Redazione     Informativa     Link  

Il fondamento della laicità

sabato, 21 novembre 2015 10:18

condividi su facebook
Dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Critica_della_ragion_pura
Rosario Pesce
Il mondo moderno è nato sul conflitto religioso: le guerre fra Cristiani e Musulmani e, poi, quelle fra Cattolici e Protestanti hanno infestato l’Europa del secondo millennio, portando morti e sciagure di ogni tipo.
La neutralizzazione del conflitto, derivata dalla Rivoluzione Francese e dalla conseguente laicizzazione dello Stato, ha fatto sì che, per almeno un secolo, il nostro continente venisse interessato da conflitti causati da ragioni economiche o ideologiche, ma non di natura strettamente religiosa.
La nascita dello Stato laico, consacrata dal modello kelseniano della Costituzione austriaca del Primo Dopoguerra, ha ineluttabilmente portato un vento di rinnovamento, che ha consentito alle nazioni europee di vivere altri drammi, non di immediata derivazione teologica.
Finanche, la persecuzione anti-ebraica di Hitler e del Nazismo ben poco aveva in comune con gli stermini medioevali, per quanto il regime di Berlino tentasse di richiamarsi ad una simbologia celtica, manifestamente anti-semita ed in aperto collegamento con la tradizione tedesca.
Dopo il 1989, il mondo però è cambiato ed, a quanto pare, non in termini positivi, dal momento che la cessazione della Guerra Fredda e la fine del Comunismo ha spostato altrove le ragioni del “polemos” continuo.
Nord e Sud del mondo non solo sono regioni ed aree geografiche con una loro storia distinta e, per molti aspetti, contraddittoria fra di loro, ma rappresentano, agli occhi del senso comune, due prospettive metafisiche lontane anni luce l’una dall’altra.
Nell’area più ricca del mondo è evidente che il Cristianesimo abbia determinato una spinta moderata del sentimento religioso, per cui il credo è divenuto lo strumento di governo non solo di realtà complesse, ma soprattutto di una dinamica di sviluppo, che in gran parte deve il suo essere alla tendenza della Chiesa a mediare i conflitti ed a ridimensionare spigolosità e fattori, altrimenti, di contrasto permanente.
Nel Sud del nostro pianeta, invece, l’Islam ha acquisito una forza sempre crescente, perché – in modo assolutamente scorretto sia sul piano dogmatico, che storico – esso è divenuto il mezzo per una rivendicazione ad opera di popoli e di intere fasce culturali, quasi definitivamente estromesse dal progresso tecnologico e dalla più virtuosa ridistribuzione delle ricchezze.
In tale contesto, il terrorista, che in modo insano programma il suo suicidio per determinare così la morte di innocenti, diventa – mutandis mutatis – il corifeo di un disagio, a cui l’Occidente non può non dare una risposta, sia sul piano dell’elaborazione filosofica, che su quello concreto dello sviluppo materiale.
Dal sito: http://combonianum.org/2015/05/30/largo-ai-laici-senza-se-e-senza-ma/
Come si può, infatti, immaginare che i tassi di sperequazione siano tanto alti fra l’Europa ed una parte rilevantissima sia dell’Asia, che dell’Africa?
Come si può ipotizzare che, nel giro di una generazione, una siffatta differenza sul piano delle aspettative di vita non possa ulteriormente rinfocolare le ansie di popolazioni, che, non avendo nulla da perdere, preferiscono immolarsi in nome di Allah, pur di perseguire un insano progetto di rivendicazione socio-economica e di vendetta per torti, che si crede di aver subito lungo un arco storico più che millenario.
La Rivoluzione Francese aveva imposto un principio culturale di fondo: l’esportazione dei valori di una civiltà, tanto più quando questa è in una fase di crescita e di sviluppo intenso.
Eliminando dittatori e pseudo-ras, abbiamo tentato negli ultimi decenni di esportare, alla luce di una tale cultura, il nostro modo di essere, di vivere, di interpretare il mondo nelle sue infinite articolazioni, morali ed esistenziali.
Ma, Bush senior e iunior, lo stesso Obama non sono certamente dei novelli Napoleone ed il fio, che ora rischiamo di pagare, è altissimo, dal momento che, per decenni, saremo in lotta contro un nemico invisibile, che può uccidere giovani, donne e bambine all’angolo di una strada o in una stazione della metropolitana.
Nel fare un bilancio onesto, dovremmo a questo punto ammettere di aver fallito miseramente: la laicità non si esporta alla stessa maniera di una comune merce di consumo ed, altresì, se la si intende portare fuori dai confini nazionali, la si deve accompagnare al pane, perché i popoli, fra la libertà ed il pane, ricercano appunto quest’ultimo.
Quindi, non solo dovremmo andare fieri di essere una civiltà laica, ma, per preservare un simile valore, dovremmo impegnarci nell’andare oltre, nell’ambire ad una trascendenza del nostro modus agendi, che ci consenta di dimenticare ciò che siamo stati in passato e che ci permetta di interloquire con chi ha stomaci vuoti e menti piene di pensieri deformati da secoli di inedia e povertà assoluta.
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO
Invia un commento alla Redazione
Email
Nome e Cognome
Messaggio
Gentile lettore, prima di inviare il Suo messaggio:

