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Rosario Pesce
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Ed è finito, anche, questo campionato di calcio, con gli ultimi verdetti che hanno riguardato, in particolare, la bassa classifica.
È chiaro che rimarrà nella storia per la grande competizione per la vittoria finale, che è arrivata solo nella penultima giornata in favore della Juve, a seguito di contestazioni che, certo, nel nostro Paese sono il sale di questo sport.
Invero, i vincitori sono due: la stessa Juve, che ha totalizzato più punti di tutte le altre, ed il Napoli che, pur avendo un fatturato dimezzato rispetto a quello della società torinese, ha dimostrato che, con le competenze necessarie e la dovuta capacità di programmazione, Davide e Golia possono sempre esistere, finanche sui campi di calcio.
Molto probabilmente, le polemiche per qualche episodio arbitrale, che ha deciso le sorti del campionato, saranno vive ancora per qualche settimana, visto che, peraltro, non saremo neanche protagonisti dei Mondiali russi.
È ovvio che le polemiche ci interessano molto poco, tanto più perché presumono un dolo, a cui noi non vogliamo, né possiamo credere.
Ci rimane un dato, che invece è molto intrigante: dopo il fallimento (o quasi) di molte società sportive, che sono oggi in fase di ricostruzione, la competizione è - da qualche anno - fra Torino e Napoli, le due città più distanti fra loro e non solo per una questione, meramente, geografica.
Forse, nei prossimi anni la competizione per il titolo sarà ancora fra Juve e Napoli?
Forse, verrà anche il momento della vittoria del Napoli?
Sono, questi, interrogativi che non possono non intrigarci da sportivi e da tifosi, ma invero speriamo che qualsiasi ombra possa diradarsi, per cui, nei prossimi decenni, si potrà e si dovrà parlare solo delle giocate dei calciatori e non delle performance degli arbitri, che non sono in linea con un torneo che distribuisce milioni di euro in termini di premi per le prime posizioni.
Forse, siamo ingenui o potremo credere in un campionato, il cui esito finale sia al di sopra di ogni più ragionevole dubbio?
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