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Rosario Pesce
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Nei giorni nei quali si commemora l’Olocausto, non si può non volgere lo sguardo verso i valori della democrazia, che vennero calpestati dai Nazi-Fascisti, portando il mondo intero in una spirale che, tuttora, l’Europa non può, né deve dimenticare.
La democrazia non costituisce, mai, una conquista una volta e per sempre: per quanto essa possa essere forte, deve essere rinvigorita giorno per giorno con gli sforzi di quanti credono nei valori democratici ed hanno l’interesse legittimo a preservarli rispetto a quanti, invece, ne sono i principali nemici.
Peraltro, moltissime sono le insidie per i sistemi democratici.
In primis, l’aspirazione recondita di coloro che sono interessati ad una svolta in senso autoritario e che agiscono, in tal senso, in modo sistematico.
Ma, il fattore che può alimentare una fuoriuscita dai valori democratici è la condizione di povertà economica e culturale, in cui possono venire a trovarsi gli strati più deboli della società.
Non possiamo dimenticare, non a caso, che il regime nazista e quello fascista si costruirono sul consenso degli strati popolari, per cui vennero legittimati da una fiducia ampia, che permise di realizzare la persecuzione degli Ebrei e degli avversari politici in un clima di complicità e di corresponsabilità molto diffuse.
Non possiamo, invero, tornare alla condizione del Novecento: sarebbe un pericoloso balzo indietro, che determinerebbe un’involuzione democratica molto seria.
Ma, la fine delle ideologie totalitarie del XX secolo non è un elemento rassicurante di per sé, perché la stessa assenza di idealità può costituire una minaccia per la democrazia, che si costruisce su valori condivisi.
Tutti, in verità, devono offrire il loro prezioso contributo perché la democrazia non si indebolisca, dai singoli cittadini alle istituzioni, dalle organizzazioni religiose alle associazioni ed al mondo del volontariato.
Lo sforzo non è da poco, ma la democrazia è l’ossigeno vitale grazie al quale possiamo vivere con la piena dignità di esseri umani.
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