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Sisma L'Aquila: Casa dello Studente, condannati i tecnici.

domenica, 03 maggio 2015 21:38

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Mafalda Bruno
L'Avvocato Wania Della Vigna a colloquio con ftNews

Un "castello di carta": così era stata definita da alcuni periti la Casa dello Studente a L'Aquila, per la fragilità strutturale che ha causato, nel corso del sisma dell'aprile 2009, il decesso di 8 giovani studenti. L'edificio si è sbriciolato lasciando solo macerie: un vero e proprio "ground zero" abruzzese.
Dai legali di parte civile era stata chiesta, a conferma della sentenza di primo grado, la condanna a 4 anni di reclusione, per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, nei confronti di Tancredi Rossicone, Berardino Pace e Pietro Centofani, i tre tecnici autori dei lavori di restauro effettuati nel corso del 2000 allo stabile. Ed era stata anche chiesta la conferma di condanna per Pietro Sebastiani, tecnico dell'Azienda per il diritto allo studio (Adsu) che gestiva la struttura, condannato in primo grado alla pena di anni due e sei mesi di reclusione.
Il 28 Aprile u.s., i Giudici della Corte di Appello hanno confermato le pene di primo grado per i quattro imputati; per i tecnici sono stati confermati 4 anni di reclusione, mentre per il tecnico Adsu, due anni e mezzo.
Wania della Vigna in primo grado assisteva e difendeva 11 parti, tra le quali i familiari di Hussein “Michelone” Hamade e 4 ragazzi sopravvissuti nell’ala crollata.
Una rappresentanza che si è allargata in seguito a 22 parti lese.

Avvocato, le sue sensazioni a caldo dopo la sentenza?
Ero in prima fila accanto al Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello, dott. Alberto Sgambati , e con alcuni dei ragazzi sopravvissuti, portati in salvo dalla macerie dell’ala nord della Casa dello Studente, la notte del 6 aprile 2009.
Ho ascoltato la lettura del dispositivo, e in un attimo le parole del presidente dott. Luigi Antonio Catelli , hanno assunto tutta la loro connotazione della Giustizia amministrata “nel nome del Popolo Italiano”.
In quell’istante sono tornata indietro nel tempo alla notte del sisma (anche io abito in un paese del cratere sismico, Arsita) ma le prime immagini che ho visualizzato sono state quelle della Casa dello Studente, in data 28 maggio 2009, quando - su autorizzazione della Procura aquilana - mi ero recata per la prima volta nella zona rossa, quattro studenti, con Cinzia (teramana di Castelli di Teramo) Ana Paola, Stefania ed Hisham e con il giornalista di Rai 3, Romolo Sticchi.
L'Avvocato Wania Della Vigna
Non dimenticherò mai quelle scene di una città devastata, case sventrate con le immagini di vita quotidiana; tutto si è fermato alle h.03.32.
E poi lì in via XX settembre, la Casa dello Studente, in quel cimitero all’aperto che era testimone implacabile della presenza degli studenti con tutti i loro beni, i vestiti ridotti a brandelli, i peluches, gli appunti universitari, i libri, le foto. La polvere che ancora si alzava ed ingrigiva e quell’odore di morte!
Hisham Shahin – ragazzo israeliano – che mi diceva: "Wania questa è stata la vera guerra"! E poi gli anni delle indagini preliminari, la determinazione del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Fabio Picuti, la presenza del compianto Procuratore dott. Rossini, che fin dal 6 aprile sequestrano tutti gli edifici crollati, in primis la Casa dello Studente.
E a seguire, le prove tecniche, i consulenti della Procura (Margherita Aledda, Benedettini, Salvatori, Decanini…), le udienze nei MAP ( moduli abitativi provvisori) di Bazzano, i carotaggi , le prove tecniche e la prova scientifica della prof.ssa Maria Gabriella Mulas: tutto finalizzato alla ricostruzione delle cause del crollo dell’ala nord della Casa dello Studente.

