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Mentre Bersani, Berlusconi, il Procuratore Antimafia Roberti, Prodi, Boldrini e naturalmente Alfano, sono tutti concordi che un intervento ora farebbe aumentare il rischio di ritorsioni ed attentati da parte dell'Isis molto più grande di quello che già che stiamo correndo ora.
La precedente esperienza di intervento in Libia del resto dovrebbe averci insegnato qualcosa: l'uccisione di Gheddafi e nel 2011 con l'intervento armato di francesi, inglesi e USA, non ha affatto pacificato quel Paese, che sicuramente si è liberato di un dittatore, ma non ha avuto un sostegno adeguato quando "dopo" si sarebbe dovuta instaurare una normalità civile.
E' lapalissiano che il Governo pagherà pegno qualsivoglia decisione prenda: si va in Libia, non si va in Libia, si va ma non del tutto. Non ci resta quindi che sperare in un atteggiamento delle nostre istituzioni che sia maturo e responsabile, scevro dalle influenze che stanno cercando di accerchiare l'Italia mettendola giocoforza in trincea a prescindere dalle conseguenze.
Libia è uguale a caos totale, e in quello andremmo a cacciarci con le conseguenze che si possono immaginare. Se si vuole mandare l'Italia in avanscoperta facendoci credere che ci stanno dando un' aurea di prestigio, che siamo dei gran fighi, l'unica alternativa è sperare che chi ci governa non cada in trappole solo apparentemente lusinghiere, perchè di fatto sarebbero mortali.
Ne più ne meno.
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