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Il neurologo di Renzi

sabato, 21 ottobre 2017 10:02

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Rosario Pesce
Nei giorni scorsi, Eugenio Scalfari, nonostante gli atteggiamenti generosi dei mesi precedenti nei riguardi di Renzi, ha invocato l’intervento del neurologo per il Segretario del PD.
Forse, sbagliando specializzazione medica (intendeva lo psichiatra?), il fondatore di Repubblica ha messo – come si dice – il dito nella piaga.
Renzi, infatti, intervenendo in modo massiccio sul Governo allo scopo di sfiduciare il Governatore odierno di Banca Italia, ha agito in un modo scellerato, che chi è assennato non può non biasimare.
Se lo stesso gesto fosse stato commesso da Berlusconi, la Sinistra avrebbe gridato al golpe e, molto probabilmente, sarebbe scesa in piazza per evitare che il potere esecutivo mettesse le mani, in modo tracotante, nella gestione della Banca, per antonomasia, dello Stato italiano.
Ma, cerchiamo di capire le motivazioni.
Visco sarebbe accusato da Renzi di non aver controllato a sufficienza le Banche italiane, consentendo che alcune di queste, come il Monte Paschi di Siena, arrivassero ad un livello non sopportabile di indebitamento e che altre, come Banca Etruria, si trovassero nelle condizioni di far saltare in aria milioni di euro di risparmio dei cittadini italiani.
Le risposte, che potrebbero essere date al Segretario del PD, sono molteplici.
Tali scandali non sono recenti; perché, allora, non è intervenuto nell’immediatezza dei fatti, per chiedere la testa dei presunti responsabili?
Invece, egli, all’epoca ancora Presidente del Consiglio, difese Banca Italia contro le ire dei Cinque Stelle, che lanciavano contro Visco le accuse, che oggi gli muove Renzi.
Inoltre, sappiamo bene come, in particolare, nel caso dei fatti di Banca Etruria, il Governo si trova in una condizione di ovvio conflitto di interessi, visto che in quella vicenda sarebbe coinvolto il padre di un attuale Ministro.
Alla luce di questo fatto, era opportuno che Renzi intervenisse in modo così spietato, chiedendo la bocciatura plateale di Visco e mettendo, finanche, in conto la crisi del governo Gentiloni, pur di arrivare al suo scopo?
Il tutto, peraltro, avviene a pochi mesi dal voto, con i parlamentari distratti, visto che ciascuno di loro è impegnato nella ricerca della propria riconferma, magari confidando in un posto sicuro, per Camera e Senato, nei listini proporzionali.
È ovvio, quindi, che la forzatura sia stata molto evidente e che non potrà non avere ripercussioni sulla leadership renziana, visti anche gli effetti generati, con l’intera Sinistra, da Prodi a Letta, da Calenda a Napolitano, che hanno fatto una levata di scudi contro il gesto politicamente insano di Renzi.
Forse, la vicenda Visco metterà fine alle aspirazioni renziane, dal momento che, finanche, chi lo sosteneva fino ad ieri, come Scalfari, si è reso conto che non si può dare forza a chi compie errori così grossolani?
Certo è che l’ennesima frattura fra Renzi ed il suo mondo culturale di riferimento si è compiuta e, tuttora, non siamo in grado di capire chi potrà giovarsene.
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