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Fürstenfeldbruck, nei pressi di Dachau, monumento alle vittime della marcia della morte
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L’apparente semplicismo dell’alibi, offerto dai gerarchi, circa l’impossibilità, da parte loro, di contravvenire ad ordini superiori, rappresenta poi l’elemento più illogico dell’intera vicenda storico-giudiziaria, che non si concluse, neanche, con il Processo di Norimberga, dato che - per molto tempo ancora - i Servizi Segreti di Israele hanno dato la caccia ai notabili nazisti, scappati in America Latina sotto falsa identità, a volte con l’aiuto, economico e logistico, degli stessi Statunitensi ovvero della Chiesa Cattolica, che dimostrò la sua ambiguità in merito all’Olocausto, sia negli anni in cui esso si compiva, sia nei decenni immediatamente successivi, quando - appunto - protesse chi si era macchiato di reati efferati, non meritando perciò né la pietà, né una complice assistenza nella fuga.
Tuttora, ci si chiede come sarebbe stata l’Europa, se i crimini nazisti non fossero mai stati commessi; è un quesito che, forse, non avrà risposta, tanto più in un momento storico triste, come quello che stiamo vivendo, in cui la Germania sta catalizzando su se stessa gli odi di un intero continente per le politiche impopolari, che impone all’Unione.
Nessun paragone è possibile con il passato: la Merkel non è Hitler, né si potrà riprodurre nel prossimo futuro la situazione degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, anche se, a volte, è difficile reprimere, da parte dei Tedeschi, un istinto di potenza, che, pure in forme diverse e compatibili con la democrazia, si esprime ai danni degli Stati più deboli d’Europa.
Forse, sarebbe necessario che gli organismi comunitari riacquistino la credibilità e l’autorevolezza, che oggi non hanno al cospetto della pubblica opinione europea e di cui, in passato, hanno goduto gli Stati nazionali, almeno fino a quando essi non hanno ceduto quote rilevanti della loro sovranità all'Unione, in particolare in materia di politica monetaria, fondamentale per i destini delle comunità, perché, da questa, discende la prospettiva virtuosa di sviluppo economico.
Sapremo costruire una nuova Europa, che impedisca il ripetersi di fatti disumani, come l’Olocausto?
O, forse, lo spirito dell'identità europea è, ancora, immaturo, per cui crescono nazionalismi che, in futuro, potranno essere, finanche, più pericolosi di quello nazista?
L’Europa è, ora, ad un bivio: ripetere il male indicibile o scegliere, senza esitazione, la strada della crescita civile?
Non possiamo non auspicare che le classi dirigenti conoscano bene i pericoli derivanti dalle loro scelte e, di conseguenza, agiscano per non ripetere crimini, rimossi fin troppo rapidamente dalla memoria collettiva.
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