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Alla ricerca dell’identità

domenica, 27 maggio 2018 13:42

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Rosario Pesce
È chiaro che la Sinistra, all’indomani della scoppola elettorale dello scorso 4 marzo, sia alla ricerca dell’identità perduta.
Le elezioni politiche hanno segnato una duplice sconfitta: quella del PD a trazione renziana e quella della lista Liberi ed Uguali, che ha raccolto un dato che ha consentito l’ingresso a Montecitorio di pochissimi parlamentari.
È, quindi, necessaria una rifondazione di tutta quell’area, che un tempo si riconosceva nell’Ulivo e nell’Unione di Prodi.
La strada, ovviamente, si presenta molto impervia, visto che, quando si perdono milioni di voti, non li si può riacquisire in tempi stretti.
Peraltro, un dubbio non è stato, ancora, sciolto.
Che fine farà Renzi?
Sarà, ancora, il capo del PD, finanche per interposta persona, o sarà messo alla porta?
È chiaro che una simile discriminante non è di secondaria importanza, visto che un PD, finalmente affrancatosi da Renzi e dal renzismo, potrebbe aprire un dialogo vero con quegli ambienti alla sua Sinistra che sono stati, invece, suoi avversari in campagna elettorale, a partire dalla stessa deputazione parlamentare di Liberi ed Uguali.
Ma, è scontato che un processo simile deve compiersi in un ambito politico, che non può non essere l’opposizione al Governo Lega-M5S, che sta per nascere.
Peraltro, proprio in vista della ricostruzione di un’area di Centro-Sinistra che possa aspirare al Governo, è opportuno che il Governo nasca.
Altrimenti, come ha osservato D’Alema, l’ondata populista, che già si è consumata lo scorso 4 marzo, potrebbe ripetersi con conseguenze ancora più dannose nel corso dei prossimi mesi, qualora si andasse a nuove elezioni.
È pleonastico sottolineare che, alla Sinistra di Governo, manca un leader vero, visto che la costruzione del dopo-Renzi sconta una simile difficoltà.
Ma, il PD e la Sinistra, più in generale, non devono compiere l’errore di scegliere, solo, un nuovo Capo: devono, piuttosto, fissare le idee ed i valori di riferimento e poi, da questi, far scaturire una designazione che sia, tendenzialmente, omogenea con i principi che si vogliono difendere e tutelare.
Con Renzi si è commesso l’errore di essersi fermati alla leadership: ora, sarebbe auspicabile che, dietro ad un nome e ad un volto, ci sia un’immagine della società coerente e compatibile con la storia, il passato glorioso ed il curriculum di una fetta assai importante del vecchio ceto dirigente del nostro Paese.
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