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Il Bosco

domenica, 22 febbraio 2015 10:29

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Mikimoz Capuano
Canale 5 ci riprova col mystery, sempre targato Italia e sempre targato Taodue dopo Il XIII Apostolo.
Un battage pubblicitario come non si vedeva da tempo, forse proprio dall’epoca del Twin Peaks continuamente richiamato, con piccoli dettagli, proprio da questo Il Bosco.
Quattro appuntamenti con la regia di Eros Puglielli, che dirige in modo sicuro e pulito una vicenda ricca di segreti.
E se lo spettro del già citato Twin Peaks si riduce fortunatamente solo a qualche citazione qua e là (il registratore a cassette, i camion carichi di legna, un bar anni ’50), è la trama che si presenta, nel primo appuntamento, potenzialmente interessante.
Interessante e con una buona dose di personaggi e misteri, gestiti tutti in modo tale da non far perdere (o spaventare troppo) lo spettatore medio della rete. Dobbiamo ricordarci sempre che siamo su una generalista, e che il tutto può essere considerato un esperimento.
E’ un genere poco battuto nel nostro paese, quello del mystery. Non ci si può ancora sbilanciare sulle derive che prenderà la trama, non ci si può ancora immaginare se sconfinerà nel fantastico o nel paranormale/orrorifico.
Ma le linee tracciate sono sicure e all’orizzonte lo spettatore può già intravedere orge e rituali segreti, farmaci e droghe, il coinvolgimento di tutta la cittadina in questa assurda faccenda che prende il via quando Nina, giovane professoressa universitaria, torna al suo paesello tra i boschi.
Cercando di soccorrere una ragazza in fuga, viene essa stessa colpita da un inquietante figuro incappucciato.
Ma, soffrendo di ansia e depressione da quando anni prima sua madre la abbandonò proprio in quei boschi, il tutto potrebbe anche trattarsi di un suo parto mentale.
Chi può fare chiarezza sulla vicenda è la ragazza che Nina aveva cercato di aiutare, allieva della stessa protagonista. La rivelazione può essere scomoda per chi si muove nell’ombra, così Nina inizia la sua personale indagine intuendo che la scomparsa nel nulla di sua madre potrebbe essere legata al mistero che da tanti anni alberga nel bosco.
Per gli attori si è giocato sul sicuro, prendendo quasi in blocco il già affiatato gruppo di Squadra Antimafia: Giulia Michelini brava come al solito, e qui molto attenta a tenere entro le righe il suo personaggio (il rischio che debordi, di fatto, c’è); Claudio Gioè ambiguo nei panni dell’assassino Alex; Andrea Sartoretti un poliziotto troppo normale per raccontarla giusta.
Il resto del cast, più una scrittura lineare e ordinata, adempiono al compito assegnato: riuscire a far sospettare di qualsiasi personaggio, tra cui però non riesce ancora a spiccare nessuno.
La fotografia restituisce egregiamente la luce tiepida e i colori di un ambiente autunnale; le musiche non si fanno, per ora, ricordare.
Il tutto, comunque, scorre molto bene grazie al ritmo che unisce azione e detection.
Il Bosco di certo non annoia, ma il giudizio resta in sospeso.
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