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Riccardo Schiroli: Non vuol dire dimenticare

mercoledì, 17 febbraio 2016 14:45

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Lisa Di Giovanni
La consueta rubrica letteraria Dark zone questa settimana ospiterà il primo romanzo del giornalista Riccardo Schiroli.
Una storia scritta in prima persona ma non autobiografica, l’accaduto narra in definitiva di un cambiamento e ftNews vi lascia scoprire l’autore e la sua creatura con questa carica intervista.

Ciao Riccardo, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
Sono un giornalista professionista che si è formato nelle radio e nelle televisioni private e che ha avuto la sua vita professionale cambiata dall’incontro con il web.
Appena ho capito cosa potenzialmente può essere un sito internet (il mio primo approccio, negli anni ’90 del secolo scorso, era stato: “Sarà una specie di televideo”), ho capito che avevo trovato il medium ideale per la mia idea di fare informazione.
Nella mia vita la scrittura ha una parte molto importante: è il mio lavoro, il mio hobby, anche la mia seduta di auto analisi, se posso essere sincero.

Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Ho pubblicato diversi libri sul baseball, commissionati direttamente dalla Federazione Italiana e dalla Federazione Internazionale. Quindi direi che in questi casi non è stato per niente difficile. Un discorso diverso è pubblicare fiction. Gli editori non possono permettersi di rischiare e spesso puntano sulla notorietà del nome di chi pubblica. Questa almeno è la mia impressione

Parlaci di questo nuovo libro.
“Non vuol dire dimenticare” è il mio primo romanzo. Ho iniziato a scriverlo anni fa, addirittura con la macchina per scrivere. Nel frattempo sono molto cambiato, come professionista e come persona. Ma sono convinto che questo romanzo esprima una voce originale e quindi ho cercato di pubblicarlo con pochi cambiamenti. E’ scritto in prima persona, ma non è un romanzo biografico o autofiction. Voglio dire: io a 26 anni sono davvero andato negli USA da solo per incontrare una ragazza, ma questo è il pretesto alla base del romanzo.
Io in realtà con questo romanzo voglio raccontare un cambiamento. Del protagonista e del mondo che lo circonda. La mia vera scommessa è sul linguaggio, che spero appaia coerente a chi era ventenne negli anni ’80

Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
La difficoltà più grande è il senso di smarrimento che ti assale quando comprendi che il potenziale della rete e dei social media è davvero immenso, ma che è appunto un potenziale. Anche oggi puoi anche scrivere il miglior libro del mondo e vederlo passare inosservato. Il difficile non è scrivere un libro, è farlo leggere.
Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
E’ molto importante rivolgersi al target giusto. Ma questo è vero anche al momento della scelta della lingua con cui si scrive il libro. Quindi, in sintesi: la promozione è fondamentale, per il successo di un libro.

Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nel tuo romanzo riguardo a Riccardo Schiroli?
Che la cosa che mi dà più piacere è raccontare storie. Che la cosa che mi preme di più è farmi capire bene da tutti. E che non credo che “semplice” e “banale” siano 2 sinonimi…

Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
Io quando scrivo sono a mio agio. Non conosco la paura del foglio bianco, per intenderci. Però, tra quello che esce e un testo adatto a interessare il pubblico spesso c’è molto lavoro. E questo lavoro è la vera fatica dello scrivere.

Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente?
Scrivo perché è quello che mi rende sereno e felice e continuerò a farlo comunque. Ma non nego che spero proprio di essere letto dal maggior numero possibile di persone.

Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita?
Sono in quello che qualcuno molto più bravo di me definì “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Visto che metà (abbondante, probabilmente) è andata, mi piacerebbe passare l’altra metà dedicandomi alla letteratura a tempo pieno.

Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo.
M. Gandhi


https://www.facebook.com/RiccardoSchiroli2libri/?fref=ts
http://www.amazon.it/vuol-dire-dimenticare-Romanzo-cassetto-ebook/dp/B016MR8KQU/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1455645683&sr=8-1&keywords=non+vuol+dimenticare
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