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La scuola ed il territorio

sabato, 02 giugno 2018 07:38

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Università degli Studi di Salerno
Rosario Pesce
Uno dei punti di forza della moderna scuola dell’autonomia è, certamente, la relazione fra la stessa ed il territorio di pertinenza, che non solo - oggi - costituisce un’opportunità, ma è in primis una necessità.
La concessione del regime dell’autonomia, con tutte le conseguenze del caso sul piano giuridico, impone alle scuole infatti di essere capaci di costruire una fitta rete di rapporti istituzionali, che non possono che giovare all’implementazione dell’offerta formativa.
Il territorio, infatti, costituisce - sempre e comunque - un motivo di ricchezza per la scuola: la relazione virtuosa con gli Enti Locali, le associazioni ed il Terzo Settore, gli Oratori, il mondo del lavoro e dell’imprenditoria, consente alla Scuola di poter svolgere il suo ruolo istituzionale ottimizzando le risorse a propria disposizione e liberando energie che non possono che essere un volano per l’intero consesso sociale.
È ovvio che una simile attività di costruzione di alleanze non può che impegnare l’istituzione scolastica in tutte le sue componenti: non solo il dirigente, ma tutti i suoi collaboratori devono credere in un modello siffatto di fare scuola, visto che ogni docente ed ogni unità di personale Ata rappresenta, a sua volta, un’utile finestra sul mondo nel quale la scuola si colloca e si sforza di produrre i risultati della sua azione formativa ed educativa.
Si crea, così, un’alleanza virtuosa fra la Scuola stessa ed il territorio ed, all’interno della prima, fra tutte le espressioni culturali che può vantare un determinato ambito territoriale.
È ovvio che, nella costruzione di un simile iter, possono verificarsi incidenti o incomprensioni fra i soggetti istituzionali, ma anche questi sono un autentico fattore di crescita, visto che il rapporto dialettico continuo è il sale più genuino del miglioramento della vita democratica.
Per tal via, quindi viene al suo naturale compimento quel processo che il legislatore volle attivare, nel 1974, con l’emanazione dei decreti delegati, che costituiscono la prima pietra miliare della nuova visione di scuola, visto che l’ingresso dei genitori negli organi collegiali e rappresentativi della scuola fu, di fatto, la premessa per quanto poi si è prodotto successivamente, per effetto - in particolare - dell’introduzione del regime dell’autonomia, venti cinque anni dopo quel fatidico maggio del 1974.
Si configura, pertanto, per tal via una visione innovativa non solo della scuola, ma della stessa società, di cui la prima è l’immagine più autentica e fedele.
Ed è, questo, un percorso che non bisognerà mai abbandonare, visto che la società ha bisogno di soggetti giuridici che dialoghino e comunichino fra di loro in modo incessante, intenso e proficuo, verso la costruzione di obiettivi che sono terreno comune di più istituzioni, competenze e soggetti sociali.
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