|
sabato, 22 aprile 2017 22:13 |
|
|
|
|
|
|
Rosario Pesce
|
|
Costruire una memoria condivisa non è facile in un Paese, come il nostro, che ha conosciuto la guerra civile nel corso del biennio 1943/45.
Le forze politiche e quelle della cultura si sono sempre divise, a partire da quella data, in fasciste ed antifasciste, per cui, durante tutta la Prima Repubblica, il legame con la dittatura è stato un necessario ed opportuno discrimine fra chi condivideva i valori libertari e democratici e chi, invece, è stato dalla parte sbagliata della barricata.
Con la caduta della Prima Repubblica e con la salita al Governo degli eredi del Fascismo nel 1994 - gli esponenti del Movimento Sociale, poi divenuto Alleanza Nazionale - è chiaro che la storia è cambiata, per cui ci si è sforzato, da ambo le parti, di costruire una cornice condivisa di valori, così da realizzare la piena praticabilità istituzionale, anche, in favore di chi - per cinquant’anni - ha subito una conventio ad escludendum.
Un simile tentativo è andato, in parte, fallito: infatti, ancora tuttora, sia pure sovente in modo vago e confuso, si ritorna all’antico discrimine, benché non siano più in vita coloro che, nel corso della Guerra di Liberazione, hanno preso parte con Fascisti e Nazisti.
Oggi, a distanza di settant’anni circa da quegli eventi, si ripropone il medesimo problema: i figli, o meglio i nipoti dei partigiani e dei repubblichini, possono festeggiare il 25 aprile come momento condiviso di una unica ed articolata memoria nazionale?
La risposta non può che essere parziale.
In primis, infatti, bisogna ricordare a tutti, sia di una parte che dell’altra, che il tempo può rendere più mitigato il ricordo, ma le ragioni di una militanza conservano la loro integrità.
Non si può, invero, mettere insieme le ragioni della libertà e della democrazia con quelle di chi, all’epoca, ha combattuto a favore di una dittatura cieca ed irrazionale, che portò il Paese nel baratro di una guerra civile e di una povertà così diffusa, da cui l’Italia poté risollevarsi, solo, a distanza di venti anni – almeno – dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Certo, il Novecento ha poi dimostrato che, anche, i Comunisti, che erano la principale forza politica antifascista del nostro Paese, avevano nel loro arsenale ideologico gli scheletri della dittatura stalinista in Unione Sovietica, da cui hanno preso le distanze, forse, troppo tardi.
|
|
|
Partigiani sfilano per le strade di Milano
|
|
Pertanto, sembra opportuno, oggi, non dividere più il mondo fra fascisti ed antifascisti, che sono o appaiono categorie obsolete, ma fra democratici ed antidemocratici, visto che il fil rouge dell’autoritarismo può tornare in mille modi, finanche attraverso le mentite spoglie di un populismo fin troppo facile, per essere ritenuto credibile ed utile rimedio contro i mali del tempo presente.
Ma, siamo sicuri che il nostro Paese, attraverso la Resistenza, ha acquisito i giusti anticorpi contro ogni anelito autoritario?
Si sa bene che, nei momenti di difficoltà, la pubblica opinione rischia di essere molto meno attenta alla richiesta di democrazia e si lascia sedurre dalla cattiva pianta della demagogia e del populismo facile.
Oggi, pertanto, l’antica sfida dei partigiani si ripropone in altri termini e con altri mezzi: difendere, entro la cornice dello Stato di diritto, valore assoluto di riferimento, le ragioni della partecipazione democratica e delle libertà contro chi preferirebbe chiudere taluni spazi di democrazia, sfruttando le ovvie difficoltà del momento.
In tal senso, il 25 aprile deve unire tutte le forze, che credono in un principio di democrazia, che salvaguardi le ragioni dei più deboli, degli esclusi e dei diseredati, che altrimenti potrebbero essere strumentalizzate per abbattere ciò che si è costruito, a fatica, lungo tutto il corso del Novecento, dapprima nella sfida vinta contro il Fascismo ed il Nazismo e, poi, in quella - a livello planetario - contro il Comunismo.
