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E invece si dovrebbe: perché mettere insieme sport e disabilità intellettiva significa in primis che questa strada è percorribile. Ne sono prova i nostri campioni. Mai, come nel caso di ragazzi Down, parlare di sport significa dare impulso a una forza motrice di crescita e di confronto. Una frontiera estesissima, e non solo in termini numerici, quanto piuttosto di prestazione atletica. Se loro, con la loro sindrome di Down, sono e saranno sempre più parte integrante dei massimi eventi sportivi a livello mondiale, tutto questo è segno di una potenzialità tecnica, sociale e personale tutta da incoraggiare e valorizzare. Con il loro impegno e il loro entusiasmo questi ragazzi eccezionali lanciano anche un messaggio forte a chi, come loro, nella vita ha subìto dei limiti alla propria potenzialità, ai propri sogni da raggiungere, stimolano gli altri a non negarsi nulla, a vincere la battaglia della vita con sé stessi e provarci sempre, senza rinchiudersi dentro gli orizzonti limitativi di quattro mura domestiche.
E dovremmo tutti fare un mea culpa: vergognarci un pochino e scusarci con questi nostri ragazzi. Per il secondo piano in cui viene relegata la notizia di una loro vittoria. Dovremmo essere in piazza, tutti, per le strade a festeggiare il loro risultato eccellente, con lo stesso entusiasmo con cui sventoliamo il tricolore per le strade durante i mondiali del calcio classico. Non sappiamo cosa si dicano gli altleti classici dopo una vittoria mondiale. I nostri Campioni down si sono semplicemente detti: “Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene”. Da loro, sempre e solo amore. Il business calcistico, almeno loro, grazie al cielo non sanno neppure cosa sia.
Dovremmo sostenerli di più, con entusiasmo e in ogni modo, fare per loro un tifo sfegatato, perché fare sport da disabili, vuol dire fare sforzi decuplicati, vuol dire accettare doppiamente una sfida immane, anzi due: in primis quella difficile con se stessi e, a seguire, quella durissima contro i pregiudizi di “noi normali”.
Ad majora ragazzi ! Siamo fieri di voi, siete i nostri grandi Campioni, il nostro orgoglio tutto italiano. Grazie.
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