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mercoledì, 26 ottobre 2016 20:17 |
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Mafalda Bruno
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La vicenda è di pubblico dominio: a Gorino, una frazione del comune di Goro, (FE), un gruppo di abitanti ha bloccato l'accesso al paese a due pullman che trasportavano dodici donne migranti (
I profughi avrebbero dovuti essere ospitati, secondo il prefetto Tortora, nell'ostello "Amore-Natura" del paese; ma diverse persone si sono piazzate davanti al pullman per bloccarlo, alzando delle barricate con bancali e materiale vario. Vano il tentativo di far scendere a miti consigli cittadini, prefettura e polizia: intorno a mezzanotte, il mezzo con a bordo le donne e i bambini migranti ha fatto dietro front verso altre strutture ricettive.
In poche parole: un paese intero ha respinto, con reazioni bellicose, da guerriglia urbana, dodici donne e pochi bambini arrivati in Italia, dopo un viaggio bestiale, su qualche barcone.
Ma guai a bollare i cittadini rivoltosi come razzisti. Secondo loro la mobilitazione è nata per combattere una grande ingiustizia che avrebbe sconvolto la vita degli abitanti di Gorino (???)
Non sono intolleranti, noooooo, ma allora com'è che appena si è diffusa la notizia secondo cui il sindaco Viviani aveva convocato una riunione d’urgenza, in paese ha cominciato a salire la rabbia ed è iniziato un viavai furioso nel bar-ostello, al momento sotto sequestro?
Non sono intolleranti: eppure nel documento firmato dal prefetto Tortora e datato 24 ottobre, si ordinava la "requisizione, con effetto immediato e sino al 28 febbraio 2017 e comunque fino a nuove esigenze di sei stanze" della struttura, "da adibire ad ospitalità di richiedenti protezione internazionale, assegnati alla Prefettura di Ferrara". Appunto! Che i bravi cittadini di Goro e Gorino non sappiano leggere?
Non sono intolleranti: ma quando, a causa della protesta, al proprietario dell'ostello è stato chiesto se volesse mettere a disposizione gli spazi, lui ed altri con lui, hanno detto un bel chiaro e tondo NO. Motivando il loro rifiuto che non si tratta di razzismo, che le donne e bambini sono ben accetti, ma che altro discorso è vedersi imporre la loro presenza con un preavviso di poche ore, senza che nemmeno le camere siano pronte! (E figuriamoci cosa poteva mai preoccupare quelle vite stremate, che il letto fosse rifatto o meno!).
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Insomma, un gran guazzabuglio. Dal quale probabilmente, a causa di dodici donne e otto bambini, deriverà la chiusura dell'ostello. Orrore, schiamazzi, turismo a rischio, posti di lavoro persi, scuole chiuse (ma perchè poi? che c'entrano le scuole?) e via discorrendo.
Un anziano del paese ha dichiarato: "Noi non siamo mai stati razzisti, ma lo stiamo diventando, sono loro ci fanno diventare razzisti". Loro chi buon uomo? Dodici donne e otto bambini?
Il Parroco di Goro, Don Paolo Paccagnella, ai ripetuti tentativi di contattarlo, ha strategicamente staccato il telefono della parrocchia.... sarebbe stato interessante sentire cosa pensa dei suoi parrocchiani. Vaglielo a spiegare ora a Papa Francesco il comportamento dei suoi fedeli, dopo che la Chesa ha dedicato un anno intero alla Misericordia: mi sa che si deve trovare (spero) in un bel conflitto di coscienza, il caro reverendo.
Vedremo come finisce: ma anche se verranno messe delle pezze a questa questione, la situazione rimane quella che è: il razzismo sta pericolosamente dilagando. Indiscriminato sta diventando il rifiuto del diverso da noi, dell'ospite non invitato e quindi non gradito. Il che sta ad ulteriore riprova, qualora servisse ancora, di quanto la politica europea in materia di immigrazione, sia sottozero spaccato.
Salvini, manco a dirlo, è Goro in persona in questi momenti, sta avendo un altro dei suoi impeti di orgasmo politico; c'è da scommetterci che si farà una t-shirt con su scritto "Je suis Goro". Al momento comunque, riferiscono i media, è tornata la tranquillità dell'ordine pubblico. Possono mettersi a cantare: el pueblo, unido, jamàs sera vencido.... Il popolo, insomma, ha vinto e Gorino è salva.
Salva? Ma da cosa? Da chi?
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