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Giorgio Bisanti: quando l'Arte rende omaggio alle Forze dell'Ordine

mercoledì, 23 novembre 2016 13:07

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Giorgio Bisanti con la sua scultura
Mafalda Bruno
Lo scultore Giorgio Bisanti nasce a Roma, l'8 febbraio 1963; insieme al padre frequenta, fin da piccolo, lo studio di Renato Guttuso. Diplomato presso l'Accademia delle Belle Arti di Roma, studia con i Maestri Greco e Crocetti; nel frattempo frequenta anche lo studio dello scultore Pericle Fazzini. Tante le sue opere presenti in varie collezioni pubbliche e private, tra le quali molte realizzate per la Polizia Di Stato.
Ed è lui l'Autore della scultura "Monumento ai Caduti delle Forze dell'Ordine" sita in Roma, Piazza della Libertà, nel centralissimo quartiere Prati. In occasione della giornata commemorativa dedicata ai Caduti delle Forze dell'Ordine, lo scultore ha gentilmente acconsentito a rispondere ad alcune domande di FT News.

Maestro, questo monumento è stato fortemente voluto dall'Associazione Argos Forze di Polizia e dal periodico Atlasorbis: il Dr. Fabrizio Locurcio e Il Dr. Guglielmo Frasca hanno strenuamente lottato contro la burocrazia per sette anni. Una gestazione sofferta no?
Si, la gestazione è stata lunga per quanto riguarda la progettazione e l'autorizzazione da parte del Comune di Roma, ma alla fine, nel 2014, il monumento è stato collocato in Piazza della Libertà. L'opera è stata realizzata con un blocco di travertino delle cave di Rieti, del peso di ben nove tonnellate: è stata un'operazione importante, ho lavorato da solo per svariati mesi e la cosa mi riempie di orgoglio. Perché a Roma, tolte alcune sculture moderne, non ce ne sono di eguali; la nostra città eterna è ricca sì di monumenti storici, ma pochi di arte contemporanea.

Anche ad un occhio digiuno e profano di arte, la statua sembra rappresentare un abbraccio: compassione? Senso del dovere e sacrificio?
Rifuggo assolutamente la retorica: quando mi hanno contattato per questo lavoro, la prima cosa che mi è venuta in mente è lavorare con zero spirito retorico: ho voluto invece realizzare una sorta di Pietà moderna, infatti la statua è intitolata "L'abbraccio": quello cioè tra noi tutti e le persone che hanno perso i loro cari, un marito, un fratello, un parente a causa della delinquenza. Purtroppo di queste tristi vicende sono stato anche testimone diretto, ho avuto modo di conoscere parecchie di queste persone che piangono i loro congiunti, avendo lavorato alla Scuola Superiore di Polizia, dove si trova il Sacrario, e dove ogni anno, nel giorno dei Defunti, vengono ricordate e ossequiate le vittime che hanno perso la vita per fare il loro dovere.
Lei ha quindi sintetizzato quale stile in questa statua?
Ho sintetizzato in questo monumento un mix di stile estremamente moderno ma che ricorda anche sculture ancestrali delle Isole Cicladi, e se vogliamo anche quelle dei popoli italici i quali usavano, anche loro, fare un'estrema sintesi di questi volumi. Nulla di retorico quindi, ma una forza plastica presente nella mia opera.

Le sembra che la Città di Roma, il Comune, risponda adeguatamente a questo tipo di commemorazioni?
Dobbiamo dire che Roma sta passando un momento molto difficile e confuso: la città ha bisogno di un restyling generale. Ovviamente si può sempre migliorare e dare maggiore risalto alle cerimonie commemorative, ma devo dire che le varie Amministrazioni sono in qualche modo sempre presenti con i loro rappresentanti.

Anche questa Giunta comunale?
Non ho il polso della situazione e dati certi in mano, perché non ho parlato direttamente con il responsabile della cerimonia di oggi , ma presumo di sì.
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