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Mafalda Bruno
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Troppe. Ne sono successe troppe di cose, e tutte pesanti come macigni in questo 2016. Si potrebbe fare un elenco dei fatti più salienti, a partire dai decessi illustri in vari campi come scienza e musica, la Brexit, le elezioni negli USA, i terremoti che ci hanno devastato case e speranze, il Referendum costituzionale e gli attentati terroristici che tante lacrime hanno fatto versare in tutta Europa. Ma sappiano i nostri lettori che, per chi volesse, il web è già pieno di queste liste: basta digitare avvenimenti 2016 e se ne possono leggere a volontà.
In ogni caso, i tre sconvolgimenti (a nostro avviso) più evidenti sono stati la Brexit, l'elezione di Trump e il nostro Referendum costituzionale. Tutti e tre con un comune denominatore: la ribellione verso il potere costituito, contro i poteri forti, soprattutto a livello politico. E di prevedibile, a monte, c'era solo una cosa che ora emerge da questa triade di fatti: la nascita e la proliferazione di populismi, nostrani e stranieri, di ribelli a prescindere, di esasperati che urlano contro l'establishment e intendono abbatterlo, pur non avendo neanche la più remota idea di cosa fare dopo: il che ricorda una gag romana di uno che diceva "io intanto, te riempio subito de botte, poi ne parlamo".
Sia per la Brexit che per Trump, è ridicolo affermare "io l'avevo detto". La sorpresa ha colto tutti: certamente gran parte degli inglesi e lo stesso Trump. Mentre per il referendum del 4 dicembre scorso non poteva che andare com'è andata: Renzi aveva tutti contro, persino una fetta del suo stesso partito, quindi era prevedibile una sua sconfitta, ma, per quanto si esaltino a crederlo, non hanno vinto i NO. Ha vinto la rabbia, la protesta, in molti casi l'invidia e le ripicche, e sicuramente il disagio sociale diffuso.
Da tutta quella caciara referendaria, appare tuttavia un poco strano il silenzio che ora aleggia sulla legge elettorale. Ma come? Non si doveva andare subito alle urne? Non erano pronti tutti i partiti a fare la loro proposta di legge elettorale? Non si doveva fare in fretta? Pare come se tutta la fregola pre- referendaria ora si sia assopita tra i bagordi natalizi. Se ne riparla quando? Dopo la Befana e aver tolto albero e presepe? Siamo davvero un paese di buontemponi, se non esistessimo bisognerebbe che ci inventassero.
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