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Paolo Di Sabatino: pianista jazz

venerdì, 27 febbraio 2015 22:42

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Paolo Di Sabatino, Antonella Ruggiero e Glauco Di Sabatino - Foto di Giada di Blasio
Lisa Di Giovanni

Pianista, compositore, arrangiatore e anche produttore Paolo Di Sabatino è un’eccellenza musicale tutta italiana nonché docente e coordinatore del Dipartimento di jazz presso il Conservatorio A. Casella di L’Aquila.
Ultimamente protagonista del festival di Sanremo con la canzone Io sono una finestra, vanta una discografia vastissima e innumerevoli e prestigiose collaborazioni tra musicisti, attori, cantanti di fama internazionale.
La sua formazione musicale è tutta familiare sotto la guida del padre, dal diploma col massimo dei voti e menzione speciale presso il conservatorio di Bari, la strada del successo è tutta in salita, ma non senza sacrifici e rimanendo con i piedi ben saldati per terra.
FtNews vi presenta Paolo Di Sabatino in questa intensa e vera intervista.

Figlio d’arte, nato nella musica, che ruolo ha quest’ultima nella tua vita?
Ma soprattutto come ti destreggi tra lavoro e vita privata?

Diciamo che la musica e la famiglia sono i due punti fermi della mia esistenza e devo dire che convivono benissimo. C’è un equilibrio quasi magico tra la mia carriera e la mia vita privata, ne sono felicissimo.

Musicista di fama internazionale, dotato di grande musicalità, innovativo, sperimentatore. Qual è la specialità vista la tua varia e vasta collezione discografica e non solo?
Diciamo che il punto di forza sta nella grande cantabilità della musica che scrivo. La melodicità è anche uno dei tratti predominanti del mio solismo quando improvviso.
Sono molto contento del mio essere jazzista sui generis, non credo siano molti i jazzisti che possono vantare un solo di jazz sul palco dell’Ariston di Sanremo, peraltro con un proprio arrangiamento di una canzone in gara.

Immaginavi di arrivare dove sei adesso provenendo da una piccola cittadina come Teramo?
Quale sarà il prossimo obiettivo da traguardare?

In realtà non immaginavo nulla, speravo si. L’ambizione, quella sana, deve assolutamente essere presente in ogni artista. Con la consapevolezza però che potrebbe anche non accadere quello che si spera, così da non cadere in depressione nel caso in cui si dovesse rimanere al palo.
Paolo Di Sabatino, Janek Gwizdala e Peter Erskine - Foto di Giampiero Marcocci
La musica ti porta continuamente in giro per il mondo hai collaborato con artisti di fama nazionale ed internazionale, parlaci di questa nuova avventura in Turchia, che ti vedrà protagonista nel festival di Smirne? Soprattutto da chi sarai accompagnato?
In Turchia farò un concerto il 6 marzo e un workshop dal 6 al 9, con Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria.
Inoltre il 13 e 14 sarò ad Atene, per poi proseguire il tour in Italia, col mio progetto internazionale TRACE ELEMENTS, con Christian Galvez al basso e JoJo Mayer alla batteria. Saremo anche al Blue Note di Milano il 24, con ingaggio proveniente direttamente da New York, e di questo vado davvero fiero!

Qual è il tuo processo creativo? Ti sei mai svegliato con la melodia che hai costruito nel sogno?
In realtà mi capita di addormentarmi con una melodia in testa, ma sono troppo pigro per alzarmi e scriverla, ergo la dimentico puntualmente! Però non posso davvero lamentarmi della mia vena compositiva, sempre in fermento.
La creatività va a periodi, ovviamente, e arriva quando meno te lo aspetti.

Dopo anni di musica, concerti, trasmissioni televisive e radiofoniche, festivals, come ti senti prima di salire sul palco?
A chi faresti da spalla senza esitazione, nonostante tu possa vantare già illustri collaborazioni e riferimenti musicali?

Il palco merita rispetto ed emozione. Fare concerti non può e non deve diventare, per quanto mi riguarda, una routine. La spalla no, andando avanti col tempo ho sempre meno voglia di mettermi al servizio di progetti altrui. Invece vorrei condividere i miei progetti e la mia musica con musicisti che amo particolarmente, come ad esempio Pat Metheny, George Benson, Joshua Redman, Al Jarreau…e tanti altri.
Inoltre coltivo il sogno nel cassetto di scrivere una memorabile colonna sonora, magari per un film di Carlo Verdone, che adoro.
Qual è la differenza di come viene percepita o sentita la musica all’estero rispetto al pubblico italiano?
Quanto influiscono o pilotano il successo di un artista i media in Italia?

I media sono, ahimè, fondamentali. Penso sempre che in Conservatorio bisognerebbe inserire materie come Marketing e Pubbliche relazioni, per dare al musicista le conoscenze necessarie per districarsi nel mondo della musica, dello spettacolo e dello show business.
Dico ahimè perché trovo assurdo che oggi sia più importante come ti vesti o quanto sei simpatico rispetto a quello che suoni e a come lo suoni.
All’estero tendenzialmente la situazione è migliore, almeno nei Paesi dove ho avuto la fortuna di suonare quali la Russia, l’Argentina, il Cile e soprattutto il Giappone, dove c’è un rispetto per la musica eccezionale. E non sanno cosa voglia dire masterizzare e la parola mp3 non è nel loro vocabolario. Acquistano i CD! Pazzesco vero?

L’esperienza a Sanremo 2015 cosa ti ha portato anche se non è stata la prima?
Tra la Di Michele- Coruzzi e Antonella Ruggiero nel 2007 cosa sceglieresti di nuovo?

Sono esperienze diverse, con la Ruggiero c’era un clima più rilassato, mentre con Grazia e Platinette ho avuto più soddisfazione dal punto di vista musicale.

Cosa consiglieresti a chi vuole addentrarsi in questo mondo?
Di munirsi di corazza 

Tre canzoni/melodie chiave nella tua vita?
Non ce la faccio a sceglierne solo tre! Ci sono tanti brani di musica classica, di pop, di jazz, di musica brasiliana…davvero troppi per sceglierne solo tre.

Molto presto uscirà il tuo ultimo lavoro, cosa dovranno aspettarsi i tuoi fans?
Entro il 2015 uscirà un cd al quale tengo moltissimo, frutto dell’intuizione di Ettore Pellegrino e della conseguente collaborazione col l’ISA, l’orchestra sinfonica abruzzese.
Abbiamo registrato un repertorio a metà tra mie composizioni e classici della canzone italiana (Azzurro, Volare, Guarda che luna…), con il mio trio (Daniele Mencarelli al contrabbasso e Glauco Di Sabatino alla batteria) e l’orchestra diretta e orchestrata da Roberto Molinelli. Gli arrangiamenti ritmico/armonici sono i miei, così come l’unico brano inedito che è anche la mia prima composizione per questa formazione: Fantasy for piano jazz trio & orchestra.


Riferimenti web:
www.paolodisabatino.it
www.youtube.com/paolodisabatino
www.myspace.com/paolodisabatino
www.facebook.com/paolodisabatino
www.caprionieventi.it
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