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sabato, 25 aprile 2015 22:36 |
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Cristina Roselli
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Nel corso degli ultimi anni, è possibile assistere ad una piccola rivoluzione nel mondo dei manga sempre molto ancorati alle classiche distinzioni tra shojo, shonen e seinen, categorie che rendono intuitivo ed immediato per il lettore comprendere la generalità degli argomenti trattati.
Sebbene questa divisione in alcuni casi risulta molto utile, spesso può anche imbrigliare la curiosità e quindi limitare l'esperienza di lettura a chi rimane strettamente ancorato a stereotipi narrativi.
Fortunatamente da qualche tempo queste rigide distinzioni si stanno sgretolando velocemente permettendo così l'emersione di prodotti con caratteristiche miste; è il caso questo di Black Bultler(Kuroshitsuji) di Yana Toboso.
Ciò che caratterizza questo manga riguarda non solo la ricchezza dei dettagli ed una rappresentazione pulita e lineare dei personaggi, tipico degli shojo manga, ma anche una storia dai contorni esoterici e tenebrosi, a volte persino crudi che s'incontrano invece di frequente nell'ambito dei manga shonen.
La trama dell'opera ruota intorno a Ciel Phantomhive, erede ragazzino della casata inglese Phantomhive, incaricata dalla Regina Vittoria di vigilare su Londra, eliminandone i criminali più pericolosi, ed al suo misterioso maggiordomo Sebastian Michaelis.
Ciel ha un carattere chiuso e determinato, reso ancora più scontroso dalla morte dei genitori per mano di ignoti che il protagonista ha giurato di individuare tramite l'aiuto proprio di Sebastian il quale ben presto si rivelerà non un semplice domestico bensì un “diavolo” con il quale Ciel ha stretto un patto mortale.
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Sebbene la storia principale, che intreccia anche elementi storici relativi all'epoca vittoriana come i delitti di Jack lo Squartatore o la dominante presenza del traffico di oppio, abbia perlopiù un impianto iniziatico e votato all'occulto, le tematiche affrontate vengono stemperate dall'ottimo senso dello humor dell'autrice, la quale non perde occasione per ridicolizzare bonariamente sia il severo Ciel che il sempre compunto Sebastian anche tramite l'ausilio di una vasta gamma di personaggi secondari.
Il rapporto tra i due protagonisti è tuttavia quello che riesce a mandare avanti l'intero impianto narrativo il quale tende a soffrire molto spesso di una mancanza di originalità, avulsa dal contesto generale nel quale s'innesta; la morbosità, fattuale e astratta, che lega i due personaggi strizza l'occhio al genere shonen-ai virando frequentemente nel territorio del sub-testuale, introducendo uno dei tropi più assiduamente riscontrabile all'interno dei fumetti nipponici, aggiungendo uno strato maggiore allo schema dell'intreccio, a volte ripetitivo e ridondante.
Molto amato in patria, Black Butler ha ottenuto un notevole successo anche in altri Paesi e ciò ha permesso la nascita e crescita di un folto gruppo di appassionati nonché la produzione della sua versione animata, di tre musical ed un live action movie che tende però a discostarsi alquanto dall'opera madre.
Nel concludere, ringrazio Lucia Cupido, mio spirito guida nel mondo dei fumetti che sa proporre sempre prodotti interessanti e particolari.
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