio per questo motivo speriamo che il Parlamento metta subito mano ad un corretto funzionamento della democrazia, per poi portarci a nuove elezioni di un governo che, in cinque anni di lavoro, possa farci risalire la china.
La crisi di quest'anno è stata pesantissima e su questo non ci piove: ma siccome porta male non augurare pace e bene a fine anno, dio ce ne guardi, occorre sperare anche nelle opportunità che arriveranno nel 2017. Naturalmente dipenderà dalla qualità delle forze politiche, economiche e sociali che avranno le redini del nostro paese. Questo è l’aspetto che ci auguriamo vada sempre più a migliorare.
Ragioni per essere critici, disillusi e sfiduciati gli italiani ne hanno a iosa, ma se davvero aspettiamo un cambiamento, non è pensabile ottenere risultati positivi incoraggiando distruttori o illusionisti, occorre serietà, per prima da parte nostra e poi verso chi si dà da fare in base a sane idee e sani valori, non chi blatera qualunquismi da tutto ed il contrario di tutto. Solo così si lascerebbero all'asciutto i pesci grossi (ma anche quelli medi e piccoli) che galleggiano come parassiti sulle spalle dei cittadini, e troveremmo la capacità di individuare e sostenere chi può aiutarci ad uscire dalle attuali difficoltà.
Che, ahinoi, sono davvero tante.

Buon 2017!
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