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Non ci piace questo non investire nel futuro, il non scegliere la risoluzione dei problemi alla radice. Mettiamo pezze su pezze (in questo siamo bravissimi!!) versiamo lacrime, elargiamo cordoglio e preghiere... e così via, fino alla prossima tragedia.
Ci piace invece e tanto, l'Italia dei volontari, quella che scava tra i detriti, quella che dona sangue, quella che si rimbocca le maniche e si mobilita per soccorrere, per provvedere alle prime necessità dei sopravvissuti, quel volontario che alla signora sotto le macerie dice: "Signora si faccia coraggio, io ora mi giro, faccia pure la pipì dove si trova".
Ci piace che un ristoratore campano, abbia deciso di devolvere l'incasso di una giornata dei suoi bucatini all'amatriciana, ai sopravvissuti del sisma.
E ci piace Facebook: signorsì. Perchè ha consentito, subito dopo la scossa fatale, di inviare messaggi accorati, sentiti e profondi. Come stai? State bene? Fateci sapere vostre notizie. I social network, in questa fase, vanno promossi a pieni voti. Poche parole, niente vanitosità inutili o battute fuori luogo, niente esibizionismi personali, ma solo tanto, tanto cuore ed ansia sincera per chi era in quei luoghi. Ugualmente lodevole la campagna che si sta svolgendo in queste ore per organizzare la raccolta di aiuti di ogni genere, un tam tam solidale che commuove e ci fa pensare che, grazie a Dio, in mezzo a tanto menefreghismo superficiale, a tanta inefficienza, a tante inutili ciance, c'è la vera Italia.
Quella della solidarietà disinteressata verso i propri connazionali più sfortunati.
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