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Arte o censura?

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domenica, 31 gennaio 2016 11:04

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dal sito: www.iltempo.it
Rosario Pesce
La vicenda dei giorni scorsi, che ha visto protagonista il nostro Paese durante la visita del Capo di Stato iraniano, è certamente grottesca: si sono nascoste le nudità delle antiche opere greche e romane, allo scopo di non offendere la sensibilità del Presidente di una Repubblica islamica.
È ovvio che le motivazioni addotte non possano essere accolte: nessuna ragion di Stato, neanche quella più cogente, può giustificare un'autocensura così grande da parte delle nostre autorità, che hanno preferito oscurare secoli di arte e di storia della civiltà italiana, pur di non colpire la - pur - legittima morale di un politico di fede musulmana.
Ma, è evidente che l'errore compiuto sia di rilievo non secondario, dal momento che l'Italia, così facendo, ha manifestato un atteggiamento di sudditanza rispetto all'interlocutore istituzionale, che, per quanto autorevole possa essere stato, non meritava invero un servigio simile.
La memoria non può non andare ai secoli oscuri della Controriforma, quando il Papa chiamò uno sconosciuto pittore di corte, Daniele da Volterra, per coprire le nudità michelangiolesche della Cappella Sistina, danneggiando così uno degli affreschi più importanti della storia dell'arte occidentale.
In tal caso, invece, il danno non è stato di rilievo artistico, ma certamente di natura culturale: un Paese, che si vergogna della sua tradizione iconografica, a tal punto da coprirla, rischia per davvero di perdere il rispetto degli altri Stati, i quali sono molto radicati nella difesa dei loro averi, finanche quando questi non sono minimamente paragonabili all’eleganza ed alla raffinatezza del nostro periodo antico, greco e romano, ed a quelle del Rinascimento.
Peraltro, si è sempre detto che l'arte è un veicolo di promozione commerciale per il Paese; orbene, se si arriva a coprirla in presenza di un Capo di Stato straniero, come può avvenire mai una siffatta crescita turistica?
È ovvio che l'incidente diplomatico, che si è voluto risparmiare con l'Iran con un siffatto gesto preventivo, poteva avere un'eco non inferiore a quella prodotta da un comportamento, di cui forse non si è calcolato bene l'effetto mediatico.
Comunque, non si può negare un grave harakiri da parte del Paese, il nostro, che invece meriterebbe ben altro livello di affermazione della propria identità culturale all'estero, in Europa, come in Asia.
Forse, dopo Daniele da Volterra e dopo l'episodio della scorsa settimana, dobbiamo attendere un nuovo censore, che sporchi viepiù l'immagine di una civiltà splendida ed autorevolissima, come quella che ci hanno consegnato i nostri padri, per comprendere che si sta annichilendo il più bel tesoro in nostro possesso?
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