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Bruxelles a sostegno delle vittime della sparatoria Charlie Hebdo 2015
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E non perchè sono stati succubi, sottomessi e magari addestrati da dittatori feroci, ma semplicemente perchè, in quanto musulmani, sono convinti che non si deve ragionare con la propria testa, nessuno sceglie o decide del proprio destino: si deve solo ubbidire ed adorare un solo Dio, Allah, il padrone assoluto che controlla ogni passo ed aspetto della vita.
Ma allora le morti di Bin Laden, di Saddam Hussein, di Assad ed altri tiranni non sono serviti a niente? Siamo sempre punto e daccapo? Pare di si; è come se dei morti generassero solo altra morte attorno a loro.
Detto questo, la quadra, la soluzione a tutto questo dialogo tra sordi, dove la troviamo? Da parte “nostra” sicuramente potenziando i servizi di intelligence che più di tutti possono stanare queste cellule assassine e neutralizzarle in tempo. Ma il compito decisivo, più importante spetta senz’altro all’Islam moderato, con messaggi chiari e forti da trasmettere ai loro giovani, nelle scuole, nelle moschee, nei dibattiti ecc.: non si uccide, MAI, men che meno in nome di Dio. Perché affermare che uccidere la gente che la pensa diversamente, lo si fa in nome di una fede, di un credo, equivale a dichiarare che Dio (o Allah) è un assassino.
Gli Imam pacifici devono urlare alle loro giovani leve che il vero Islam è fatto di tolleranza, di pace e di comprensione, anche verso il prossimo che la pensa in modo diverso. Insegnando altresì che se delle vignette satiriche arrivano ad offendere il loro credo, ci sono altri modi per intervenire pesantemente su chi le pubblica, ma nulla, nulla al mondo, potrà mai giustificare una strage di vite umane.
Intanto, davanti a simili eventi tragici, nostro compito è di non cadere preda delle paure, di reagire senza spavento e di non fomentare sospetti verso lo spauracchio dell’altro, del diverso. Nel frattempo riaffermando i nostri princìpi democratici e tenendo alta, con orgoglio, la bandiera dei nostri valori.
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