Solo per tal via, gli Italiani potranno sentirsi più orgogliosi di loro stessi, ben sapendo che il sentimento nazionale deve essere condiviso, anche, con quello europeistico, visto che ciascuno di noi ha due terre di appartenenza: in primis, l’Europa e, dunque, l’Italia.
|
|
|
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO |
| |
|
2014 - ftNews una testata di libera informazione.
|
|
2014 - FreeTopNews una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre pi ricchi i contenuti e accrescere la qualit del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione.
(Continua)
Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.
|
|
|
Informativa:
Il Gestore del sito si riserva il diritto di pubblicare solo gli articoli ritenuti meritevoli, a suo insindacabile giudizio. Tutto il materiale inviato non verr restituito.
Limiti di Responsabilit :
Con la spedizione dell articolo l Autore espressamente ne autorizza la pubblicazione su ftnews.it e il Gestore del sito non assume nessuna responsabilit , n civile, n penale, in relazione al contenuto di quanto pubblicato sul sito ed all'uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall'accesso, dall'interconnessione, dallo scarico di materiale dal Sito. Pertanto il Gestore del sito non sar tenuto per qualsiasi titolo a rispondere in ordine a danni, perdite, pregiudizi di alcun genere che terzi potranno subire a causa del contatto intervenuto con il Sito oppure a seguito dell'uso di quanto nello stesso pubblicato cos come dei software impiegati.
Il Gestore del sito declina ogni responsabilit per l attivit di trattamento dati eseguita dai siti web consultati dall Utente tramite link. L Utente quando accede attraverso un link ad un altro sito web deve sapere e ricordare che esso indipendente dal ftnews.it e che quest'ultimo non ha alcun controllo sul contenuto del sito in questione e quindi non comporta l'approvazione o l'accettazione di responsabilit circa il contenuto o l'utilizzazione di detto sito.
L'utente che decide di visitare un sito internet collegato al Sito ftnews.it lo fa a suo rischio, assumendosi l'onere di prendere tutte le misure necessarie contro virus od altri elementi distruttivi.
Il Gestore del sito non assume alcuna responsabilit per materiali creati o pubblicati da terzi con i quali il Sito abbia un collegamento ipertestuale ("link").
Il Gestore del sito non intende violare alcun Copyright.
Le informazioni e le immagini qui raccolte sono, al meglio della nostra conoscenza, di pubblico dominio.
Se, involontariamente, stato pubblicato materiale soggetto a copyright o in violazione alla legge si prega di comunicarcelo (info@ftnews.it) per provvedere immediatamente alla rimozione.
Il Gestore si riserva il diritto di modificare i contenuti dell'intero sito e delle presenti Informazioni in qualsiasi momento e senza alcun preavviso.
Limiti all utilizzo:
Il materiale contenuto nel Sito protetto da copyright. La documentazione, le immagini, i caratteri, il lavoro artistico, la grafica, il software applicativo e tutti i codici e format scripts utilizzati per implementare il Sito sono di propriet di ftnews.it.
Se non espressamente previsto, i contenuti del Sito non possono, n in tutto n in parte, essere copiati, modificati, riprodotti, trasferiti, caricati, scaricati, pubblicati o distribuiti in qualsiasi modo senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.
fatta salva la possibilit di immagazzinare tali contenuti nel proprio computer o di stampare estratti delle pagine del Sito ad uso esclusivamente personale.
I marchi e i loghi presenti nel Sito sono di propriet di ftnews.it.
Essi non possono essere utilizzati su alcun altro sito internet diverso dal Sito o su altri mezzi di comunicazione senza il preventivo consenso di ftnews.it.
Il nome " ftnews.it " e qualsiasi marchio che includa il marchio " ftnews.it " non possono essere utilizzati come indirizzi internet di altri siti, o quali parti di tali indirizzi, senza il preventivo consenso scritto di ftnews.it.
|
|
|