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sabato, 21 maggio 2016 20:12 |
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Cristina Roselli
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Il rapporto tra mondo del fumetto e quello della televisione è da sempre stato un connubio molto felice e produttivo.
Particolarmente nell'ambito dei manga la connessione tra queste due forme di intrattenimento è molto sentita in quanto la versione cartacea delle avventure dei personaggi nipponici vengono spesso adattate per il mezzo televisivo, determinando una sua più larga diffusione e curiosità da parte del pubblico.
Uno dei primi esempi di adattamento televisivo di un manga di successo, si deve all'opera di Osamu Tezuka (1928 -1989) il quale trasportò nel 1964 sugli schermi televisivi Astroboy (Tetsuwan Atomu), il primo anime (contrazione del termine americano “animation” ) mai prodotto e riprodotto anche dalle televisioni americane.
In seguito Tezuka principiò l'adattamento televisivo di Ribbon no Kishi, conosciuto in Italia con il titolo La Principessa Zaffiro (la cui versione cartacea fu il primo esempio di shojo manga e divenne determinante per lo sviluppo successivo di tale genere narrativo) ottenendo un grande riscontro di pubblico e critica.
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Parlando di animazione giapponese non ci si può esimere dal menzionare il suo massimo esponente ossia
Hayao Miyazaki sebbene questo grande autore visionario abbia concentrato la propria opera principalmente su lungometraggi; grazie alla creazione del celebre Studio Ghibli nel lontano 1985 Miyazaki ha difatti prodotto innumerevoli storia animate che sono divenute pietre miliari sia della cultura anime nipponica sia dell'animazione di stampo internazionale.
Esempi celebri delle produzioni di Miyazaki sono a titolo esemplificativo Nausicaä della Valle del Vento (del quale Miyazaki è anche autore dell'omonimo manga), Porco Rosso (1992), il bellissimo Princess Mononoke (1997) nonché La Città Incantata (2003), primo lungometraggio di animazione giapponese ad aggiudicarsi un Premio Oscar.
Con la produzione del sorprendente lungometraggio When Marnie Was There lo Studio Ghibli ha dichiarato la sospensione della propria produzione animata anche a seguito del ritiro di Miyazaki ponendo la parola fine ad uno dei pilastri dell'animazione internazionale.
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Il rapporto tra fumetti e televisione è molto sentito soprattutto negli ultimi decenni, anche negli Stati Uniti dove la produzione di svariati comics, in particolare nell'ambito dei supereroi, è stata seguita dall'adattamento televisivo delle avventure dei protagonisti sia in forma animata sia tramite l'utilizzo di attori in carne ed ossa.
In realtà tale trend è evidenziabile già dagli anni Sessanta quando sulle reti americane inizia la serializzazione di The Batman, interpretato dall'oramai iconico Adam West che racconta le avventure del celebre Uomo Pipistrello e del suo pupillo Robin.
In seguito un grande successo televisivo fu l'adattamento nel 1990 di The Flash, altro amatissimo supereroe a fumetti del quale sono state rivisitate negli anni diverse incarnazioni tra le quali l'ultima in ordine cronologico principiata nel 2014 sulla rete americana The CW.
Nell'epoca della cosiddetta peak TV nella quale co-esistono innumerevoli serie televisive più o meno di pregio, la sinergia tra storie a fumetti e adattamenti seriali sembra sempre più riuscita e garantisce non solo una diffusione di conoscenza del fumetto originale ma anche una inesauribile scorta di idee e tematiche le quali portano un vantaggio agli appassionati di entrambi i mezzi di intrattenimento.
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