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Un mondo senza tecnologia

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lunedì, 05 gennaio 2015 17:10

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Rosario Pesce
Avete provato a stare senza Internet per un periodo prolungato della giornata, a causa di qualche problema tecnico, non risolvibile nell’arco di pochi minuti?
A me, quest’esperienza è capitata nell’ultimo giorno dell’anno, per effetto degli eventi climatici avversi, che hanno colpito la provincia di Salerno.
Il sentimento di smarrimento, per le varie attività che saltano, a causa dell’impossibilità di connettersi alla rete, è davvero angosciante, a dimostrazione che l’Uomo moderno non sa vivere senza la tecnologia più avanzata, che egli stesso ha creato, in particolare in regime off-line.
Non si può leggere una testata on-line; non è possibile pubblicare un proprio articolo, ricevere o mandare mail, interloquire sui blog, connettersi a Facebook o ai vari social network, oggi, esistenti; non è possibile fare, insomma, tutte quelle operazioni, che, da una decina di anni a questa parte, sono diventate quotidiane e sono, ormai, essenziali per la vita di relazione, visto che buona parte del lavoro della stessa Pubblica Amministrazione viene svolta attraverso le autostrade del segnale telematico, purtroppo destinato ad interrompersi, perché ingolfato da qualche fiocco di neve, caduto per la gioia dei bambini, nello scontento generale degli adulti, almeno di quelli che usano il medesimo provider dello scrivente.
Forse, dovremmo tutti tornare all’era pre-Internet, così da sperimentare il piacere della lettura del giornale cartaceo, al posto di quello on-line, o riscoprire l’enorme gioia della conversazione de visu con un amico in sostituzione di quella che si può fare, comodamente, dal divano di casa, stando dietro allo schermo del pc?
È, proprio, vero che la telematica ha cambiato, così profondamente, le abitudini di vita dell’essere umano, a tal punto che, finanche, qualche ora di isolamento totale dal mondo virtuale ci sembra non cessare mai, non sapendo così apprezzare la grandissima gioia, che si può ritrovare nella dimensione della convivialità ordinaria e degli ameni rapporti diretti fra le persone, che esistevano molto tempo prima che venissero inventate le diabolicherie della tecnologia.
Eppure, qualche ora di disconnessione da Internet consente di passeggiare, senza recare fra le mani lo smartphone; permette di pranzare, potendo finalmente guardare direttamente negli occhi i nostri commensali, altrimenti snobbati perché l’occhio cadrebbe, inevitabilmente, sul tablet; dà la possibilità di allontanarci dal pc e di poter tornare ai giocattoli di una volta, quelli in legno, che si rompevano molto facilmente, ma ci davano la gioia, almeno, di poter toccare con le mani lo strumento della nostra attività ludica, recuperando la dimensione tattile, che altrimenti rischia di limitarsi alla mera funzionalità del touch dell’i-phone di ultima generazione.
Il maltempo, dunque, ci dà la chance di ragionare su un mondo, quello della nostra infanzia, che non c’è più e che torniamo ad apprezzare, quando, a causa di un malfunzionamento della rete, ritorniamo alla condizione dei nostri primati, assimilabile a quella delle scimmie in “2001 Odissea nello spazio”, incapaci di capire il valore concreto, finanche, della dura pietra.
Si può essere, quindi, off-line per un periodo ben più lungo di quello richiesto per la manutenzione di un errore tecnico della rete Telecom o Wind o Vodafone?
La risposta, auspicabilmente, dovrebbe essere affermativa, perché il cervello, disintossicandosi dai guasti derivanti dalla dipendenza da Internet, potrebbe godere di piaceri, che altrimenti non è più, neanche, capace di percepire come tali.
Ma, sappiamo bene che l’Uomo, per sua definizione, è un essere eterodipendente, per cui non può eradicare - da un momento all’altro - lo stato di sudditanza psicologica dagli strumenti, ormai, indispensabili della tecnologia, per cui è facilmente ipotizzabile che tutti noi si vada ad intasare la rete telefonica, per chiedere al Centro Servizi di turno che il disservizio venga risolto quanto prima, magari al semplice scopo di non perdere la possibilità di fare gli auguri agli amici, per l’anno nuovo, su Facebook o di pubblicare le foto dell’appallottolata di neve o della notte di San Silvestro, amenamente trascorsa in piazza.
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