Redazione     Informativa     Link  

L’Islam, questo (s)conosciuto?

giovedì, 15 gennaio 2015 23:09

condividi su facebook
Mafalda Bruno
Com’era logico avvenisse, i recenti fatti di Parigi hanno aperto una discussione a livello non solo italiano, ma anche europeo e mondiale sull’islamismo, quello buono e quello violento, oggetto in questi giorni di tutti i dibattiti televisivi e di ampi articoli sui quotidiani.
Per approfondire meglio la tematica islamica, che come effetto della globalizzazione riguarda noi tutti, ftnews ha intervistato il Professor Gianluca Sadun Bordoni, docente di Filosofia del Diritto presso l'Università di Teramo, dove insegna anche Diritti Umani.
Presso la stessa Università è delegato del Rettore per i rapporti con le Università del Mediterraneo.

Professore, partiamo dall’inizio: secondo lei si può parlare di un Islam buono e di uno marcio?
Credo che il quadro sia molto più variegato e sfuggente. Sia l’Islam “moderato” che quello “fondamentalista” hanno una pluralità di espressioni.
Nel caso degli islamisti, pensi ad Al Quaeda, all’Isis (Islamic State of Iraq and Syria), ai Talebani, ad Hezbollah, ad Hamas, a Boko Haram. Tutti costoro hanno bensì un nemico comune (l’Occidente), ma notevoli differenze, politiche e religiose, al loro interno.
Ci sono poi Stati alleati dell’Occidente, ma ispirati all’integralismo religioso (wahabita) come l’Arabia Saudita, e Stati come la Siria, autoritario e legato alla Russia, ma assai poco radicale sul piano religioso. Inoltre, alla radice, prima del conflitto con l’Occidente, c’è una lotta interna, una ‘fitna’, tra sciiti e sunniti.
Non bisogna peraltro mai dimenticare che l’Islam non arabo sembra in generale meno ricettivo rispetto al fondamentalismo: il più grande Stato islamico del mondo, l’Indonesia ne è lambito solo marginalmente e lo stesso si può dire della Turchia, che nonostante un crescente fervore religioso e spinte autoritarie, resta un candidato all’ingresso nell’Unione Europea.
Insomma, si tratta di un groviglio difficilmente districabile, il che in parte spiega il disagio e il ritardo da parte dell’Occidente.

A Suo avviso, nelle moschee, nei dibattiti, nelle scuole coraniche, la parte sana dell’Islam usa sufficiente forza per contrapporsi a quella insana e violenta?
Se lei si riferisce all’Islam europeo, tocchiamo un altro problema, sollevato dalla crescente immigrazione, sulle cui complesse cause ovviamente non mi soffermo. Certo, essa provoca una pericolosa frustrazione in molti immigrati, anche se cittadini, ma di origine islamica, a disagio in società profondamente secolarizzate come quelle europee.
La mia impressione è che fino a tempi recenti siano mancati gli strumenti culturali di base per capire il fenomeno, e in generale il peso della religione nella costruzione delle identità collettive.
Non so però dirle se, all’interno del mondo islamico ci sia un contrasto sufficiente alle tendenze islamiste radicali. Quel che è peggio, ho paura che non lo sappia bene nessuno.
Parigi ha reagito in maniera eclatante alla minaccia della libertà di pensiero. Passata l’onda emozionale della manifestazione, secondo Lei ora quali provvedimenti andranno adottati per contrastare questo clima di terrore?
Anche questo è naturalmente un problema di grande complessità. Il punto è secondo me questo: l’Occidente, per combattere in modo efficace l’islamismo radicale, ha bisogno della collaborazione di Stati islamici, come l’Iran, o la Siria, o l’Egitto, e di Stati non islamici, come la Russia, che per varie ragioni hanno il nostro stesso interesse a contenere il fenomeno dell’islamismo radicale sunnita.
Si tratta però di una collaborazione difficile, perché questi Stati sono, in varia misura, distanti dai nostri standard di democrazia e rispetto dei diritti umani, e inoltre alcuni di questi regimi sono con il loro atteggiamento all’origine del risentimento degli islamisti, che non è solo rivolto contro gli Usa o l’Europa.
Non a caso pare che tra i combattenti in Siria ci siano molti ceceni. Nonostante queste evidenti difficoltà, contro il terrorismo, non c’è altra strada rispetto alla collaborazione internazionale.

