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Mafalda Bruno
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Negli ultimi tempi, con il suo comportamento, appare piuttosto evidente che l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, ce l'ha messa tutta per mostrare, non solo a noi ma anche all'estero, tutti i suoi limiti, le sue titubanze, le sue incongruenze, i suoi pasticci maldestri che lo hanno poi costretto a dimettersi.
Ad onor del vero tuttavia, va anzitutto chiarito un aspetto non secondario: Marino è stato isolato, prima dal suo stesso partito, il PD, senza il cui patrocinio, anche se sei stato regolarmente eletto, voler governare una città come Roma, delle due l'una: o sei folle o sei un incosciente temerario.
Ora vogliamo credere che Marino fosse ben cosciente di avere contro il suo stesso partito, quello del Premier, quello a cui lo stesso Marino appartiene; quindi sapeva altrettanto bene che avrebbe dovuto remare dieci volte più del normale per poter svolgere il suo lavoro. Perché quindi ha accettato di ricoprire la carica di Sindaco su queste basi malferme?
Di seguito ha infilato, non si comprende per quale motivo, una serie di leggerezze e castronerie nel corso del suo mandato da Sindaco, roba che anche la più ingenua “banducola” delinquenziale avrebbe gestito meglio. Marino probabilmente, forte del fatto "io sono onesto, non sono come chi mi ha preceduto" avrà pensato che nessuno avrebbe mai osato sbirciare nelle sue cianfrusagliette quotidiane. Errore: l'essere un personaggio pubblico ti pone automaticamente sotto i riflettori della pubblica opinione, e poco importa se sei solo un rubagalline o un ladro professionista. Se hai rubato, hai rubato. Punto.
Ma quindi il bilancio della Giunta Marino è stato solo un disastro? Certamente no: alcune cose le ha fatte, come la chiusura della discarica di Malagrotta, l'apertura delle prime fermate della Metro C che i romani aspettavano da lustri: insomma due interventi importanti per la capitale che tuttavia non gli hanno garantito la medaglia al valore nella fiducia dei suoi stessi cittadini.
E qui torniamo a bomba: non appoggiato dal Governo, anzi ignorato, Marino ha fatto sì qualcosa, ma è stato come se lui stesso in primis non credesse nelle sue azioni. Molte "imprese" le ha lasciate a metà, forse man mano che prendeva coscienza che senza il PD a sorreggerlo, la sua avventura romana avrebbe avuto vita breve.
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