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Prof. Guido Saraceni: La violenza verso i docenti è imputabile all’intera società civile

sabato, 21 aprile 2018 07:48

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Mafalda Bruno
C’era una volta… si, c’era una volta che se un maestro o professore ci puniva, a casa ci aspettava il “resto”. C’era una volta che quando un docente entrava in classe, ci si alzava in piedi e si diceva buongiorno signora maestra.
Una volta, appunto. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. Ma a giudicare dagli ultimi fatti di cronaca, più che acqua la si potrebbe definire melma putrida vista la violenza dei comportamenti di alcuni adolescenti verso chi è preposto, dallo Stato, alla loro educazione e civiltà di vita oltre che di sapere letterario.
Evidentemente qualcosa è andato storto negli ultimi decenni, qualcosa si è man mano lacerato e non è mai stato rattoppato se si è passati dal timore reverenziale verso l’insegnante, a veri e propri atti di prevaricazione e violenza tirannica.
FTnews ne parla con il Prof Guido Saraceni. Laureato cum laude in Giurisprudenza (II Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"); Dottore di Ricerca in Filosofia del Diritto(Università degli Studi di Roma "La Sapienza"), Professore Associato di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo Già Coordinatore del Master in Sicurezza Informatica e Informatica Giuridica; è membro del comitato consultivo del Centro Studi "di-con-per donne" e del comitato scientifico della collana di studi su diritto e religione "Ius ef Fas" (Aracne).

Professore, gli ultimi atti di violenza verso i docenti danno un chiaro indizio: scuola e famiglia hanno smesso di dialogare e collaborare. L’equilibrio si è rotto tra queste due colonne preposte a sostenere la formazione dei giovani. Come si è arrivati a tanto senza porre in tempo un qualche rimedio? La situazione è davvero complicata. Effettivamente la famiglia e la scuola hanno smesso di rapportarsi in maniera sana e corretta. Basti pensare quante volte i docenti vengono aggrediti da genitori imbestialiti perché il figlio ha preso un brutto voto, o una nota... L’equilibrio si è rotto perché la società è cambiata profondamente. Lo Stato non ha saputo rispondere alle sfide educative della post-modernità, non ha formato adeguatamente il corpo docente e non è stato in grado di gratificare chi lavora seriamente, di fare in modo che il suo impegno venisse adeguatamente riconosciuto... che fosse compreso e rispettato dalla società”.
Prof. Guido Saraceni
Chi ha peccato di superficialità e di poca attenzione? La scuola o la famiglia? Oppure entrambi? Io direi che la responsabilità è dell’intera società civile. Non me la sento di dire che solo la scuola e la famiglia hanno colpe. Il problema sono i modelli che gli adulti - tutti gli adulti, anche quelli che non hanno figli - trasmettono ai minori. Non dobbiamo dimenticarci che i ragazzi fanno quello che vedono (in televisione, al cinema, per strada e su internet). Si apprende e si cresce essenzialmente per imitazione.

Sappiamo che la rete può essere benevola ma anche un pericoloso e virale megafono. Il rischio emulazione è dietro l’angolo. O addirittura sfrontatamente davanti. Quali strumenti dovrebbero avere in più i docenti per cercare di contrastare il fenomeno?
Dovremmo insegnare educazione civica digitale a partire dal primo anno di scuola secondaria superiore. Lo sostengo da sempre. La colpa maggiore del nostro sistema formativo è che nessuno si occupa di preparare i ragazzi all’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie. Hanno in mano un’arma potentissima. La usano male. In maniera superficiale. E non sono i soli. Dobbiamo anche in questo caso ricordare le grandi responsabilità degli adulti. Spesso altrettanto sconsiderati nell’uso dei social network.

La scuola sembra essere diventata un centro di prima accoglienza, un pronto soccorso educativo dove i giovani vengono “scaricati” senza che a monte ci sia un minimo di pre-educazione civica come bagaglio base del corretto vivere civile. Non sarà che in futuro prima di educare gli studenti la scuola dovrà maggiormente dedicarsi ad educare i genitori?
Io credo che le responsabilità maggiori le abbiano i nostri governanti. Per il modo in cui hanno trattato la scuola italiana. Per come l’hanno distrutta a colpi di riforme. Per la sempre più inutile presenza di una burocrazia asfissiante. Per averla considerata per anni come un serbatoio di voti. Insomma, per moltissimi motivi. Speriamo che il futuro ci regali un’inversione di tendenza. Perché ad oggi noi stiamo chiaramente imitando modelli culturali che non ci appartengono. I risultati sono sotto gli occhi di tutti
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