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martedì, 31 dicembre 2024 06:27 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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Domenica 29 dicembre, presso la sede dell'Archivio Storico Comunale di Palermo, è stata inaugurata Rosalia: Santa patrona e dea madre dei popoli uniti, la mostra fotografica di Melania Messina, nata da un progetto a cura di Emilia Valenza e Rosario Perricone.
Finanziata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo (area Cultura, turismo, sport e politiche giovanili) e organizzata dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – ETS, la mostra chiude il ciclo di iniziative artistico-culturali a corollario del 400° Festino di Santa Rosalia - Progetto “Rosalia di Palermo”.
Il corpus fotografico di Melania Messina è un racconto per immagini del rapporto che lega la figura di Rosalia, vergine ed eremita nel luogo sacro del Monte Pellegrino, al popolo palermitano. Il progetto, cominciato negli anni Novanta, arriva fino ai giorni nostri. Negli anni le richieste dei devoti della Santa, testimoniate dalle lettere fotografate all’interno dell’Archivio del Santuario, rimangono le stesse e sono emblematiche dei problemi che affliggono il territorio: richieste di lavoro, di protezione familiare, di fertilità, di buona gravidanza. La fotografa sembra analizzare le parole scritte sui fogli lasciati all’interno del santuario e osserva gli ex voto raccolti nella grotta della santa, cosicché, come scrive Rosario Perricone, la fotografia diventa irrimediabilmente parte del corpus votivo documentato, se non essa stessa trasfigurata in una raccolta di ex voto, ove traspare l’esperienza trentennale presso il Santuario di Santa Rosalia vissuta sul corpo della fotografa, incrociando donne e uomini e immagini agglutinati nello spasmo delle devozioni.
Il titolo della mostra - afferma Emilia Valenza - è esplicativo di una devozione condivisa tra i popoli che hanno abitato questa città, fin dai secoli passati. Dalla Dea Tanit alla fanciulla vergine della grotta, palermitani autoctoni e stranieri naturalizzati si incontrano nel cammino sul Monte Pellegrino, si incrociano nei vicoli della città e si integrano nella comune speranza di un intervento risolutivo della santa patrona. Rosalia unisce e livella democraticamente nella fede e nella devozione, a lei giungono elenchi di urgenze sociali, fino alle questioni più attuali, la parità di genere e l’affermazione di un'uguaglianza tra i sessi.
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Rosalia bambina ed ex voto
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A
FtNews Melania Messina ha dichiarato: Con il mio lavoro volevo raccontare la mia città attraverso il suo rapporto con la patrona Santa Rosalia, il cui culto ha, credo, delle specificità molto legate al territorio. Il mio intento non era soltanto quello di mettere in evidenza il patrimonio culturale immateriale che è connesso alle ritualità del culto, ma di dare suggestioni legate al mito di Santa Rosalia e scavare, attraverso gli ex voto e le lettere dei fedeli lasciate nel santuario, nelle sfaccettature e nelle contraddizioni della cultura di Palermo. Santa Rosalia non è come Sant’Ambrogio, non è una figura storica documentata che ha avuto un suo preciso ruolo. Non voglio entrare in un ambito che non è di mia competenza e indagare gli aspetti storici della sua esistenza, ma la costruzione del suo mito è tale da rivestire un ruolo quasi di dea madre, forse per questo è molto amata da tutte le comunità di migranti che vivono a Palermo. Le preghiere lasciate dai fedeli, inoltre, sono rivelatrici dei problemi che affliggono i palermitani: la ricerca del lavoro, chiesto come un miracolo, la salute, la malattia, la fertilità sono i temi prevalenti nelle preghiere rivolte a Rosalia. Emergono anche le richieste di essere ben accolti, di avere la cittadinanza, che ci sia acqua per tutti e via dicendo, tematiche nuove di una società in divenire che si intrecciano con le consuete per raccontare disperazione e speranza. Poi la dimensione quasi pagana dei giorni del festino, nel mese di luglio, che stride con quella della penitenza legata alla ricorrenza del 4 settembre, giorno dedicato a Santa Rosalia. Nei giorni del festino i vicoli vengono addobbati, il centro storico si riempie di luminarie e tutto diventa festa. Rosalia diviene icona pop nei tatuaggi e nei murales degli artisti; persino durante un pride su un carro campeggiava la scritta “Dall’omofobia, Santa Rosalia, salvaci tu!”. Il percorso narrativo è stato costruito negli anni, documentando nel tempo i vari aspetti del culto di Santa Rosalia; l'arco temporale è compreso dai primi anni '90 fino ai giorni nostri. Le foto sono state scattate sia in analogico che in digitale. Per indicare il divenire nel tempo si è scelto di costruire il racconto evidenziando la differenza del mezzo usato, cercando di evocare come in un sussurro e a frammenti il dialogo dei fedeli con Rosalia.
In occasione dell'inaugurazione della mostra l'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari ha presentato U cuntu ri santa Rusulia, di e con Enzo Mancuso.
La mostra sarà visitabile fino al 9 febbraio 2025 negli orari di apertura dell'Archivio Storico Comunale di Via Maqueda, 157: lunedì - venerdì 8.30 - 13.30 / mercoledì e giovedì 15.30 - 17.30.
Libro fotografico a cura di Emilia Valenza e Rosario Perricone.
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