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A Cetara si parla di salvare l’ambiente. Con nuovi orti e tanti nuovi alberi

sabato, 18 luglio 2020 20:01

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Mafalda Bruno
Non ricordo quale statistica di alcuni anni fa, attestava che l’attenzione di un auditorio tipo ad una conferenza, ad un racconto, ad una omelia, non superava il quarto d’ora: passato quel margine di tempo l’interesse di chi ascolta inizia a distrarsi, a vagare per conto suo e non è più vigile e attento a quello che sta ascoltando.
Credo che quella statistica vada ampiamente smentita. Certamente tutto dipende da chi sta parlando, di cosa sta parlando e di come ce lo sta raccontando. Se si tratta di un mero sciorinare di dati e fatti o se è il racconto di qualcosa vissuta direttamente dal relatore.
E’ accaduto venerdì 17 sul sagrato della Chiesa di San Pietro a Cetara. Nel corso di una serie di incontri dedicati all’approfondimento della Enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, il relatore Michele Buonomo, già Presidente di Lega Ambiente, ci ha letteralmente catturati per circa due ore, in una appassionata disamina del disastro ambientale che sta subendo, per nostra maxima culpa, la nostra meravigliosa terra.
Dire di cosa si occupa Michele Buonomo non è semplice: si farebbe prima a parlare di cosa non si occupa: ma il filo conduttore, la passione di vita a cui ha dedicato e dedica tutto il suo tempo ed impegno, è certamente il tema ambientale.
Da sempre fautore di importanti battaglie riconducibili a tematiche ambientali, culturali e sociali, Buonomo, Laureato in Scienze Politiche con una importante esperienza in America Latina, è attuale membro della Segreteria nazionale di Legambiente, di cui è stato per circa vent’anni presidente regionale. Tanti gli obiettivi raggiunti grazie a mille battaglie combattute in prima linea su tutto il territorio campano, tra questi, l’introduzione del raccolta differenziata e la realizzazione degli Orti Sociali, esportati come modello in tutto il mondo, ma anche i tanti abbattimenti di ecomostri come il Fuenti, l’Alimuri e l’ex cementificio di Sapri. Ma l’impegno di Michele Buonomo si è sviluppato negli anni su molte altre tematiche: economia circolare, cultura, educazione ambientale, turismo sostenibile, tutela del patrimonio ambientale e culturale, spesso con campagne innovative e coraggiose.
A volte, l’Enciclica di Papa Francesco ce lo ricorda, può assalirci una sorta di scoramento: come è possibile salvare la terra davanti a “poteri economici che fanno prevalere speculazione e rendita finanziaria ignorando ogni effetto sulla dignità umana e sull’ambiente”? Cosa può fare ognuno di noi, piccole formichine in un mondo così vasto e apparentemente impossibile da cambiare in meglio?
Ebbene, Papa Francesco e Buonomo ci spronano a fare la nostra parte, citando una favola africana, tanto cara al Pontefice. Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. "Cosa credi di fare!" Gli chiese il leone. "Vado a spegnere l'incendio!" Rispose il piccolo volatile.
"Con una goccia d'acqua?" Disse il leone con un sogghigno di irrisione. Ed il colibrì, proseguendo il volo, rispose: "Io faccio la mia parte!".
La ricetta da mettere in atto nella piccola parte del nostro mondo, di ognuno di noi, è quella di promuovere iniziative come piantare nuovi alberi, milioni di alberi, dovunque sia possibile farlo. Proporre e incentivare la nascita di orti, milioni di orti, dovunque sia possibile farlo. Nel centro delle città, sui nostri litorali, negli spazi collinari e montani, vicino casa nostra dove mai si sarebbe immaginato quel platano in più che ci dona ossigeno ed ombra, o quello spazio dedicato ad un filare di pomodori o ad un vitigno. A ben pensarci non sono battaglie impossibili da combattere. Basta un po’ di impegno, un pizzico di ingegno e buona volontà, anche perché non proporremo cose che avranno costi insostenibili per la comunità in cui viviamo. Semmai andranno a totale vantaggio del tessuto ambientale e sociale che ci circonda. Quindi perché no?
Citando ancora la Laudato Sì: “Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte ad un simile comportamento che a volte sembra suicida”.
Vuoi vedere che tanti piccoli colibrì all’opera possono fare la differenza? Sì, perché aiuteranno noi e il nostro ambiente a non peggiorare la situazione. Vuoi vedere che la nostra goccia d’acqua, seppur minuscola, può contribuire a fermare lo scempio ambientale? Si, perché capovolgerà lo scenario da drammatico a sostenibile.
Anche e soprattutto in vista del il mondo futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti.
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