|
|
Mafalda Bruno
|
|
Pascoli iniziava così la sua poesia "L'aquilone" che, a quei tempi no, ma oggi lo diciamo con orgoglio, abbiamo dovuto imparare a memoria, "cortesemente sollecitati" dai nostri insegnanti in gioventù. Pena l'insufficienza in italiano.
E' un pò un misto fritto (antico e moderno) che si evidenzia anche in questo momento di governo Renzi. Da una parte, l'uomo solo al comando - che ricorda un poco il passato con De Gasperi, Andreotti, Fanfani e Craxi per citarne solo alcuni - con le sue azioni (positive o meno che siano giudicate) sta facendo passare quasi in secondo piano le sorti del più grande partito italiano, il PD.
Dall'altra, le transmigrazioni di vari esponenti di partiti in sofferenza verso compagini più solide, unita ad una certa ostinazione, spesso patetica, da parte dello zoccolo storico del PD a voler in ogni modo e maniera contrastare, punzecchiare e creare disturbo all'azione del Presidente del Consiglio (ma un dignitoso accomodarsi all'uscita? Ovvio che no, che domande!) non fanno, paradossalmente, che accrescerne la popolarità ogni qualvolta si parla di una nota positiva sulla uscita dalla crisi del nostro paese. Si minacciano voti mancanti, si riempiono i giornali di interviste contro Renzi, pare insomma che sta per succedere il patatrac, ma poi alla prova dei fatti, non si sa come, si adeguano tutti. Crozza li ha recentemente paragonati (più o meno il significato era questo) a degli innocui scoiattoli con il ruggito da tigri del bengala, versione molto, ma molto arrabbiata.
Alcuni organi di stampa insistono a parlare di sondaggi in discesa quanto a gradimento dell'attuale azione governativa: può darsi. Certamente il "polso" del pensiero degli italiani ha una enorme importanza, ma bisogna riconoscere che finora l'ondivago sentimento popolare non ha fermato minimamente un certo modo di agire, da panzer, di Renzi. Ripetiamo, sbagliato o corretto che lo si ritenga.
|
|