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Mafalda Bruno
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Qual è il segreto per avere nuove idee o nuovi spunti per fare impresa in un mercato sempre in crescita ed evoluzione? La risposta esatta è talmente semplice da sembrare persino banale: pensare. Se un’ idea nasce e poi risulta essere brillante, è perché qualcuno ci ha pensato, ci ha ragionato sopra, ha elaborato una strategia intorno ad essa e l’ha messa in atto.
Nunzio Morrone, imprenditore originario della Basilicata, su questo concetto del pensare e mettere in pratica nuove idee, ha fondato la DIMITTO – Ente di Certificazione Italo-Svizzero, coniugando le peculiarità di queste due Nazioni: precisione svizzera e passione italiana.
L’Ente si occupa di certificare le aziende che non vogliono rinunciare a puntare in alto per affrontare le continue sfide che il mercato pone davanti a chi fa impresa. E sta diversificando il suo Ente in varie realtà europee: Bielorussia, Spagna tanto per citarne alcuni.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Nunzio Morrone per capire meglio il suo pensiero-guida e la sua impostazione di strategia industriale.
Morrone, in questa fase post pandemica che ha messo in ginocchio tante realtà industriali, cosa occorre fare per ripartire col piede giusto?
Anzitutto bisogna convincersi che ora più che mai occorre un cambiamento, finora si è quasi tirato a campare, alla come viene viene, mors tua ecc, ora invece il cambiamento è d’obbligo. Il primo passo necessario per una giusta partenza e accettare il cambiamento è voler cambiare: tra dire e fare per me c’è di mezzo l’agire, non il mare. Pensare il futuro desiderato, scriverlo, strutturarlo, vedendo quello che si vuole fare e realizzarlo. Il vero cambiamento non si improvvisa: si ragiona, si immagina e si progetta. E nell’ottica di questo cambiamento, i tre principi fondamentali su cui ci basiamo sono: 1. mantenere un successo durevole; 2. avere la capacità di ridurre gli sprechi; 3. creare le condizioni per ottenere risultati e produrre progresso.
Un programma di tutto rispetto. Ma non sarà semplice attuarlo immagino: avete chiesto supporto dalle istituzioni? Ne avete ricevuto?
Purtroppo non possiamo dare più di tanto le colpe al governo perché non era preparato ad un simile tsunami. Tuttavia, tirando le somme adesso, è vero che in Italia si è fatto poco: in Svizzera è bastata una email in cui ho fatto richiesta per il sostegno previsto e in tre giorni gli aiuti sono arrivati. Qui in Italia troppe parole e pochi aiuti: si sono prodotti e si continuano a produrre quintali di carta, riunioni e discussioni, intanto però il sostegno non arriva. Invece lo Stato deve metterci al più presto in condizioni di fare e fare bene. L’imprenditore ha davanti sempre nuove scommesse e aiutarlo vuol dire evitare la recessione. Da parte sua, l’impresa deve orientarsi a puntare al progresso e non al profitto. Occorrono quelle che io chiamo le tre P: Persone, Profitto e Progresso. Senza queste tre basi essenziali non si può arrivare a niente di utile e costruttivo.
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