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Caro Salvini ti scrivo....

domenica, 08 febbraio 2015 19:28

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Mafalda Bruno
Che la Lega nord abbia intercettato un vento favorevole che la fa procedere speditamente, è cosa di cui si è già parlato. Continuano a nascere, in ogni città dello stivale, sezioni locali con il nome della città seguito da Noi con Salvini.
E neanche le pesanti contestazioni che riceve in alcune città "terrone" che si sono legate al dito gli insulti ventennali della Padania, sembrano fermare la sua galoppata alla conquista del Sud.
Il Centro Meridione è tutto un fiorire di leghisti come fossero funghi, grazie ai consensi ottenuti per la comunanza con il sentire degli italiani, stanchi sfiduciati e arrabbiati.
Non ultima la storia del benzinaio vicentino, ora accusato di aver ucciso un rapinatore.
Si può non essere d'accordo, evviva la libertà di pensiero, ma come si fa a puntare il j'accuse e condannare un lavoratore che voleva difendersi da un furto a mano armata? Bel dilemma no?
Più in generale, nel panorama politico, non è da sottovalutare inoltre che a Salvini si sta affiancando sempre di più Giorgia Meloni con i suoi Fratelli d'Italia, che ora come ora, con una destra sempre più in crisi di identità, può rappresentare, insieme alla Lega, un asse di forza contrapposta al Governo non indifferente.
Quindi Salvini per ora ha tutto il necessario (forse più di quello che lui stesso si sarebbe mai sognato di raggiungere) per giocare una partita da leader - forse - dell'unica forza di opposizione al governo di Renzi.
Fatti salvi eventuali colpi di scena di Forza Italia, ma per questi si dovrà attendere il dopo 8 marzo. E non per la mimosa.
Ma qui iniziano i problemi: perchè quando il potere passa per le mani (e si ferma) di uomini o donne, si perde il senso della realtà, ci si distacca dal comune sentire della gente, quella stessa gente che ha portato questo o quel partito a raccogliere consensi.
Ormai la politicanza style la conosciamo: quando i politici arrivano a Roma, per una singolare quanto ripetitiva metamorfosi genetica, il rapporto eletto/elettore va a farsi friggere, i problemi di chi li ha eletti perdono la pole position e quello che conta è il vantaggio del loro loculo da privilegiati.
Salvini ha affidato la sua discesa al Sud a persone del territorio che lo hanno affiancato negli esordi delle sue battaglie non senza difficoltà: rischiando tuttora fischi, insulti e anche qualcosa di più serio, riferito alla loro incolumità fisica.
Si appoggerà ancora a loro il leader leghista? Capirà che a gestire questa o quella Regione, portando avanti i princìpi della Lega, dovrebbe essere gente del posto che vuole far risalire la china alla propria Regione?
Oppure, una volta raggiunti gli obiettivi i termini di consensi, tratterà chi lo ha sostenuto come usa & getta?
Perchè una cosa è certa: chi meglio di un calabrese può capire cosa serve alla Calabria?
Idem dicasi per gli abruzzesi, i siciliani, i campani e via discorrendo.
Chi è il miglior difensore dei prodotti del Sud, delle imprese del Sud se non una persona del luogo?
Ma questi "pionieri" a cui Salvini si è affidato nei suoi tour promozionali, possono essere efficaci solo se vengono dal basso, dai militanti che ci hanno messo la faccia, e non da politici di professione o da persone inadatte ma strategicamente utili per reciproci "favori", persone fuori posto e fuori, sopratutto, dalla realtà locale.
Il Sud è una terra benedetta: con il suo potenziale turistico e agroalimentare ha di che riprendere a crescere da solo, senza sussidi o elemosine. Occorre, questo è certo, una lotta incessante alla corruzione e all'evasione fiscale: ma questi sono bubboni, è ormai acclarato, non solo del sud ma di tutta l'Italia.
Vedremo, vedremo fin dove arriverà la "serietà" programmatica di questo quarantenne dinamico e determinato nelle sue battaglie.
Vedremo se a suo modo riuscirà a rimanere "pulito" nelle sue intenzioni ed azioni.
Diversamente sarà stato solo un déja vu, l'ennesimo modo di fare politica che ormai nausea ogni singolo italiano.
Sarà solo un altro di quelli che è nato bene, ma si è guastato col crescere.
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