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La cosa ovvia e civile, in un clima non agitato, sarebbe stata quella di richiedere l’intervento delle Forze dell'Ordine invece di farsi giustizia da sé. Chiaro, lampante. Ma come si fa a non agitarsi davanti a simili tragici imprevisti in preda al terrore? Cosa dici al delinquente: "scusa un attimo, chiamo la Polizia?"
Sono sempre questioni farraginose, in cui vanno ricostruiti i fatti d'accordo: ma in quei momenti non c'è Freud a valutare lo scenario psicologico per decidere, in pochi attimi, l’intensità e la qualità delle paure e delle emozioni del malcapitato e le conseguenze delle proprie reazioni. Benchè, nel caso recente di Vaprio d'Adda, il malcapitato numero uno è stato indubbiamente il ladro ucciso. E Dio ci scampi dall'esultare per questo.
Cosa fare? Dalla parte di chi schierarsi? L'atteggiamento maturo e civile è, secondo me, che se è pur vero che la giustizia ha numerosi e pericolosi limiti, va tenuta sempre in grande conto la sua imprescindibilità. Un Paese che lascia liberi i cittadini di difendere, come meglio ritengono, la loro proprietà, senza regole, leggi, vincoli e impedimenti, si trasformerebbe presto in un pericoloso Far West da film tipo "Go ahead, make my day" (coraggio, fatti ammazzare) nel quale ognuno di noi, sapendo di non incorrere in nessuna sanzione penale, potenzialmente si sostituirebbe alla Polizia e alla Magistratura.
Con il rischio, probabile e certo, che i cittadini più esagitati e magari un pò troppo amanti delle armi da fuoco, inizierebbero a sparare, stile John Wayne, a qualsiasi minimo rumore o cosa che si muovesse.
Insomma: non è facile avere una opinione precisa e netta. L'avevo detto all'inizio.
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