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domenica, 06 settembre 2015 09:01 |
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dal sito: http://www.ilgiornale.it/news/politica/linvasione-terra-dei-profughi-siriani-1162732.html
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Mafalda Bruno
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Avevo dei sospetti quindi ho fatto un calcolo, orologio alla mano: seguivo giorno or sono un talk show sul drammatico problema del momento, quello dell’immigrazione. Nello studio televisivo erano presenti quattro politici di vari schieramenti, un direttore di giornale e il conduttore. Si parlava delle notizie tragiche che arrivano dall’Ungheria, dall’Austria con relative foto a documentare questo scempio umanitario che sta verificandosi ogni giorno con maggiore gravità.
Ebbene, ripeto, ho guardato l’orario: sapete quanto ci hanno messo ad uscire dal seminato ed andare fuori tema? Sbranandosi tra loro, destra, sinistra, centro e laterali e addossandosi le colpe l’uno contro l’altro per questa tragedia migratoria? Diciassette minuti, su un totale di programmazione di circa un’ora e mezza.
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Certo, di quando in quando si tornava all’argomento principale, ma solo per usarlo come insulto da lanciare all’avversario politico. In pratica, la foto di quella creatura sulla spiaggia, i camion che trasportano cadaveri, le donne e bambini presi a manganellate sulle rotaie, per i nostri politici valgono meno di venti minuti del loro prezioso tempo. L’importante è che ognuno di loro, a chi strilla di più, venga data la possibilità di auto incensarsi e autopromuovere la propria campagna elettorale.
Mi si dirà: e dove sta la novità? La novità sta che se la contropartita di questa bagarre vergognosa è che persone di tutte le età e nazionalità muoiono come mosche, a questo non vorrò né potrò mai abituarmi.
La questione comunque rimane lì, cruda e drammatica. E’ notizia recente che l’Ungheria ha finalmente aperto il corridoio umanitario, concedendo ai profughi di arrivare in Austria e Germania e altri paesi del nord Europa. Finalmente hanno capito. Vivaddìo. Ci volevano tutti questi morti e feriti per arrivare a questo punto?
Quanto ci mette l’Europa tutta a prendere coscienza del fatto che siamo di fronte ad un fenomeno drammaticamente straordinario, fuori dal comune?
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Quanto ci mette a capire che se non finiscono le guerre non verremo mai fuori da questa tragica situazione?
Saremmo miopi e miseri di senno se paragonassimo gli esodi migratori di una volta, quelli che coinvolsero anche i nostri antenati, con quelli di oggi. Una volta si emigrava per una vita migliore, per combattere la fame e la miseria, ma nessuno degli italiani si recava in America o in Argentina perché qui c’era una guerra e quindi il rischio vedere bombardata la propria casa e di morire sotto le bombe.
E’ una situazione del tutto epocale, nuova, immane e drammatica. E di pari passo vanno adottati provvedimenti di eguale straordinarietà. Finalmente pare che l’Europa stia iniziando a capirlo.
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows, that too many people have died?
Quante morti ci vorranno prima di rendersi conto che troppe persone sono morte? Bob Dylan: Blowin’ in the wind
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