Premesso che una sentenza non può certo restituire le 8 vite agli studenti che non ci sono più, forse oggi un pò di giustizia potrà fungere da balsamo lenitivo ad un dolore comunque insanabile?
Non si può certo gioire della condanna di uomini, di professionisti ossia di ingegneri ed architetti - in cooperazione colposa tra loro - per reati gravi dal disastro colposo, crollo di edificio, omicidio colposo plurimo alle lesioni colpose plurime ed alcuna condanna riporterà in vita le otto giovani vite, alcuna condanna lenirà le ferite dei ragazzi sopravvissuti. Ma viviamo in uno Stato diritto e la realtà è stata acclarata: non è stato il sisma che ha cagionato morte e lesioni, bensì la concausa determinate l’evento, è stata la mano dell’uomo!
La vulnerabilità dell’edificio, nel corso degli anni che vanno dal 1965 al 6 aprile 2009, è stata causata da negligenza, imperizia, imprudenza, mancato rispetto di leggi e regolamenti; condotte colpose omissive e commissive.

Qual'è stata la reazione dei familiari delle vittime?
Ho chiamato per telefono i genitori di Michelone, di Hussein Hamade che vivono a Kabul di Israele, un villaggio della Galilea: il loro figlio era alla casa dello studente e sognava di fare il medico.....
Le sue ultime parole all’amico Hisham furono : Non sono morto a Gerusalemme, non sarò venuto a morire qui a L’Aquila!
I genitori delle vittime ed i ragazzi sopravvissuti non cercano, né hanno mai cercato, nei processi un capro espiatorio, un colpevole a tutti i costi per elaborare il loro lutto, ma hanno chiesto, in tutti questi anni, solo la Verità dei fatti.
Confidano pienamente nella Giustizia: la seconda condanna conferma la validità di tutto il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di L’Aquila e dai magistrati del Tribunale.
Sono molto commossi, e hanno partecipato a questo processo con il desiderio espresso che da queste condanne possa derivare un monito a costruire meglio e a ristrutturare gli edifici, seguendo tutte le leggi a tutela della pubblica incolumità, a valutare meglio il rischio sismico.

La sua arringa ha convinto i giudici. Ha avuto difficoltà nel prepararla e poi esporla?
Non ho avuto difficoltà a preparare la mia arringa: dopo sei anni di partecipazione diretta alla fase delle indagini coordinate dal dott. Fabio Picuti, dopo sei anni di studio degli atti e documenti, delle consulenze peritali, dei resoconti dettagliati delle 22 parti civili che assisto … nulla è stato difficoltoso, nulla è difficoltoso se viene fatto con passione.

Prossimi sviluppi della vicenda? Ci saranno altre mosse?
Credo che una volta che saranno depositate le motivazioni, gli imputati avranno diritto ad impugnare la sentenza con ricorso per Cassazione: quindi, attendiamo sereni questo ulteriore grado di giudizio, vertente non più nel merito, ma solo sulla legittimità della sentenza. Per quanto riguarda gli aspetti civilistici, voglio ricordare che la Casa dello Studente venne edificata nel 1965 dalla famosa azienda farmaceutica Angelini: successivamente venne acquistata dall’Opera Universitaria e poi acquisita definitivamente dalla Regione Abruzzo. Quindi, trattasi di un edificio pubblico di proprietà della Regione Abruzzo, destinato a residenza per gli studenti fuori sede, gestito con contratto di comodato d’uso dall’ADSU (Azienda per il Diritto agli Studi Universitari).
In definitiva, al di là di quelle che sono le responsabilità a carico dei committenti per le opere affidate ai professionisti ritenuti colpevoli dei reati sopra richiamati, gli enti pubblici Regione Abruzzo e ADSU hanno precise responsabilità civili nei confronti dei ragazzi che alloggiavano nella Casa dello Studente, in virtù di regolare contratto di locazione.
Quindi, nelle prossime settimane, consegnerò gli atti di citazione presso gli ufficiali giudiziari di L’Aquila per la notifica nei confronti della Regione Abruzzo e dell’ADSU alle quale tutti i miei assistiti, sia quelli già costituiti parte civile in sede penale che altre parti offese, non costituite parte civile, chiederanno il giusto risarcimento del danno.
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