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Da: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-03/in-prima-linea-nel-mondo-fede-coronavirus-papa-francesco.html
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Rosario Pesce
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Augurare buon Natale dopo un anno, qual è stato il 2020, può divenire operazione improba, visto che molte speranze di noi tutti si sono arenate a causa della pandemia, che ci ha tolto il sorriso.
Un dato su tutti può essere utile per comprendere la tragicità degli eventi che stiamo vivendo: il numero dei morti dell’anno, che sta finendo, ci riporta indietro nella storia al 1944, in pieno Secondo Conflitto Mondiale.
Il fattore ancora più drammatico è, però, un altro: al momento, nonostante l’introduzione sul mercato del vaccino, non si intravede una plausibile via d’uscita, visto che moltissimi sono i quesiti ai quali la scienza non è stata in grado di dare risposta.
Eppure, nonostante tutto, ci piace augurare ai parenti ed agli amici un sereno Natale, per quanto possibile possa essere un momento storico, come quello odierno.
Il Natale è, infatti, la festa per antonomasia del Cristianesimo, visto che si festeggia la nascita di Gesù.
Mai come in questa contingenza, l’Occidente intero ha bisogno di una nuova nascita, visto che la memoria delle morti di questi mesi rischia di divenire fin troppo condizionante per il futuro di noi tutti.
C’è bisogno di un realistico ottimismo, di un genuino sentimento di fiducia nel futuro, se si vuole evitare che il mondo cada in una depressione – non solo economica – da cui, poi, molto difficilmente potrà uscire.
Certo, il venir meno della condizione della socialità – che è tipica di feste che, per tradizione, si vivono in famiglia – conferirà un colore diverso al nostro Natale, ma sarà pur sempre Natale.
Ed, allora, non si può che augurare a noi tutti che il 25 dicembre segni la nuova nascita di chi, sopravvissuto al Covid, dovrà nei prossimi mesi impegnarsi per costruire condizioni di vita migliori per l’intera comunità umana.
Evidentemente, i dolori non potranno scomparire da un momento all’altro, così come la memoria degli ultimi mesi rimarrà indelebile in tutti coloro che hanno vissuto eventi che hanno il carattere dell’unicità.
La forza di Dio, di cui tutti i fedeli possono nutrirsi, deve essere il faro in una contingenza in cui, altrimenti, rischiano di vincere le tenebre.
C’è bisogno di luce e questa la può irradiare solo un’idea ed un’esistenza trascendente.
Buon Natale a tutti, ben sapendo che dietro l’ombra - finanche la più fitta - c’è sempre lo spiraglio della vita incipiente.
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