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THE DARK KNIGHT RETURNS

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sabato, 15 agosto 2015 09:07

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Cristina Roselli

Miniserie di appena quattro volumi pubblicata nell'annata d'oro del 1986, può essere considerata indiscutibilmente il capolavoro del celebre fumettista Frank Miller (autore tra gli altri del famosissimo Sin City e di 300, entrambi adattati come lungometraggi per il grande schermo).
Insieme al Batman curato da Grant Morrison, il Bruce Wayne invecchiato è pieno di acciacchi delle storie milleriane è sicuramente uno dei più accattivanti ed interessanti del panorama fumettistico e di ogni rappresentazione passata dell'Uomo Pipistrello in quanto vengono presentati nel corso della narrazione aspetti inediti e solo indovinati dell'amato eroe.
L'autore trasporta l'intreccio in una Gotham City fredda e violenta, privata del suo figlio prediletto da quando il cinquantenne Bruce Wayne ha abbandonato il mantello svolazzante che lo identificavano con il suo doppio Batman, cercando di trovare uno scopo nella vita da pensionato e battagliando quotidianamente con l'impulso di indossare nuovamente i neri abiti da combattimento.
Quando Harvey Dent, conosciuto maggiormente con lo pseudonino Two-Face metterà in moto idee nefande legati a riottenere il dominio della città (sebbene inizialmente a seguito di varie operazione di chirurgia plastica fingesse di aver abbandonato i propri intenti criminali), Bruce tornerà in azione aiutato anche da un nuovo Robin, impersonato dalla testarda ed indomita tredicenne Carrie Kelley.
Il ritorno del Cavaliere Oscuro spinge anche il Joker a rientrare nei giochi, affrontando per l'ultima volta il suo acerrimo nemico e regalando al lettore momenti di indiluito intrattenimento, seppure velatamente macchiato dalla nostalgica consapevolezza che infine uno dei due sfidanti sarebbe stato costretto ad abbandonare definitivamente il campo.
Graphic novel amatissima ed ancora oggi a quasi trent'anni di distanza molto apprezzata, permette di conoscere un lato inedito di Batman il quale, delineando una precisa mitologia di sé stesso, è da sempre un passo avanti al criminale di turno, tanto da essere considerato invincibile.
In tale opera questo non avviene; Bruce riuscirà certamente a sventare gli scopi delittuosi dei propri nemici eppure, più di una volta durante i vari corpo a corpo, si lamenterà di reumatismi e dolori articolari, dannando la mancanza di agilità dovuta allo stato senile, rendendo questo archetipo di antieroe sicuramente più umano ed interessante.
Nota curiosa e chicca per gli appassionati del genere legati ai supereroi, è l'introduzione nella narrazione anche di Clark Kent (nelle vesti di Superman che, ironicamente, bacchetta Bruce per il fatto di non saper apprezzare i piaceri semplici della vita) ed anche di Oliver Queen (il fu Green Arrow) i quali giocheranno un ruolo importante nell'imprevedibile finale di questa straordinaria opera.
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