compilare il codice di sicurezza sottostante copiando l'immagine raffigurata;

CAPTCHA 
cambia codice

inserisci codice



Per pubblicare, in fondo all'articolo, il suo commento selezionare il pulsante sottostante.

Pubblicazione
  Si    solo nome
  Si    nome e cognome
  No


Grazie della collaborazione.

2014 - ftNews una testata di libera informazione.
2014 - FreeTopNews una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre pi ricchi i contenuti e accrescere la qualit del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione. (Continua)

Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.
Informativa:

Il Gestore del sito si riserva il diritto di pubblicare solo gli articoli ritenuti meritevoli, a suo insindacabile giudizio. Tutto il materiale inviato non verr restituito.
Limiti di Responsabilit :
Con la spedizione dell articolo l Autore espressamente ne autorizza la pubblicazione su ftnews.it e il Gestore del sito non assume nessuna responsabilit , n civile, n penale, in relazione al contenuto di quanto pubblicato sul sito ed all'uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall'accesso, dall'interconnessione, dallo scarico di materiale dal Sito. Pertanto il Gestore del sito non sar tenuto per qualsiasi titolo a rispondere in ordine a danni, perdite, pregiudizi di alcun genere che terzi potranno subire a causa del contatto intervenuto con il Sito oppure a seguito dell'uso di quanto nello stesso pubblicato cos come dei software impiegati.
Il Gestore del sito declina ogni responsabilit per l attivit di trattamento dati eseguita dai siti web consultati dall Utente tramite link. L Utente quando accede attraverso un link ad un altro sito web deve sapere e ricordare che esso indipendente dal ftnews.it e che quest'ultimo non ha alcun controllo sul contenuto del sito in questione e quindi non comporta l'approvazione o l'accettazione di responsabilit circa il contenuto o l'utilizzazione di detto sito.
L'utente che decide di visitare un sito internet collegato al Sito ftnews.it lo fa a suo rischio, assumendosi l'onere di prendere tutte le misure necessarie contro virus od altri elementi distruttivi.
Il Gestore del sito non assume alcuna responsabilit per materiali creati o pubblicati da terzi con i quali il Sito abbia un collegamento ipertestuale ("link").
Il Gestore del sito non intende violare alcun Copyright. Le informazioni e le immagini qui raccolte sono, al meglio della nostra conoscenza, di pubblico dominio. Se, involontariamente, stato pubblicato materiale soggetto a copyright o in violazione alla legge si prega di comunicarcelo (info@ftnews.it) per provvedere immediatamente alla rimozione. Il Gestore si riserva il diritto di modificare i contenuti dell'intero sito e delle presenti Informazioni in qualsiasi momento e senza alcun preavviso.
Limiti all utilizzo:
Il materiale contenuto nel Sito protetto da copyright. La documentazione, le immagini, i caratteri, il lavoro artistico, la grafica, il software applicativo e tutti i codici e format scripts utilizzati per implementare il Sito sono di propriet di ftnews.it.
Se non espressamente previsto, i contenuti del Sito non possono, n in tutto n in parte, essere copiati, modificati, riprodotti, trasferiti, caricati, scaricati, pubblicati o distribuiti in qualsiasi modo senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.
fatta salva la possibilit di immagazzinare tali contenuti nel proprio computer o di stampare estratti delle pagine del Sito ad uso esclusivamente personale.
I marchi e i loghi presenti nel Sito sono di propriet di ftnews.it.
Essi non possono essere utilizzati su alcun altro sito internet diverso dal Sito o su altri mezzi di comunicazione senza il preventivo consenso di ftnews.it.
Il nome " ftnews.it " e qualsiasi marchio che includa il marchio " ftnews.it " non possono essere utilizzati come indirizzi internet di altri siti, o quali parti di tali indirizzi, senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.