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Rosario Pesce
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È evidente che il Covid abbia sconvolto la vita dei cittadini ed, in particolare, dei lavoratori le cui sorti, oggi, presentano molte ombre.
Numerose piccole aziende, a causa della quarantena ormai giunta alla conclusione del secondo mese, molto probabilmente non saranno in grado di aprire, quando sarà loro possibile, mentre altre saranno costrette a diminuire in modo sensibile il personale, per cui, in entrambi i casi, non potrà che aumentare il tasso di disoccupazione.
È altrettanto certo che il Governo non potrà che dispiegare una serie di provvedimenti, nei prossimi mesi, destinati a rappresentare un incentivo per la ricostruzione finanziaria e produttiva del Paese, ma moltissimi sono i dubbi all’orizzonte.
In primis, il rilancio della nostra economia non potrà che essere un processo lento, perché non solo saranno determinanti i fattori nazionali, ma soprattutto quelli di contesto internazionale, perché ineluttabilmente la nostra economia potrà continuare a correre, se quella europea sarà capace – di nuovo – di conseguire i risultati di un tempo.
Poi, sarà necessario decidere – a maggior ragione dopo l’emergenza Covid – verso quale sistema economico guarda il nostro apparato produttivo.
Prima della quarantena, l’Italia ha sottoscritto accordi commerciali con la potente Cina, che evidentemente spingono il nostro Paese in una direzione diversa da quella degli ultimi decenni, quando i nostri partner erano, esclusivamente, l’Europa e gli Usa.
Oggi, per effetto della globalizzazione, le cose sono mutate profondamente, per cui è inevitabile che si guardi verso Oriente, come un tempo si guardava solo verso l’Atlantico.
Ma, la Cina potrà essere il nostro alleato commerciale primario?
Potremo essere legati a Pechino in futuro, come lo siamo stati a New York dopo la Seconda Guerra Mondiale?
Certo è che, fino a qualche anno fa, il 1 maggio si scendeva in piazza per rivendicare i diritti dei lavoratori; quest’anno, non lo si può fare non solo per il Covid, ma perché ad essere assente è il soggetto fondamentale: il lavoro.
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