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Rosario Pesce
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Quello della prossima tarda primavera, inerente alla materia costituzionale, è un referendum assai pericoloso per il Governo ed, in primis, per il Presidente del Consiglio, che ha deciso di investire moltissime energie politiche su siffatto tema. -
Infatti, la tornata referendaria confermativa della riforma, approvata a breve in via definitiva dal Parlamento, si presenta non piena di ombre ed ostacoli, visto che, innanzitutto, non è scontato affatto l’esito favorevole della stessa in favore di Renzi.
L’approvazione, a maggioranza, della riforma del Senato non può non costituire il punto di forza dell’intero progetto riformatore, dispiegato finora dall’Esecutivo, ma il prezzo pagato è stato altissimo, dal momento che, per arrivare al monocameralismo, peraltro dagli equilibri costituzionali assai incerti, il Presidente del Consiglio ha dovuto scontare una scissione all’interno del PD, essendo stato necessario, finanche, stipulare un compromesso con una parte significativa del vecchio mondo berlusconiano.
Di fatto, su tale materia non solo si è divisa la pubblica opinione nazionale, che ha partecipato, in modo sia pure discontinuo, al dibattito, ma in particolare si è sciolto, come neve al sole, il vecchio Centro-Sinistra, così come noi eravamo abituati a conoscerlo.
Non solo il PD ha rotto, definitivamente, i suoi rapporti con le forze, che militano alla sua Sinistra, ma si è avvertita fortissima la differenza di posizioni fra chi, all’interno del Partito Democratico, proviene da culture molto diverse le une dalle altre, in particolare fra ex-comunisti, contrari - con accenti diversi - al progetto renziano, ed ex-democristiani, per lo più favorevoli all’idea di Renzi, anche se, talora, con qualche elemento di distinzione di non poco conto.
Cosa potrà accadere, allora, quando si andrà alle urne?
È evidente che, in quel caso, visto appunto l’investimento di energie politiche in materia di revisione della Costituzione, in gioco non ci sarà solamente la Carta del 1948, ma soprattutto saranno sottoposti a dura verifica gli equilibri della maggioranza.
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