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Gianluca Guerrisi e Fausto Zilli (Argos Forze di Polizia) con il Presidente del CONI Giovanni Malagò
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Le Forze di Polizia hanno a che fare quotidianamente con la violenza. E se è vero che oggi si registra una maggiore sensibilità nel denunciare atti violenti rispetto a qualche anno fa, è anche vero che questi esecrabili episodi si verificano ancora e troppo spesso, riempiendo le pagine di cronaca nera e i titoli di apertura dei telegiornali.
Si è fatto e si fa tanto per sensibilizzare le persone: le iniziative contro ogni forma di violenza si susseguono in ogni nostra città, con manifestazioni sempre numerose, ma evidentemente non è ancora abbastanza.
Non è abbastanza se le vittime di violenza, dopo aver denunciato il misfatto, rischiano di vedere in giro, a piede libero, il loro aguzzino per le strade cittadine.
Non è abbastanza se un ragazzo vittima di bullismo, passato l’attimo della denuncia, si rivede il compagno tra i banchi di scuola come se niente fosse accaduto.
Quindi? Quindi vanno fatte urgentemente delle leggi che servano anche a scoraggiare i violenti. Leggi che consentano alle nostre Forze dell’Ordine di poter intervenire sempre e non essere bloccati da cavilli burocratici mentre qualcuno intanto sta soffrendo una violenza dietro la porta di casa. E qui non si tratta di giustizialismo a prescindere, gratuito: se si commette un reato grave se ne pagano le conseguenze, e la certezza della pena deve essere un dato di fatto, non un’utopia aleatoria.
Intanto ben vengano queste manifestazioni di denuncia . Servono per far arrivare il messaggio universale, tipo urbi et orbi, che ogni tipo di violenza è da condannare e combattere con fermezza. Ancora di più quando essa si perpetra a danno di persone che non sanno o non possono difendersi.
La violenza è la forma più becera, vigliacca e disumana che si possa mettere in atto per prevaricare ed umiliare gli altrui diritti: e chi la compie ha solo un aggettivo identificativo: nullità.
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