|
|
Rosario Pesce
|
|
È evidente che, il 1 gennaio di ogni anno, non si possa che augurare il meglio a sé ed ai propri amici, visto che si è all’inizio di un nuovo percorso, che nella vita di ciascuno di noi porta sempre delle novità, che in qualche modo modificano il corso degli eventi.
Nel caso del 2021, l’auspicio di noi tutti non può che essere orientato alla soluzione della pandemia, visto che, per l’intero 2020, il Covid ha causato morte, sofferenza e distruzioni in moltissimi nuclei familiari.
Peraltro, con l’inizio della distribuzione del vaccino, le speranze cominciano ad essere più concrete, ma è ovvio che l’iter per uscire dall’emergenza è, ancora, molto lungo e problematico.
Infatti, la società civile deve tornare a vivere una vita normale: le scuole devono essere riaperte in sicurezza, per consentire finalmente una didattica in presenza utile e proficua per gli alunni; i luoghi di incontro e di ritrovo delle persone devono affollarsi di nuovo, perché la vita sociale è un elemento essenziale per ciascuno di noi.
Quanto tempo, quindi, sarà necessario per tornare agli standard di vita pre-Covid?
Il 2021, comunque, dovrà regalarci il ripristino della condizione di normalità per tutti gli esseri umani e per le loro attività economiche, professionali, ludiche.
La scommessa non è, quindi, da poco: fare della normalità un agognato obiettivo, dopo molti mesi di tragedie e di drammi, che si sono consumati in tutto il mondo a causa di un virus che si è dimostrato molto più letale di quanto gli stessi medici non avessero previsto agli inizi della pandemia.
In tal senso, il 2021 sarà l’anno della palingenesi, della rinascita della comunità mondiale, se le tappe nella vaccinazione e nel raggiungimento, dunque, dell’immunità di gregge saranno rispettate.
Ed, allora, tutti gli uomini – credenti o meno – non potranno che guardare al loro futuro con uno spirito ben diverso da quello cupo degli ultimi mesi: le speranze, le aspettative, le proiezioni verso un futuro migliore dell’attualità non possono che essere il motore dell’iniziativa umana, dopo un anno – il 2020 – che certo sarà ricordato come l’annus horribilis di questo scorcio di nuovo millennio.
Ed, allora, ad maiora per noi tutti, perché dietro ogni dramma c’è sempre un anelito di riscatto che spinge a vedere la luce, anche, fra le tenebre più fitte.
|
|