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sabato, 04 luglio 2020 22:04 |
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Rosario Pesce
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Troppi, tanti sono i dubbi che, ancora, esistono in merito alla ripresa del nostro Paese, nonostante siano trascorsi circa due mesi dalla conclusione della quarantena.
Il Covid non è scomparso del tutto, visto che casi di contagio si registrano ancora, anche se i focolai di infezione interessano dei territori precipui, caratterizzati da condizioni particolari di vita.
Le incertezze non mancano.
Quelle più rilevanti riguardano la scuola, visto che - ad oggi - non si sa ancora se e, soprattutto, come riprenderà l’attività scolastica in presenza nel prossimo mese di settembre.
In due mesi, infatti i dirigenti scolastici e gli enti locali dovranno realizzare ed implementare una serie di interventi significativi di manutenzione straordinaria per adeguare le strutture alle norme previste dal Ministero d’accordo con il Cts, talora senza neanche avere la certezza che tali modifiche possano essere di per sé sufficienti per ospitare gli alunni in modo sicuro, visto che il concetto di sicurezza – quando si fronteggia un virus – non può che essere molto fragile.
Ed, allora, si evidenziano degli errori di valutazione che sono stati compiuti nel corso degli ultimi due mesi.
Perché non è stato riconosciuto un effettivo organico di potenziamento alle Scuole, così da gestire la fase post-Covid con maggiori risorse umane?
Il Governo avrebbe potuto scegliere di selezionare questo nuovo organico con gli strumenti che avrebbe ritenuto più opportuni, ma i dirigenti avrebbero dovuto avere la certezza di poter contare su più docenti e personale ausiliario, certezza che - evidentemente - tuttora manca.
Se gli interventi di manutenzione possono non essere sufficienti e se i tempi sono troppo risicati per ipotizzare di costruire delle scuole nuove, perché non si è continuato a percorrere la strada, che le scuole hanno percorso in modo onorevole nei mesi della quarantena?
Perché non potenziare la Dad, realizzando una piattaforma telematica ministeriale ad hoc per questa ed aggiornando il contratto del personale docente, normando la didattica a distanza in modo compiuto ed evitando così che la stessa possa essere demandata alla buona volontà dei dirigenti e dei collegi docenti?
Si è, repentinamente, deciso di abbandonare un sentiero per intraprenderne un altro, che presenta difficoltà maggiori, visto che richiede maggiori risorse e la necessaria condivisione degli sforzi e delle responsabilità fra i vertici delle Scuole e quelli degli Enti Locali.
Perché si è deciso di seguire l’iter più complicato?
Sulla scuola e sui suoi destini alla ripresa autunnale si sta giocando, in questo momento, la più importante battaglia politica degli ultimi anni, che rischia di disorientare milioni di persone fra alunni, genitori e personale scolastico, mandandole a combattere una guerra che, oggi, appare viepiù problematica e senza un apparente esito favorevole, che possa soddisfare tutti.
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