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Chi ha paura di Massimo D'Alema?

domenica, 13 marzo 2016 09:04

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Mafalda Bruno
E' davvero stupefacente, in questi giorni, l'infaticabile ed interminabile parlottìo dell'ex due volte Premier ed ex Ministro degli Esteri, D'Alema.
Un'intervistona a tutta pagina ieri sul Corriere (11 marzo) deve averlo fatto ringalluzzire e manco poco, visto che oggi non gli sembra vero poter battere e ribattere sugli stessi identici argomenti.
Forte del fatto che, a suo dire, anche Prodi la pensa come lui. Un nome di spessore, quello del Prof, che fa sempre comodo avere dalla propria parte ma che però, sinora, guardacaso, non pare abbia rilasciato interviste al vetriolo come fa D'Alema.
La sinistra non è più tale in mano a Renzi, lo spocchioso, il prepotente, l'accentratore, il "o con me o contro di me", non c'è più dibattito, non c'è confronto, solo un prendere o un lasciare. E poi, colpa gravissima, quella sua virata pericolosa verso il centro amoreggiando con Verdini & Co. Questo è, in sintesi, il grido di dolore di D'Alema che arriva a bollare i fedeli del Presidente del Consiglio come arroganti e traditori dei valori della sinistra storica e autentica; cosa singolare visto che "Arrogance pour homme" è sempre sembrato essere il suo atteggiamento costante.
Ora, alcune brevi riflessioni. E' da quando si è insediato questo Governo che la dissidenza del PD piccona e tira randellate ai fianchi, criticando e puntando il dito contro il loro stesso partito (piatto ricco servito su un vassoio d'argento al M5S e Salvini, evvaicosì!) . Ma comunque niente di strano fin qui: ci sta che Renzi faccia saltare i nervi a qualcuno, e che quindi non si sia d'accordo sul modus operandi del premier toscano. Ma la domanda che esce fuori di getto è: Caro D'Alema, ma lei cos'ha fatto di concreto quando aveva il potere in mano? E ne ha avuto a bizzeffe! Avrà forse mantenuto inalterati e puri i valori della sinistra, ma il paese ,che a tavola, nel piatto, non ci mette la politica con i suoi logorroici dibattiti, è andato via via a scatafascio. Non sarà, perdoni il legittimo dubbio, il suo infierire rabbioso, una banale ripicca verso chi è riuscito dove lei ha miseramente fallito?
Inoltre, inoltre, inoltre: se è davvero tanto e di prestigio il parterre della dissidenza di cui vanta il copyright, quale miglior momento per darsela a gambe levate dal PD e formare una nuova compagine? Più a sinistra della sinistra, verso l'infinito e oltre. Comunquemente sinistramente, direbbe Cetto Laqualunque. Saranno i cittadini, alle prossime elezioni, a dimostrare se spedire a casa l'insopportabile "faccio tutto io" Renzi, e se D'Alema aveva ragione; non sarebbe questa una scelta più dignitosa e giusta, piuttosto che rigurgitare continuamente dissenso e acredine in casa propria? Offrendo, ripetiamo, degli assists ghiottissimi agli avversari politici che non aspettano altro?
E comunque, da quello che emerge, l'intervista sul Corriere è risultata essa stessa la notizia, più che le dichiarazioni, note e arcinote, dell'intervistato. Di talchè viene logico pensare: se non fosse per il suo acerrimo dissenso verso il Governo a farlo parlare, chi intervisterebbe oggi D'Alema? Anche perchè dopo le sue esternazioni, pare che il Dissidente di Lusso abbia incassato più critiche che consensi, a cominciare (udite udite!) proprio dal suo discepolo Cuperlo. Se tanto mi da tanto.....
D'Alema guardi, spiace anche dirlo, ma lei non fa paura proprio a nessuno. I suoi atteggiamenti fanno ricordare, più che altro, un altro storico che la sapeva lunga, il Capo dei Galli, Brenno e al suo "Vae victis!"
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