Guardiamo dentro casa nostra: pensa che si troverà una quadra, un punto di incontro, tra chi sostiene che si deve reagire con la forza (cavalcando quest’onda, probabilmente, per una propria campagna elettorale) e chi, al contrario, pensa che solo il dialogo e la cooperazione potranno portarci fuori da questo marasma?
Rischio di peccare di ottimismo, ma questo è forse meno problematico. Non credo che da noi l’estremismo anti-islamico diventerà un vero problema, come in Francia. Da noi il populismo è diviso e una parte di esso, ad esempio il Movimento 5 stelle, pur essendo molto critica sull’immigrazione, non cavalca l’islamofobia.
Naturalmente tutto questo potrebbe mutare radicalmente nel caso di violenti attentati terroristici nel nostro paese, ma ci auguriamo fortemente che questo non accada.
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO
Invia un commento alla Redazione
Email
Nome e Cognome
Messaggio
Gentile lettore, prima di inviare il Suo messaggio:

compilare il codice di sicurezza sottostante copiando l'immagine raffigurata;

CAPTCHA 
cambia codice

inserisci codice



Per pubblicare, in fondo all'articolo, il suo commento selezionare il pulsante sottostante.

Pubblicazione
  Si    solo nome
  Si    nome e cognome
  No


Grazie della collaborazione.

2014 - ftNews una testata di libera informazione.
2014 - FreeTopNews una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre pi ricchi i contenuti e accrescere la qualit del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione. (Continua)

Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.
Informativa:

Il Gestore del sito si riserva il diritto di pubblicare solo gli articoli ritenuti meritevoli, a suo insindacabile giudizio. Tutto il materiale inviato non verr restituito.
Limiti di Responsabilit :
Con la spedizione dell articolo l Autore espressamente ne autorizza la pubblicazione su ftnews.it e il Gestore del sito non assume nessuna responsabilit , n civile, n penale, in relazione al contenuto di quanto pubblicato sul sito ed all'uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall'accesso, dall'interconnessione, dallo scarico di materiale dal Sito. Pertanto il Gestore del sito non sar tenuto per qualsiasi titolo a rispondere in ordine a danni, perdite, pregiudizi di alcun genere che terzi potranno subire a causa del contatto intervenuto con il Sito oppure a seguito dell'uso di quanto nello stesso pubblicato cos come dei software impiegati.
Il Gestore del sito declina ogni responsabilit per l attivit di trattamento dati eseguita dai siti web consultati dall Utente tramite link. L Utente quando accede attraverso un link ad un altro sito web deve sapere e ricordare che esso indipendente dal ftnews.it e che quest'ultimo non ha alcun controllo sul contenuto del sito in questione e quindi non comporta l'approvazione o l'accettazione di responsabilit circa il contenuto o l'utilizzazione di detto sito.
L'utente che decide di visitare un sito internet collegato al Sito ftnews.it lo fa a suo rischio, assumendosi l'onere di prendere tutte le misure necessarie contro virus od altri elementi distruttivi.
Il Gestore del sito non assume alcuna responsabilit per materiali creati o pubblicati da terzi con i quali il Sito abbia un collegamento ipertestuale ("link").
Il Gestore del sito non intende violare alcun Copyright. Le informazioni e le immagini qui raccolte sono, al meglio della nostra conoscenza, di pubblico dominio. Se, involontariamente, stato pubblicato materiale soggetto a copyright o in violazione alla legge si prega di comunicarcelo (info@ftnews.it) per provvedere immediatamente alla rimozione. Il Gestore si riserva il diritto di modificare i contenuti dell'intero sito e delle presenti Informazioni in qualsiasi momento e senza alcun preavviso.
Limiti all utilizzo:
Il materiale contenuto nel Sito protetto da copyright. La documentazione, le immagini, i caratteri, il lavoro artistico, la grafica, il software applicativo e tutti i codici e format scripts utilizzati per implementare il Sito sono di propriet di ftnews.it.
Se non espressamente previsto, i contenuti del Sito non possono, n in tutto n in parte, essere copiati, modificati, riprodotti, trasferiti, caricati, scaricati, pubblicati o distribuiti in qualsiasi modo senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.
fatta salva la possibilit di immagazzinare tali contenuti nel proprio computer o di stampare estratti delle pagine del Sito ad uso esclusivamente personale.
I marchi e i loghi presenti nel Sito sono di propriet di ftnews.it.
Essi non possono essere utilizzati su alcun altro sito internet diverso dal Sito o su altri mezzi di comunicazione senza il preventivo consenso di ftnews.it.
Il nome " ftnews.it " e qualsiasi marchio che includa il marchio " ftnews.it " non possono essere utilizzati come indirizzi internet di altri siti, o quali parti di tali indirizzi, senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.