|
|
Mafalda Bruno
|
|
Il premio Oscar, Giuseppe Tornatore, ha lanciato nei giorni scorsi il progetto MediCinema, il trasferimento cioè negli ospedali, dell'atmosfera magica che solo la cosiddetta settima arte è in grado di offrire. Scopo di questa lodevole iniziativa, che non esitiamo a definire meravigliosa e geniale, è quello di alleviare, per quanto possibile, la degenza dei pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, offrendo loro attimi di distrazione e sollievo per le loro sofferenze.
In pratica, visto che per cause di forza maggiore, un paziente in cura non può certo permettersi di andare al cinema, è il cinema che andrà da lui.
Primo ospedale ad ospitare questa nuova iniziativa, sarà il Policlinico Gemelli di Roma, con una sala di proiezione che accoglierà non solo i degenti, ma anche i familiari che spesso devono assistere i loro cari ricoverati nella struttura, e sicuramente con ben poche velleità di facezie e divertimenti nei loro pensieri!
Per capire meglio il valore terapeutico di questa iniziativa, FTNews
ha intervistato la Dottoressa Carla Silvestri, Pediatra Neonatologa presso l'Ospedale Santo Spirito di Roma, dove ha esercitato fino al 2007.
Dottoressa Silvestri, dopo Patch Adams, dopo la Pet Therapy, ora arriva la cinematerapia. Cosa ne pensa dell'idea di Tornatore? Trova che andrebbe ampliata in futuro ad altri ospedali oltre al Gemelli?
E' un progetto molto interessante ed utile per portare leggerezza in ambienti pieni di sofferenza anche se, purtroppo, in molti ospedali romani, spesso manca la risposta anche ai bisogni elementari e la relazione con il paziente e' spesso deficitaria e poco empatica. Tuttavia la ricerca di spazi ludici e culturali nella lunga giornata dei degenti, sarebbe un modo per ridurre l'angoscia per la malattia, non solo per i pazienti ma anche per i genitori.
Il progetto è già attivo in vari paesi europei e con notevole successo. Nella sua esperienza consolidata, specie con pazienti piccoli, quanto conta un poco di spensierata distrazione, il non pensare troppo ai problemi, spesso gravi, di salute?
Direi che dovrebbe far parte del percorso diagnostico-terapeutico e dovrebbe essere presente nelle linee guida.
|
|